DATE: 02/05/2004 |
PLACE: VERCELLI |
WEBSITE: CDA official |
Allora
ragazzi, 30 anni di attività quest'anno. Come mai solo cinque album,
compreso il nuovo "Quintessenza" ?
Paolo: Beh, buona parte del ritardo
è stato accumulato all'inizio della nostra carriera: pur essendoci
formati nel 1974 il nostro battesimo discografico risale "solo"
al 1992. Il primo contatto con il music business risale al 1978: la Cramps
e la Rca erano disposte a metterci sotto contratto perché era piaciuto
il nostro materiale ma, mentre la prima pretendeva un maggior schieramento
politico, la seconda desiderava un approccio musicale più commerciale.
Abbiamo rifiutato qualsiasi compromesso con un certo disgusto.
Poi c'è stato il contatto con Beppe Crovella, grazie a Roberto Giordano
il quale però subito dopo lascia la band per dedicarsi a tempo pieno
alla sua attività musicale. Il gruppo in realtà non si è
mai sciolto.
Poi inaspettatamente Roberto si riunisce alla band e rispunta Crovella che
ci avverte che la Vynil magic punta molto sul progressive e desidera far
uscire una serie di album di gruppi prog italiani ….. Nasce "Sono
io il signore delle terre a nord".
Un'esistenza
decisamente travagliata specie agli inizi …
Paolo: Infatti, e da quanto ti ho
detto si capisce il grande ritardo con cui siamo arrivati all'incisione
del primo disco. A questo aggiungi il fatto che ci vediamo una sola volta
a settimana per provare e neanche tutte le settimane; ciascuno di noi ha
il suo lavoro perché solo Roberto vive di musica (non quella del
Castello), ci mettiamo tanto a provare i pezzi e siamo sempre stati abbastanza
perfezionisti. A tal proposito mi piace ricordare un aneddoto legato alla
registrazione di "Sono Io il signore delle terre a Nord". A lavoro
ormai ultimato ed in fase di ascolto, Beppe Crovella ci disse: guardate
che questo è ciò che i vostri fans ascolteranno fra parecchi
anni. Questo è uno dei motivi per cui sia in fase compositiva che
di registrazione, cerchiamo di non soprassedere su alcuna imperfezione ed
i tempi si allungano di conseguenza.
Mi dite qualcosa di "Passo dopo Passo"?
Paolo: "Passo dopo passo"
è forse la tappa discografica meno significativa. E' una raccolta
di vecchi brani neanche malvagi ma decisamente mal registrati (alcuni addirittura
in presa diretta).
Roberto: sì confermo, io addirittura tendo quasi
a non considerarlo come un tassello della nostra discografia. C'è
qualche buona idea ma sfruttata non al meglio.
Avete già un'idea di come festeggiare le trenta candeline
?
Sicuramente con un'antologia, di cui abbiamo già
in mente la copertina ma non ti anticipo altro …
Come nascono i vostri brani?
In modo del tutto spontaneo.Talvolta qualcuno di noi
porta in sala prove un'idea che ha in testa e che funziona da base su cui
tutti gli altri cercano di costruirci un brano. Devi sapere che nel gruppo
regna un regime di totale e genuina democrazia dove ognuno può dire
la sua tranquillamente dando il suo apporto. Quindi spesso capita che l'idea
originale si trasformi in un brano totalmente differente dallo spunto iniziale
che l'ha ispirato.
Come inquadrereste la vostra musica ?
Roberto: Direi semplicemente progressive
rock; non sopporto chi dice che suoniamo prog all'italiana solo perché
veniamo paragonanati al Banco ed alla Pfm.
Paolo: in effetti io ho anche letto che ci paragonano alle
Orme. In realtà al di la di palesare la nostra provenienza geografica
a me piacerebbe evitare confronti spesso improponibili.
L'ultimo concerto ?
