DATE: 02/05/2004
PLACE: VERCELLI
WEBSITE: CDA official
C'è appena stato un forte temporale ma il cielo è ancora grigio e decisamente minaccioso. E' un venerdi' sera di maggio insolitamente umido e freddo e mi sto recando alla corte del Castello di Atlante, un luogo sperduto in mezzo alle risaie vercellesi che neanche le più dettagliate ed accurate indicazioni mi avrebbero consentito di raggiungere con facilità e soprattutto in piena autonomia. Fortunatamente a farmi strada c'è il batterista Paolo Ferrarotti. In un eccesso di fantasia, penso: "Adesso mi si guasta l'automobile, proseguo a piedi, si rimette a piovere e come d'incanto mi ritrovo nel 1492 (quasi 1500!). Dopo un lungo girovagare, mi trovo di fronte uno dei tanti castelli raffigurati nelle copertine dei loro dischi in tutto il suo splendore medioevale." La tortuosità del percorso mi riporta presto alla realtà: giungo a destinazione e di fronte a me non vedo alcun castello bensì una cascina (come tante qui nel regno del riso) nella quale i 5 musicisti si sono ricavati un mini-studio dove ogni venerdì sera compongono, sviluppano le idee e provano. Se dunque manca la bellezza estetica di un castello medioevale, è comunque palpabile la sensazione di essere in un altro mondo, lontano dai clamori e dalle modernità.
L'idea originale era proprio quella di sentirli suonare e magari scambiare quattro chiacchiere con loro, ma per una serie di contrattempi, Aldo Bergamini (chitarra) e Massimo Di Lauro (violino) hanno mancato al consueto appuntamento, cosi' sono rimaste le quattro chiacchiere (moltiplicate per dieci) che ho scambiato con Paolo Ferrarotti (batteria), Roberto Giordano (tastiere) e Franco Fava (basso). Eccone il sintetico resoconto:

Allora ragazzi, 30 anni di attività quest'anno. Come mai solo cinque album, compreso il nuovo "Quintessenza" ?
Paolo: Beh, buona parte del ritardo è stato accumulato all'inizio della nostra carriera: pur essendoci formati nel 1974 il nostro battesimo discografico risale "solo" al 1992. Il primo contatto con il music business risale al 1978: la Cramps e la Rca erano disposte a metterci sotto contratto perché era piaciuto il nostro materiale ma, mentre la prima pretendeva un maggior schieramento politico, la seconda desiderava un approccio musicale più commerciale. Abbiamo rifiutato qualsiasi compromesso con un certo disgusto.
Poi c'è stato il contatto con Beppe Crovella, grazie a Roberto Giordano il quale però subito dopo lascia la band per dedicarsi a tempo pieno alla sua attività musicale. Il gruppo in realtà non si è mai sciolto.
Poi inaspettatamente Roberto si riunisce alla band e rispunta Crovella che ci avverte che la Vynil magic punta molto sul progressive e desidera far uscire una serie di album di gruppi prog italiani ….. Nasce "Sono io il signore delle terre a nord".

Un'esistenza decisamente travagliata specie agli inizi …
Paolo: Infatti, e da quanto ti ho detto si capisce il grande ritardo con cui siamo arrivati all'incisione del primo disco. A questo aggiungi il fatto che ci vediamo una sola volta a settimana per provare e neanche tutte le settimane; ciascuno di noi ha il suo lavoro perché solo Roberto vive di musica (non quella del Castello), ci mettiamo tanto a provare i pezzi e siamo sempre stati abbastanza perfezionisti. A tal proposito mi piace ricordare un aneddoto legato alla registrazione di "Sono Io il signore delle terre a Nord". A lavoro ormai ultimato ed in fase di ascolto, Beppe Crovella ci disse: guardate che questo è ciò che i vostri fans ascolteranno fra parecchi anni. Questo è uno dei motivi per cui sia in fase compositiva che di registrazione, cerchiamo di non soprassedere su alcuna imperfezione ed i tempi si allungano di conseguenza.

Mi dite qualcosa di "Passo dopo Passo"?
Paolo: "Passo dopo passo" è forse la tappa discografica meno significativa. E' una raccolta di vecchi brani neanche malvagi ma decisamente mal registrati (alcuni addirittura in presa diretta).
Roberto: sì confermo, io addirittura tendo quasi a non considerarlo come un tassello della nostra discografia. C'è qualche buona idea ma sfruttata non al meglio.


Avete già un'idea di come festeggiare le trenta candeline ?
Sicuramente con un'antologia, di cui abbiamo già in mente la copertina ma non ti anticipo altro …

Come nascono i vostri brani?
In modo del tutto spontaneo.Talvolta qualcuno di noi porta in sala prove un'idea che ha in testa e che funziona da base su cui tutti gli altri cercano di costruirci un brano. Devi sapere che nel gruppo regna un regime di totale e genuina democrazia dove ognuno può dire la sua tranquillamente dando il suo apporto. Quindi spesso capita che l'idea originale si trasformi in un brano totalmente differente dallo spunto iniziale che l'ha ispirato.

