DISTILLERIE DI MALTO / STEREOKIMONO / FINISTERRE
VERCELLI - BIG WAVE FEST

DATE: 21/09/2003
REVIEWED: 2003 SEPTEMBER 25TH
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"Ve l'avevamo promesso e noi di solito manteniamo le promesse"!!, così ha dichiarato Franz Di Cioccio ai molti spettatori presenti a Vercelli in Piazza Zumaglini lo scorso 21 settembre. Si riferiva naturalmente allo sfortunato (ma solo dal punto di vista organizzativo) concerto che la Pfm tenne l'anno precedente e che per le avverse condizioni meteorologiche era stato spostato all'interno del troppo poco capiente teatro cittadino. Molti, quindi, rimasero a bocca asciutta....
Fortunatamente Di Cioccio non si è soltanto limitato a mantenere la promessa di riportare la sua band a Vercelli, ma ha aggiunto gli interessi maturati in questi dodici mesi di attesa, portando con sé anche le Distillerie di Malto, i Finisterre e gli Stereokimono, ovvero i tre gruppi da lui stesso messi sotto contratto per la neonata etchetta Immaginifica. Un "semplice" concerto della PFM si è così trasformato in un vero e proprio mini festival progressivo.
Con un ritardo di più di un'ora, finalmente iniziano a suonare i ragazzi delle Distillerie di Malto, un gruppo di Ortona, con all'attivo un disco autoprodotto intitolato "Il manuale dei piccoli discorsi" e qualche sporadica esibizione dal vivo. Sono emozionati e si vede ma se la cavano più che egregiamente: il leader Fabrizio Pellicciaro, anima e motore prog della band, presenta due nuove composizioni che faranno parte del "Nuovo manuale dei piccoli discorsi" in uscita ad ottobre più il loro "puledro" (troppo modesti !!) di battaglia "Aria e vento" pregno di sonorita' italian/english prog anni 70 molto classiche e contraddistinto da una sua performance vocale di assoluto rilievo. Tanto piccolo è stato il tempo a loro disposizione quanto grande è stata la mia soddisfazione di averli visti suonare dal vivo ed averli conosciuti personalmente (leggi l'intervista)
Solo qualche minuto di pausa e salgono sul palco i genovesi Finisterre che sono probabilmente la formazione emergente italiana più conosciuta all'estero. Il loro CV vanta già 4 dischi ufficiali (esclusi il live e l'antologia di inediti), sono freschissimi di reunion (2002) ed anche loro usciranno presto con un nuovo album per Immaginifica dopo un periodo di pausa durante il quale il leader Fabio Zuffanti si è dedicato totalmente ai suoi molteplici progetti paralleli (Hostsonaten, La Maschera di Cerca, Quadraphonic e La Zona). Anche per loro c'è stato poco tempo per far veramente decollare l'esibizione, ma rimango convinto che la classe, se presente, affiori anche sulla breve distanza. Il loro essere progressivi significa sicuramente cercare sempre soluzioni nuove, innovative e ricche di contaminazioni di diversa natura e stasera si è sentito: musica colta, ricercata e di grande atmosfera, ma estremamente godibile. Il brano che ha concluso la loro esibizione è stato "La Fine", un'anticipazione del nuovo album ancora in fase di preparazione. Grandiosi !! (leggi l'intervista a Fabio Zuffanti)
Agli Stereokimono è toccato il compito di precedere la PFM e quindi di poter usufruire di qualche minuto in più. La decisione è maturata dal fatto che il trio bolognese ha già il nuovo disco in distribuzione. Si intitola "Primosfera" ed è stato l'assoluto protagonista della mezz'ora di esibizione, mentre dalla track-list è stato completamente tralasciato il loro debutto "Ki" uscito 2 anni fa. Gli Stereokimono suonano quello che loro stessi definiscono un "rock psicofonico obliquo" (un'etichetta che prendiamo per buona senza tentare di decifrarla), un omogeneizzato interamente strumentale di rock de luxe alla Rush, jazz e contaminazioni orientaleggianti. Sono solo in tre sul palco ma il suono che producono è corposo e denso tanto quanto il ghiaccio secco sparato copiosamente sullo stage (ma perché poi ??!?). Ma i vercellesi sono notoriamente abituati alle fitte nebbie ed avranno quindi notato che dietro ai piatti e i rullanti della batteria non sedeva un energumeno pieno di muscoli ma la bravissima ed energica (non a caso prima ho parlato di omogeneizzati) Cristina Atzori, la prima ed unica prog-batterista donna.
Un domanda mi assilla la mente: il fatto che si cominci ad assistere con sempre più frequenza e nei luoghi più impensati a concerti di rock progressivo, significa che finalmente qualcosa si sta muovendo ? Sta forse tornando il concetto di musica come nutrimento cerebrale più che quello di puro intrattenimento? Dopo ben 25 anni dalla morte ufficiale del vero progressive rock sarebbe anche ora !!
Del concerto della PFM vi parlerò in un'altra occasione…..
 
 
Luca Alberici