IL ROCK PROGRESSIVO SINFONICO/ROMANTICO NELLA GERMANIA DEGLI ANNI SETTANTA |
Le cosiddette scene progressive
europee nascono quasi in contemporanea a quella inglese già agli inizi
degli anni settanta e si sviluppano chiaramente dai germogli della matrice
britannica, accompagnando l'evoluzione del genere nel rispetto delle peculiarità,
delle tradizioni e del gusto di ciascun paese. Italia, Olanda, Francia, Belgio,
Svezia e Germania, sono sicuramente le scene nazionali europee più
importanti.
Stringiamo ulteriormente il cerchio: la Germania è il paese che ha
consegnato alla storia un numero notevole di gruppi molto interessanti e non
è certo un caso che i movimenti noti come "Krautrock" o "Corrieri
Cosmici" siano nati proprio da quelle parti.
IL
PROG SINFONICO TEDESCO
Sebbene la Germania venga proprio identificata soprattutto per aver dato i
natali ai "Corrieri cosmici", è anche capace di sviluppare
in maniera unica ed inconfondibile il rock progressivo sinfonico/romantico,
traendo ispirazione dai grandi nomi inglesi come Genesis, Camel, Caravan,
Jethro Tull, Yes ed aggiungendovi un innato (e molto teutonico) senso della
melodia, spesso malinconico ed altamente evocativo. E' più marcatamente
pomposo e magniloquente con una preminente cosmicità nelle geometrie,
quest'ultimo - come già detto - l'elemento forse più distintivo
ed endemico. Inoltre è il Paese che più di altri dimostra un'incredibile
forza nel resistere al declino della scena progressiva inglese (suicidatasi
secondi alcuni e soppiantata con violenza dal punk) portando avanti cocciutamente
la bandiera progressiva fino alla fine degli anni settanta e l'inizio abbondante
degli ottanta….poi nascerà ovunque il neo progressive ma nella
disamina mi fermerò proprio a quel punto.
I
GRUPPI MAGGIORI
Alcuni gruppi sanno dare un contributo quantitativamente maggiore alla scena
sinfonico/romantica che stiamo esaminando. E' giusto cominciare con gli ELOY
che con i loro trenta album sono i più produttivi e longevi (mentre
scrivo sono ancora in attività). Iniziano nel 1971 con il debutto omonimo,
molto essenziale e vicino a certe sonorità beatlesiane, quindi molto
distanti dallo stile che saranno capaci di sviluppare in seguito. Già
con "Inside" (1973) si assiste alla metamorfosi che li conduce ad
una vicinanza maggiore alle geometrie ariose e spaziali di stampo floydiano.
Anche nei lavori successivi mantengono questa inconfondibile peculiarità,
purtroppo sporcata negli anni ottanta dall'imperante vena pop/elettronica
di cui anche gli Eloy cadranno vittima.
Gli amburghesi NOVALIS non sono meno importanti degli Eloy
in quanto ad ampiezza discografica (19 album all'attivo compresi live ed antologie),
ma con il limite di aver concentrato il materiale qualitativamente migliore
nella prima parte della carriera. L'esordio "Banished
Bridge" del 1973 è solo un assaggio della loro grandezza che
si concretizza nel successivo ed omonimo lavoro
del 1975. Come gli Eloy prediligono le atmosfere spaziali alla Pink Floyd
ma riescono a sviluppare uno stile proprio grazie all'inserimento contaminazioni
folk e vagamente Canterbury. Sul medesimo livello anche "Sommerabend"
(1976), disco che verrà ricordato soprattutto per l'omonima e celestiale
suite iniziale. Un vero e proprio sogno ad occhi aperti !! Il successivo "Brandung"
(1977) si attesta ancora su livelli egregi ma segna l'inizio della loro decadenza
che culminerà in una scialba musica elettronica nella decade successiva.
Gli ANYONE'S DAUGHTER cominciano più tardi il loro
percorso musicale: l'esordio "Adonis"
è infatti datato 1979, seguito a breve distanza dall'omonimo album
l'anno successivo. L'aver cominciato in ritardo li rende forse più
derivativi e meno originali degli altri big ma non per questo meno interessanti:
pagano il debito più alto ai Camel di cui si dimostrano profondamente
appassionati. Anche gli album susseguenti sono di ottima fattura: "Piktors
Verwandlungen" (1981) e "In Blau" (1982). Poi l'inesorabile,
seppur molto graduale, adattamento alle mode imperanti.
