GONG PROGRESSIVE FESTIVAL
REGGIO EMILIA (ITALY)

DATE: 2005 JUNE 12TH
REVIEWED: 2005 JUNE 22TH
LIVE PICS
Sull'onda del successo riscosso l'anno scorso in occasione della sua prima edizione, il Gong Festival ha riportato anche quest'anno una ventata di buona musica all'insegna del rock progressivo .
Stessa cornice, cioè un'arena naturale ricavata all'interno di uno splendido agriturismo nelle vicinanze di Reggio Emilia, stessa organizzazione (Gigi Cavalli Cocchi ed associazione Re-Prog) e tempo meteorologico clemente, anche se la giornata era po' ventosa.
Insomma, le premesse per bissare la riuscitissima edizione 2004 c'erano tutte: peccato che l'unica nota veramente stonata sia stata la scarsa affluenza di pubblico che ad occhio non ha mai superato le 200 unità paganti ..... già proprio paganti !
Una sgradita novità è stato proprio il biglietto di ingresso a 10 euro, peraltro furbescamente (alla faccia della correttezza e della trasparenza !!!) omessa in qualsiasi locandina od annuncio dell'evento. Lo definirei un ottimo metodo per spillare quattrini a quanti come il sottoscritto si sono bevuti 250 chilometri di viaggio e certamente non sarebbero mai tornati indietro di fronte all'onta di un esborso comunque accessibile.
Pur essendo convinto che il principale motivo del mezzo flop non sia affatto riconducibile all'introduzione del biglietto, quanto piuttosto all'assenza del grande nome, rimane solo da chiedersi se era proprio necessario chiedere dei soldi per l'ingresso, a distanza di un solo anno dalla nascita del festival e conoscendo la disastrosa situazione di coinvolgimento del pubblico progressivo italiano. Inoltre sono certo che le 3000 persone non paganti della passata edizione abbiano consumato molto di più dei quattro gatti paganti di quest'anno.
Ma veniamo alla musica. Sei gruppi hanno animato il festival, due locali (i Type e gli Oltremare), due olandesi (Plackband e Flamborough Head) e due francesi (Lord Of Mushrooms ed Eclat).
Prima ho parlato di assenza del grande nome, ma in realtà se si considera un perimetro più ristretto del mondo progressive, gli Eclat ed i Flamborough Head sono certamente formazioni di richiamo.
Arrivo leggermente in ritardo, giusto in tempo per ascoltare l'ultima parte dell'esibizione degli Oltremare e per acquistare il cd dei tedeschi Madison Dyke presso gli stand allestiti nell'area commerciale.
LORD OF MUSHROOMS
Alle 18 salgono sul palco i cinque ragazzi dei Lord Of Mushrooms, francesi di Nizza con all'attivo un discreto album di esordio ed uno nuovo in preparazione. L'esibizione non ha nascosto la loro vena compositiva più orientata verso un progressive tecnico con un occhio strizzato al metal e l'altro a melodie più accessibili. Il gruppo è guidato dal bravo chitarrista Laurent James e dal cantante Julien Vallespi, un buon frontman con le movenze alla Rob Sowden ed una voce discreta. I brani che dal vivo mi hanno impressionato di più sono stati quelli che compariranno nel loro prossimo lavoro (a memoria mi ricordo "Sloth"), per la cronaca incentrato sui sette peccati capitali (Magenta docet).
Infine, è stata molto piacevole ma disseminata di stecche del tastierista e di problemi tecnici l'esecuzione di "Firth Of Fifth" dei Genesis. Prova nel complesso dignitosa.
PLACKBAND
Brevissimo cambio di strumentazione e dal gruppo anagraficamente più giovane si passa a quello più stagionato, i Plackband. Il quintetto olandese esiste infatti dalla metà degli anni settanta ma nonostante ciò ha registrato un solo vero album dal titolo "After The Battle" nel 2002. Ho accolto la loro esibizione con una certa freddezza poiché non sono un grande estimatore del loro rock sinfonico di chiara derivazione genesiana. Il disco menzionato poc'anzi vive di pochissimi momenti di vera ispirazione e tanti di sterile riproposizione degli stilemi del genere e purtroppo anche dal vivo ho vissuto le stesse sensazioni provate ascoltando il cd. La loro musica è abbastanza anonima e non da mai prova di brillantezza sia compositiva che esecutiva.
C'è poco altro da segnalare se non l'esecuzione della discreta ed omonima canzone tratta da "After The Battle" e l'assenza del cantante originale Kees Bik che non ha fatto parte della spedizione italiana per problemi di salute ed è stato sostituito dall'ottima presenza scenica e discreta voce di Koos Sekreve.
FLAMBOROUGH HEAD
Di ben altro spessore è stata la prova dei Flamborough Head, incentrata soprattutto sul materiale che andrà a comporre il loro prossimo disco in uscita per settembre.
Il disco più recente "One For The Crow" del 2002 aveva segnato una svolta abbastanza radicale nella carriera del gruppo: innanzitutto l'inserimento della bravissima Margriet Boomsma alla voce e flauto e di Eddie Mulder alle chitarre ed il conseguente cambio di stile passato da un neo progressive convenzionale ma di indubbio spessore (ascoltare "Unspoken Whisper" per credere) ad un rock sinfonico più ricercato con elementi floydiani ed una spruzzata di folk anglosassone (un po' alla Mostly Autumn tanto per intenderci).
La loro esibizione italiana (la seconda dopo quella di Mantova dell'anno scorso) è stata assolutamente perfetta da ogni punto di vista e sicuramente quella che mi ha coinvolto maggiormente in questa giornata di musica.
La voce ed il flauto di Margriet Boomsma aggiungono un tocco unico ai tappeti di tastiere orditi da Edo Spanninga ed ai solismi di Eddie Mulder. Quest'ultimo sfoggia sempre un tocco preciso e pulito specie in fase di assolo ed è sorprendente a mio avviso la sua somiglianza fisica ed in parte anche "chitarristica" a David Gilmour.
Il gruppo ha dimostrato un grande affiatamento sul palco: molto precisa la sezione ritmica composta da Koen "Gentle Giant" Roozen alle percussioni e Marcel Derix al basso. Inoltre i nuovi brani mi sono sembrati musicalmente in linea con quelli di "One For The Crow". Unica concessione al passato la splendida "Limestone Rock" e "Garden Of Dreams". Prestazione maiuscola !
ECLAT
Il compito di chiudere la manifestazione è toccato ai francesi (da Marsiglia) Eclat, guidati dall'estro e dalla grande tecnica chitarristica di Alain Chiarazzo. Iniziano a suonare alle 23,15 e purtroppo gli organizzatori devono chiamare a gran voce il pubblico (stanco e probabilmente con la mente già all'imminente giornata lavorativa) perché si avvicini al palco ad assistere all'esibizione.
I pochi intimi hanno potuto saggiare da vicino grandi canzoni come "La cri de la terre" ed "Eternitè" tratte dall'ultimo album targato Musea di un paio di anni fa. Ed ancora brani del passato come "Vitriol" e "La machine".
Uno strumentista dotato come Alain non può che circondarsi di esecutori alrettanto validi: impressionante la sezione ritmica composta dal bassista e dal batterista italiano (romagnolo … di Reggio Emilia ??!!) Marco Fabbri (Odessa).
La qualità del loro prog robusto, molto tecnico e completamente strumentale ha consentito al gruppo di raggiungere lo status di grande nome dell'underground prog e non è certo un caso che gli Eclat vengano puntualmente invitati a suonare nei festival più importanti in tutto il mondo, l'ultimo proprio il Baja Prog messicano... ed era la terza volta.
 
