EPIDAURUS
EARTHLY PARADISE (1978)

GERMANY
GENRE: PROG
LABEL: SELFMUSEA
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REVIEWED: 2002 OCTOBER 30TH
RATING: 90/100

 

 

 

 

La scena progressive rock tedesca in voga dalla fine degli anni ’70 fino alla metà degli anni ’80 ha sfornato una serie impressionante di ottime band, tutte fortemente influenzate dal progressive di stampo anglosassone. Ma non solo: la Germania è il paese che a mio parere ha saputo meglio di altri rielaborare quel suono plasmandolo ed adattandolo
Gli Epidaurus sono probabilmente uno dei gruppi meno conosciuti di quella scena, anche perché hanno dato un contributo quantitativamente poco rilevante: solo 2 album, questo "Earthly Paradise" ed il suo successore "Endangered species" con il quale la band ha però troppo radicalmente cambiato identità e direzione musicale . Per amor di cronaca va detto che si sono poi riciclati poco tempo dopo sotto il nome di Choice dando alla luce un altro gran bel disco, "Just A Dream" uscito nel 1980.
Ma parliamo di "Earthly Paradise": con la copertina si comincia abbastanza male, molto sobria ed in bianco e nero con raffigurato un paesaggio naturale molto stilizzato che tutto fa meno che invogliare all’acquisto del cd; faccio presente che il prog anni 70 si distingueva anche per delle copertine di tutto rispetto. Ma, come in questo caso, a volte succede che una confezione dimessa nasconda un vero gioiello di prog (per non attirare troppa attenzione, penserà qualcuno), uno di quei dischi benchmark del genere che si affianca a testa alta ad altri campioni teutonici come Neuschwanstein, Anyone’s Daughter, Rousseau e Novalis ....
L’hammond, il moog ed il mellotron dominano il palcoscenico del disco (non a caso nella line-up figurano 2 tastieristi) e focalizzano su di loro l'attenzione dell'ascoltatore. Il loro prog trae ispirazione soprattutto dallo space-prog e dalla New age anni 70 (stile Gandalf di quegli anni) e non poteva essere diversamente visto l'assoluto monopolio delle tastiere sugli altri strumenti, ma l'architettura delle loro trame non riesce ad occultare reminescenze genesiane, chiare ispirazioni ad Elp e, soprattutto in un brano come "Andas", alla fertile corrente italiana capitanata da Il Volo e "Museo Rosenbach. In qualsiasi modo lo si etichetti, questo è prog serio, ben suonato ma anche dall'accessibilità garantita; non ci sono passaggi ostici e difficili da digerire, il tutto è stato sapientemente costruito all'insegna della semplicità ma lungi dall'essere banale e superficiale. 
L’album è molto breve ma in linea con lo standard dell'epoca e fortunatamente quasi completamente strumentale: ogni tanto fa capolino la fastidiosa voce (quasi in falsetto) di Christiane Wande che ridimensiona più che impreziosire l'impressionante contesto musicale. Ma come già detto i suoi interventi sono solo sporadici.
Siamo in presenza di cinque gioielli di rara bellezza da ascoltare all'infinito e che difficilmente mancheranno di emozionarvi.
Un vero classico ed un must per tutti gli appassionati.
Epidaurus are probably the less known example of german progressive scene of the seventies. They gave a small contribution to that movement with two albums only, "Earthly Paradise" and the bad follower "Endangered Species".
For the chronicle they also recorded a wonderful album "Just A Dream" under the monicker of The Choice in 1980.
Nevertheless it's enough for me: the debut cd "Earthly Paradise" is one of the best records I've ever listened in my life. The black and white cover art is not very attractive compared to the standard of prog albums of those years but music is more important and it's five stars music for sure. Keys, hammond, mellotron are the masters of the situation even because the line-up is made of two keys players.
They mainly took inspiration from english prog, space-prog and european New Age (Genesis, Elp and Gandalf) but also italian prog scene (Il Volo, Museo Rosenbach).
Fortunately the album is mostly instrumental because the sporadic presence of Christiane Wande voice isn't exciting and penalizes the majestic music.
If you deeply loved fellow-countrybands like Neushwanstein, Rousseau and Novalis, you can't escape from listening to these five wonderful compositions.
A true classic and a must for prog lovers.

Luca Alberici