Devo
ammettere, in premessa, che la decisione di rivedere dal vivo i Porcupine
Tree è stata lungamente meditata.
"Deadwing", l'ultima fatica dei porcospini, non mi ha particolarmente
entusiasmato: un album con spunti interessanti, ma senz'altro inferiore
a "Stupid Dream" ed a "Signify", che considero dei
piccoli capolavori.
In una splendida serata estiva, la Centrale del tennis si presenta discretamente
affollata, con un pubblico fortemente eterogeneo per età e gusti
musicali.
Dopo una breve ma interessante performance del Balletto di Bronzo, alle
22.00 circa ha inizio, con "Deadwing", lo show di Steven Wilson
& Co.
Fortunatamente, i miei iniziali timori svaniscono subito: infatti, in
un crescendo inarrestabile, i Porcupine Tree danno vita ad un concerto
bellissimo, frutto di una maturità artistica oramai definitivamente
acquisita.
Davvero mirabili la coesione e l'armonia del gruppo, impreziosita dal
grande talento dei singoli: il solito Steven Wilson, come sempre impeccabile
e virtuoso alla chitarra; Richard Barbieri, alle cui tastiere il gruppo
affida il difficile compito di tessere le trame; Gavin Harrison, batterista
molto preciso e potente (mi ha ricordato, per certi versi, il batterista
di Peter Gabriel nel tour di Up); Colin Edwin al basso, anch'egli decisamente
in gran spolvero.
Da apprezzare, inoltre, la presenza di John Wesley (collaborazioni con
Fish, Marillion, ecc.) come chitarrista e voce di supporto, che rende
ancora più orchestrali le magiche sonorità dei porcospini.
L'unica nota dolente la set list, prevalentemente incentrata sugli ultimi
due lavori ("In Absentia" e "Deadwing", peraltro
più incisivi nella loro versione live).
In particolare, dell'ultimo album non è stato eseguito il brano
che considero migliore ("Start Of Something Beautiful), mentre
dal "vecchio" repertorio hanno trovato unicamente spazio le
splendide "Even Less", "Fadeaway" e "A Smart
Kid (quest'ultima interpretata in modo sublime).
Pur comprendendo le esigenze di natura commerciale, non riesco tuttavia
a giustificare l'assenza di alcuni brani storici ("Dark Matter"…per
citarne uno).
Discreta anche la parte vocale, maggiormente curata rispetto agli album
e ai live degli esordi.
In conclusione, si è trattato di un grande concerto (ottima l'acustica
della Centrale del tennis), con conseguente e giusta ovazione finale
da parte del pubblico.