Come inquadrereste la vostra musica ?
Roberto: Direi semplicemente progressive rock; non sopporto chi dice che suoniamo prog all'italiana solo perché veniamo paragonanati al Banco ed alla Pfm.
Paolo: in effetti io ho anche letto che ci paragonano alle Orme. In realtà al di la di palesare la nostra provenienza geografica a me piacerebbe evitare confronti spesso improponibili.


L'ultimo concerto ?
Paolo: Avrebbe potuto essere quello dello scorso 25 aprile (2004 a Vercelli, insieme a Malaavia ed Arti + Mestieri, ndr) ed invece è stato rimandato a data da destinarsi. L'ultimo risale al 1998 a Vigevano in un auditorium con un'acustica pessima.
Roberto: non fu un'esperienza molto positiva. Suonare dal vivo è molto importante ma in certe condizioni può rivelarsi alquanto controproducente.

Che tipo di supporto può darvi la Electromantic per future opportunità concertistiche ?
Paolo: Beppe Crovella è decisamente ben inserito nel music business, ha numerose conoscenze e contatti in tutto il mondo e ha ricevute diverse proposte dagli Stati Uniti e dal Giappone. Ma per ora niente di concreto.

Effettivamente girovagando per i vari newsgroups e siti specializzati esteri, ho notato con piacere che il vostro nome gira abbastanza frequentemente ed i commenti sono decisamente lusinghieri….
Paolo: ti assicuro che il sapere che dall'altra parte del mondo ci sia qualcuno che sta ascoltando il nostro disco e che soprattutto sta provando emozioni grazie alla nostra musica è una cosa che mi gratifica alquanto.

E' il momento di parlare del nuovo disco, "Quintessenza".
Paolo: Sarei un pazzo se ti dicessi che non ne siamo orgogliosi. Intanto fammi dire che insieme al precedente "Come il seguitare delle stagioni" rappresenta veramente come il Castello intende in questo momento un disco di prog. Tutti i dischi precedenti raccoglievano materiale scritto anche molti anni prima e mantenuto fedelmente nella sua conformazione originale. I 6 brani di "Quintessenza" sono tutte composizioni recenti. Quello che secondo me si nota subito e che rappresenta un buon motivo di orgoglio è la maggior professionalità e pulizia dell'incisione.
Roberto: come è prassi nei nostri dischi, anche "Quintessenza" ruota essenzialmente attorno ai brani più lunghi, quelli che meglio ci rappresentano e dove ognuno ha dato il proprio apporto in fase di concepimento.

Come vi siete trovati con Beppe Crovella ?
Paolo: Come ti ho già detto, Beppe ci produce fin dal primo disco. Possiede un bagaglio di esperienza immenso sia come musicista che come produttore. E' in grado di darti il consiglio giusto al momento giusto e nello stesso tempo non è troppo invadente. Ti lascia molto fare per non snaturarti. Non so se vale lo stesso discorso per gli altri gruppi che segue, con noi è così.
Roberto: a noi piace pensare che si fidi ciecamente di noi senza sottovalutare anche la nostra esperienza.

Ho visto che su "Quintessenza" avete inserito il brano già edito sul progetto Kalevala: come è nato il vostro contributo ai tre cd usciti recentemente ?
Paolo: con nostro grande stupore ed altrettanta soddisfazione siamo stati contattati personalmente da Marco del magazine finlandese Colossus che ci ha chiesto se eravamo disposti a partecipare a questo ambizioso progetto con un brano inedito nostro. Come saprai, Kalevala è un poema epico finlandese, l'equivalente della nostra Divina Commedia e quindi le tematiche lirico/muiscali che avremmo dovuto affrontare si sposavano abbastanza felicemente con le caratteristiche della nostra musica.
Peccato che il limite di sette minuti impostoci non ci ha consentito di fare esattamente ciò che avremmo voluto. Da questo punto di vista è stato abbastanza limitante ma nel complesso sono decisamente soddisfatto.
Roberto: si, per noi scrivere un brano su commissione è stata un'esperienza nuova. Considerando la spontaneità con cui scriviamo il materiale è stato quasi fare violenza su noi stessi, ma anch'io sono molto soddisfatto del risultato finale.

Per voi essere considerati una progressive band significa suonare lo stesso genere di trent'anni fa o nella sua concezione più estesa, significa non rimanere troppo ancorati ai clichè e guardare al futuro.
E' un problema che non ci poniamo. Noi componiamo e suoniamo ciò che ci viene più naturale. Quando ho un'idea in testa e la sviluppo insieme agli altri è il mio Dna che mi guida e, guarda caso, ciò che vien fuori è un brano tipico alla Castello di Atlante. Sta a chi ascolta e giudica inserirci in una scatola piuttosto che in un'altra. La nostra scatola si chiama Castello ….


E' buio pesto quando, stavolta "scortato" da Roberto Giordano, riaffronto il labirinto risicolo per far ritorno a casa. Grazie di tutto ragazzi !!

Luca Alberici