Paolo: Avrebbe potuto essere quello
dello scorso 25 aprile (2004 a Vercelli, insieme a Malaavia ed Arti + Mestieri,
ndr) ed invece è stato rimandato a data da destinarsi. L'ultimo risale
al 1998 a Vigevano in un auditorium con un'acustica pessima.
Roberto: non fu un'esperienza molto positiva. Suonare dal
vivo è molto importante ma in certe condizioni può rivelarsi
alquanto controproducente.
Che tipo di supporto può darvi la Electromantic per future
opportunità concertistiche ?
Paolo: Beppe Crovella è decisamente
ben inserito nel music business, ha numerose conoscenze e contatti in tutto
il mondo e ha ricevute diverse proposte dagli Stati Uniti e dal Giappone.
Ma per ora niente di concreto.
Effettivamente
girovagando per i vari newsgroups e siti specializzati esteri, ho notato
con piacere che il vostro nome gira abbastanza frequentemente ed i commenti
sono decisamente lusinghieri….
Paolo: ti assicuro che il sapere
che dall'altra parte del mondo ci sia qualcuno che sta ascoltando il nostro
disco e che soprattutto sta provando emozioni grazie alla nostra musica
è una cosa che mi gratifica alquanto.
E' il momento di parlare
del nuovo disco, "Quintessenza".
Paolo: Sarei un pazzo se ti dicessi
che non ne siamo orgogliosi. Intanto fammi dire che insieme al precedente
"Come il seguitare delle stagioni" rappresenta veramente come
il Castello intende in questo momento un disco di prog. Tutti i dischi precedenti
raccoglievano materiale scritto anche molti anni prima e mantenuto fedelmente
nella sua conformazione originale. I 6 brani di "Quintessenza"
sono tutte composizioni recenti. Quello che secondo me si nota subito e
che rappresenta un buon motivo di orgoglio è la maggior professionalità
e pulizia dell'incisione.
Roberto: come è prassi nei nostri dischi, anche
"Quintessenza" ruota essenzialmente attorno ai brani più
lunghi, quelli che meglio ci rappresentano e dove ognuno ha dato il proprio
apporto in fase di concepimento.
Ho
visto che su "Quintessenza" avete inserito il brano già
edito sul progetto Kalevala: come è nato il vostro contributo ai
tre cd usciti recentemente ?
Paolo: con nostro grande stupore
ed altrettanta soddisfazione siamo stati contattati personalmente da Marco
del magazine finlandese Colossus che ci ha chiesto se eravamo disposti a
partecipare a questo ambizioso progetto con un brano inedito nostro. Come
saprai, Kalevala è un poema epico finlandese, l'equivalente della
nostra Divina Commedia e quindi le tematiche lirico/muiscali che avremmo
dovuto affrontare si sposavano abbastanza felicemente con le caratteristiche
della nostra musica.
Peccato che il limite di sette minuti impostoci non ci ha consentito di
fare esattamente ciò che avremmo voluto. Da questo punto di vista
è stato abbastanza limitante ma nel complesso sono decisamente soddisfatto.
Roberto: si, per noi scrivere un brano su commissione è
stata un'esperienza nuova. Considerando la spontaneità con cui scriviamo
il materiale è stato quasi fare violenza su noi stessi, ma anch'io
sono molto soddisfatto del risultato finale.
Per
voi essere considerati una progressive band significa suonare lo stesso genere
di trent'anni fa o nella sua concezione più estesa, significa non rimanere
troppo ancorati ai clichè e guardare al futuro.
E' un problema che non ci poniamo. Noi componiamo e
suoniamo ciò che ci viene più naturale. Quando ho un'idea in
testa e la sviluppo insieme agli altri è il mio Dna che mi guida e,
guarda caso, ciò che vien fuori è un brano tipico alla Castello
di Atlante. Sta a chi ascolta e giudica inserirci in una scatola piuttosto
che in un'altra. La nostra scatola si chiama Castello ….
E' buio pesto quando, stavolta "scortato"
da Roberto Giordano, riaffronto il labirinto risicolo per far ritorno a casa.
Grazie di tutto ragazzi !!
Luca Alberici