Nella
splendida cornice del castello di Vigevano, l'appuntamento era proprio di
quelli da non perdere: un mini festival di Rock progressivo, tanto acclamato
dai fans specializzati quanto tristemente raro dalle nostre parti.
Iniziano i Clepsydra, band svizzera con all'attivo già tre album e che suonano
un neo-prog molto vicino ai primi Marillion e Pallas. Pur essendo un loro
fan, confesso di non essere un loro grande ammiratore e di aver quindi assistito
alla prova con un certo distacco e con il pensiero già rivolto a John Wetton.
Proprio
lui, ex King Crimson, Asia e Uk, si è cimentato in un set completamente
acustico durante il quale ha presentato al pubblico il suo ultimo lavoro
"Arkangel", non accolto granché bene dalla critica e che il giorno
del concerto non avevo ancora avuto la possibilità di ascoltare. Dal Cd
che io tuttora considero il suo capolavoro, ovvero "Battle Lines"
ha eseguito due splendide versioni della title-track e di "Hold Me
Now", mentre dal cilindro del suo passato con le band sopra citate
ha estratto delle autentiche perle quali "Heat of The Moment"
e "Book Of Saturday". L’emozione di assistere per la prima volta
ad una sua esibizione dal vivo era molto sentita e John non ha certamente
deluso, tuttavia una maggior durata del suo concerto gli avrebbe consentito
di attingere in modo più approfondito al suo ricco background musicale.
Anyway...sarà
per la prossima volta. E veniamo alla top band of the bill, che fa il suo
ingresso sul palco al calar del sole in un’atmosfera antica e suggestiva.
Come
Wetton, anche gli Iq presentano la loro ultima fatica discografica "Subterranea"
un ambiziosissimo doppio cd con il difficile compito di confermare lo straordinario
"Ever". Avendolo acquistato il giorno del concerto ho ascoltato
le nuove canzoni direttamente dal vivo: ricordo molto bene la tile-track,
"Sleepless Incidental" e la dolcissima "Speak My Name".
Grande
prova dei singoli musicisti: Mike Holmes è uno dei miei solo-maker preferiti,
Martin Orford sempre efficace e puntuale nei suoi passaggi di tastiere.
Ma la vera sorpresa è Jon Jowitt: non ricordo di averlo mai visto suonare
così bene in passato, non si limita a sostenere la ritmica svolgendo il
suo compitino ma la arricchisce con interventi sempre in primo piano e da
virtuoso del basso.
Dai
loro vecchi album hanno presentato "It All Stops Here", Widow’s
Peak", "Fading Senses", "Leap Of Faith" ed altre
gemme del loro repertorio.
Oggi
gli Iq hanno dimostrato di poter essere considerati come la realtà più scintillante
del neo progressive in virtù della loro abilità nel fondere sonorità mature
e complicate tipiche degli anni ’70 con le melodie più easy del rock sinfonico
di fine millennio.
Lunga
vita agli Iq, a John Wetton ai Clepsydra ed ....al Castello di Vigevano
!!!