"Ve l'avevamo
promesso e noi di solito manteniamo le promesse"!!, così ha
dichiarato Franz Di Cioccio ai molti spettatori presenti a Vercelli in Piazza
Zumaglini lo scorso 21 settembre. Si riferiva naturalmente allo sfortunato
(ma solo dal punto di vista organizzativo) concerto che la Pfm tenne l'anno
precedente e che per le avverse condizioni meteorologiche era stato spostato
all'interno del troppo poco capiente teatro cittadino. Molti, quindi, rimasero
a bocca asciutta....
Fortunatamente Di Cioccio non si è soltanto limitato a mantenere
la promessa di riportare la sua band a Vercelli, ma ha aggiunto gli interessi
maturati in questi dodici mesi di attesa, portando con sé anche le
Distillerie di Malto, i Finisterre e gli Stereokimono, ovvero i tre gruppi
da lui stesso messi sotto contratto per la neonata etchetta Immaginifica.
Un "semplice" concerto della PFM si è così trasformato
in un vero e proprio mini festival progressivo.
Con un ritardo di più di un'ora, finalmente iniziano a suonare i
ragazzi delle Distillerie di Malto, un gruppo di Ortona,
con all'attivo un disco autoprodotto intitolato "Il
manuale dei piccoli discorsi" e qualche sporadica esibizione dal
vivo. Sono emozionati e si vede ma se la cavano più che egregiamente:
il leader Fabrizio Pellicciaro, anima e motore prog della band, presenta
due nuove composizioni che faranno parte del "Nuovo manuale dei piccoli
discorsi" in uscita ad ottobre più il loro "puledro"
(troppo modesti !!) di battaglia "Aria e vento" pregno di sonorita'
italian/english prog anni 70 molto classiche e contraddistinto da una sua
performance vocale di assoluto rilievo. Tanto piccolo è stato il
tempo a loro disposizione quanto grande è stata la mia soddisfazione
di averli visti suonare dal vivo ed averli conosciuti personalmente (leggi
l'intervista)
Solo qualche minuto di pausa e salgono sul palco i genovesi Finisterre
che sono probabilmente la formazione emergente italiana più conosciuta
all'estero. Il loro CV vanta già 4 dischi ufficiali (esclusi il live
e l'antologia di inediti), sono freschissimi di reunion (2002) ed anche
loro usciranno presto con un nuovo album per Immaginifica dopo un periodo
di pausa durante il quale il leader Fabio Zuffanti si è dedicato
totalmente ai suoi molteplici progetti paralleli (Hostsonaten, La Maschera
di Cerca, Quadraphonic e La Zona). Anche per loro c'è stato poco
tempo per far veramente decollare l'esibizione, ma rimango convinto che
la classe, se presente, affiori anche sulla breve distanza. Il loro essere
progressivi significa sicuramente cercare sempre soluzioni nuove, innovative
e ricche di contaminazioni di diversa natura e stasera si è sentito:
musica colta, ricercata e di grande atmosfera, ma estremamente godibile.
Il brano che ha concluso la loro esibizione è stato "La Fine",
un'anticipazione del nuovo album ancora in fase di preparazione. Grandiosi
!! (leggi
l'intervista a Fabio Zuffanti)
Agli Stereokimono è toccato il compito di precedere
la PFM e quindi di poter usufruire di qualche minuto in più. La decisione
è maturata dal fatto che il trio bolognese ha già il nuovo
disco in distribuzione. Si intitola "Primosfera" ed è stato
l'assoluto protagonista della mezz'ora di esibizione, mentre dalla track-list
è stato completamente tralasciato il loro debutto "Ki"
uscito 2 anni fa. Gli Stereokimono suonano quello che loro stessi definiscono
un "rock psicofonico obliquo" (un'etichetta che prendiamo per
buona senza tentare di decifrarla), un omogeneizzato interamente strumentale
di rock de luxe alla Rush, jazz e contaminazioni orientaleggianti. Sono
solo in tre sul palco ma il suono che producono è corposo e denso
tanto quanto il ghiaccio secco sparato copiosamente sullo stage (ma perché
poi ??!?). Ma i vercellesi sono notoriamente abituati alle fitte nebbie
ed avranno quindi notato che dietro ai piatti e i rullanti della batteria
non sedeva un energumeno pieno di muscoli ma la bravissima ed energica (non
a caso prima ho parlato di omogeneizzati) Cristina Atzori, la prima ed unica
prog-batterista donna.
Un domanda mi assilla la mente: il fatto che si cominci ad assistere con
sempre più frequenza e nei luoghi più impensati a concerti
di rock progressivo, significa che finalmente qualcosa si sta muovendo ?
Sta forse tornando il concetto di musica come nutrimento cerebrale più
che quello di puro intrattenimento? Dopo ben 25 anni dalla morte ufficiale
del vero progressive rock sarebbe anche ora !!
Del concerto della PFM vi parlerò in un'altra occasione…..