Mi aspettano 250 chilometri per tornare a casa ma sono tanto soddisfatto di aver visto suonare i Flamborough Head e gli Eclat quanto intristito di essere stato spettatore dell'ennesima conferma che in Italia il rock progressivo non riesca ad attecchire o quantomeno non riesca a coinvolgere abbastanza da convincere i fans ad allontanarsi dal proprio impianto stereo.
E' vero che non siamo in Olanda ma la cosa più triste è che i nostri promoter non se ne rendono conto e puntualmente prendono alcune decisioni organizzative del tutto discutibili …
The previous and first edition of Gong Festival 2004 was a great success (about 3000 people attended the show), so Gigi Cavalli Cocchi and Re-Prog association decided to arrange a second one.
The 2005 edition took place in the same venue, a beautiful natural arena near Reggio Emilia (Italy), last 2005 june 12th.
Unfortunately this year I was one of the 250 people (no more) who attended the festival and It's really sad for me. I think somebody among the festival organization can't understand that we live in Italy (not in the Netherlands or Uk) and it's not a good choice the 10 euros ticket.
Anyway, let's talk about music: the festival featured six bands, Type and Oltremare from Italy, Plackband and Flamborough Head from The Netherlands, Lord Of Mushrooms and Eclat from France.
Since I arrived a little bit in late I missed the show of the two italian bands.
LORD OF MUSHROOMS
At eight p.m it's Lord Of Mushrooms turn. They recently released a debut album for Musea showing a good prog with some metal traces. The leader and main composer is the guitarist Laurent James. The track list also included something of the forthcoming album ( I remember a really good song called "Sloth") about the seven sins. Besides they played a good version of Genesis "Firth Of Fifth".
Not bad.
PLACKBAND
From the youngest band to the oldest one: Plackband from Holland.
This five-piece exists since the mid-seventies, though only one official album was released: "After The Battle" in 2002.
As a matter of fact I was not waiting for their show with great expectations because I didn't like so much the album and I must say their performance gave me more or less the same feelings. They play a symphonic prog so close to Genesis but lacking of a unique personality; besides most of their songs are not so brilliant from different points of view, including songwriting and executions.
FLAMBOROUGH HEAD
From the dark side of dutch symphonic prog to the shinest one. Flamborough Head climbed the stage when the sun was falling down and that was my favorite show.
Also FH has a new album in progress which will be out maybe next september and most of their show featured the new songs. The new entries Margriet Boomsma on vocals and flute and Eddie "David Gilmour" Mulder can be considered as fundamental for FH carrier: they brought several interesting news in FH music style, I mean a more refined and folky sound (Margriet) and an highest skilled playing (Eddie).
The band also showed a great harmony on the stage: Edo Spanninga is the leading FH's engine and the rythmic section (Koen "Gentle Giant" Roozen on drums and Marcel Derix on bass) is solid and precise.
From their previous albums the band played the wonderful "Limestone Rock" and "Garden Of Dreams" while the new tracks seemed to me quite similar to those from "One For The Crow". Wonderful show and september is coming ….
ECLAT
At 11:15 p.m. (too late in the night I think) Alain Chiarazzo and his Eclat plays his show. Few people was behind the stage to listen to great songs like "La cri de la terre" and "Eternitè" taken from their latest album; then "Vitriol" and "La machine" taken from their previous albums.
An high-skilled musician like Alain must be surronded by others great executors and that's it, including the italian drummer Marco Fabbri from Odessa.
Eclat's instrumental hard prog has conquered many fans around the world and that's the reason why they are often invited to play for the most important international festivals (I'm also talking about their three times in Baja Prog).

I came back home really satisfied of Flamborough Head and Eclat shows but even so sad for italian progressive music situation. Was it the second and final Gong edition? I'm pretty sure ….

Luca Alberici