Mi sembra doveroso inserire anche i GROBSCHNITT , anche se
lo sconfinamento nelle terre del Kraut-rock a molti sembrerà assai
invadente. "Ballermann" del 1974 e "Rockpommell's Land"
del 1977 sono entrambi lavori imprenscindibili e facenti parte delle collezioni
di qualsiasi appassionato di rock progressivo. Soprattutto quest'ultimo è
l'apice sinfonico della loro produzione, un concept-album assai genesiano
e molto ambizioso.
I
GRUPPI MINORI
Certamente minori, ma solo perché illuminano come delle meteore la
scena o perché, sebbene forti di una discografia più nutrita,
non riescono ad ottenere il meritato riconoscimento di pubblico e critica.
A scanso di equivoci, va infatti sottolineato che molte di queste formazioni
danno alla luce lavori di pari qualità, se non superiori in taluni
casi, alle formazioni più quotate e conosciute.
E' il caso per esempio degli EPIDAURUS, autori nel 1977 di
"Earthly Paradise"
un autentico "paradiso terrestre" per gli amanti delle cascate tastieristiche
e del romanticismo sinfonico alla Novalis, ma un purgatorio a causa dell'azione
di disturbo (fortunatamente sporadica) esercitata dalla voce di Christine
Wande. Il gruppo si smembra quasi subito per riformarsi qualche anno dopo
sotto il nome di CHOICE con un buon disco intitolato "Just
A Dream" del 1980.
Sulle stesse coordinate stilistiche agiscono i MINOTAURUS
con lo splendido "Fly Away" uscito nel 1978, gli M.L. BONGERS
PROJECT dell'onesto ma, a mio parere, sopravvalutato "Pacific
Prison" (1978, mai ristampato su cd), ed i SECOND MOVEMENT
("Second Movement" del 1976 e "Blind Man's Mirror" del
1978) molto vicini agli Eloy nel proporre brani dilatati dalle atmosfere spaziali
ma anche al prog inglese nelle linee melodiche abbastanza abbordabili.
Gli STREETMARK deliziano il pubblico progressivo con un esordio
molto efficace: "Nordland" esce nel 1976 sposando molto bene le
tinte tenui della copertina con un prog sinfonico rassicurante e ricco di
tastiere. Ancora meritevoli di considerazione le loro produzioni successive,
soprattutto "Dreams" datato 1977.
Sempre nel 1976, i TROYA danno alle stampe un piccolo gioellino
intitolato "Point Of Eruption", un'efficace compenetrazione tra
le sonorità dei Novalis ed il prog melodico inglese in stile Cressida.
I MADISON DYKE lasciano la loro eccellente impronta con un
unico lavoro intitolato "Zeitmaschine" (1977), mentre gli ottimi
RAMSES (da Hannover, come gli Eloy) vendono trentamila copie
dell'esordio "La Leyla" (1976) e confermano la loro buona vena creativa
anche nel successivo "Eternity Rise" (1978).
Molto eloquente e dalle intenzioni trasparenti è il titolo del lavoro
migliore degli SCHIKE, FUHRS & FROHLING: "Symphonic
Pictures" esce sul mercato nel 1976.
I Camel sono
considerati un'autentica istituzione sia dal pubblico che dai giovani musicisti
tedeschi ed è quindi comprensibile che su questi abbiano esercitato
un'influenza profonda. Oltre ai già menzionati Anyone's Daughter, tra
i fedelissimi seguaci della band inglese spiccano i TIBET
che si affacciano sul mercato con l'unico e scintillante omonimo album
del 1979, ristampato qualche anno dopo dalla Musea.
Anche i WERWOLF concentrano la loro creatività in
un unico bellissimo lavoro dove incrociano le atmosfere eloyiane e le melodie
cameliane: si intitola "Creation", esce nel 1984 e purtroppo rimane
la loro unica testimonianza discografica.
I ROUSSEAU debuttano con il magistrale "Flower
In Asphalt" nel 1979, un lavoro strumentale che è una palese
dichiarazione d'amore nei confronti della coppia Latimer/Bardens, bissato
poi dall'altrettanto valido "Retreat" nel 1984. Prima di sciogliersi,
pubblicano ancora "Square The Circle", ma ormai siamo nel 1987.
Infine gli AMENOPHIS, di cui consiglio soprattutto il primo
album omonimo del 1983.
Ovviamente anche
i Genesis sono molto seguiti e clonati in Germania. In prima fila troviamo
i bravissimi NEUSCHWANSTEIN, autori di un lavoro splendido
ed imperdibile, intitolato "Battlement"
(1978). Qui la geometrica e talvolta eccessiva derivazione genesiana non svilisce
affatto il valore artistico del disco che abbonda di ottime idee e di degne
esecuzioni.
Sulle stesse coordinate genesiane ma con risultati di portata inferiore, è
opportuno menzionare gli ANABIS con "Heaven
On Earth" del 1980.
I REBEKKA
riescono ad incidere due lavori, "Phoenix" nel 1982 e "Labyrinth"
nel 1984. "Phoenix" è un disco molto raffinato ed influenzato
dalla scuola inglese (Camel e Renaissance su tutti) con l'aggiunta di alcune
contaminazioni orientaleggianti; troviamo deliziosi interventi di flauto,
violino e sitar come accompagnamento alla voce di Marion Weldert.
Un altro lavoro interessante datato 1977 è "Between Heaven And
Hell" dei JANE, un disco dai toni epici e misteriosi,
nel quale il gruppo esibisce sonorità spaziali palesemente (forse anche
troppo) accostabili ai Pink Floyd, ma anche ottimi spunti sinfonici e riff
chitarristici di stampo rock. Pescando dalla loro ricca discografia (in verità
qualitativamente molto discontinua) è degno di menzione anche il precedente
"Fire, Water, Earth And Air" del 1976.
Sulla stessa falsariga, includerei anche gli IVORY con il
controverso ma, a mio parere, molto creativo "Sad Cypress" pubblicato
nel 1980.
Molto fertile
è anche a scena sinfonica legata strettamente ai compositori classici:
nella maggior parte dei casi, il leader dei gruppi sottocitati suona il violino
rivisitando in maniera più o meno felice i temi più famosi del
repertorio classico. E' il caso per esempio dei PELL MELL,
autori di cinque album, tra i quali raccomando l'esordio "Marburg"
(1972) e "Rhapsody" (1976) dove Listz e Rachmaninoff vengono delicatamente
saccheggiati.
Abbastanza simili sono i PARZIVAL, che con "Legend"
(1971) lasciano una eloquente traccia della propria breve esistenza; ai temi
classici aggiungono alcune contaminazioni folk di derivazione orientale ed
un approccio generale più floydiano.
Infine gli STERN-COMBO MEISSEN, che nel 1978 stampano il
buon "Weisses Gold".
Seppur a margine, poiché ormai siamo in pieno new progressive (l'album è del 1988), non si possono tralasciare i BEL AIR che con "Sleeping Beauty" fanno centro pieno. Troviamo fitte cascate di tastiere, dolci trame di pianoforte ed ottimi intrecci di puro romanticismo progressivo. Non possiede più il fascino anni settanta (vedi suono un po' plastificato della batteria) ma è un lavoro che richiama molto la decade in esame ed è di notevole spessore.
Infine segnalo altri gruppi: Faithful Breath, Hoelderlin, Octopus, Tales, Paternoster, Kreuzweg, Yavanna, Opus, Poseidon, Schwarzbeit, Scaramouche, Pancake, Tonic, Wallenstein, Mammut ed Iskander.
DISCOGRAFIA
CONSIGLIATA (in ordine di anno di uscita) |
ELOY
- Inside (1973) |
NOVALIS
- Novalis (1975) |
PELL
MELL - Rhapsody (1976) |
TROYA
- Point Of Eruption (1976) |
STREETMARK
- Nordland (1976) |
NOVALIS
- Sommerabend (1976) |
RAMSES
- La Leyla (1976) |
GROBSCHNITT
- Rockpommel's Land (1977) |
EPIDAURUS
- Earthly Paradise
(1977) |
JANE
- Between Heaven And Hell (1977) |
MADISON
DYKE - Zeitmaschine (1977) |
NEUSCHWANSTEIN
- Battlement (1978) |
MINOTAURUS
- Fly Away (1978) |
TIBET
- Tibet (1979) |
ROUSSEAU
- Flower In Asphalt
(1979) |
ANYONE'S
DAUGHTER - Adonis
(1979) |
WERWOLF
- Creation (1984) |
Luca Alberici - 2004 September 25th