HERON PROG VOL.1
NOVARA "PARCO CADUTI....."

 

DATE: 2006 JUNE 2ND
REVIEWED: 2006 JUNE 13TH
LIVE PICS
L'edizione 2006 della rassegna "Giovani Espressioni" patrocinata dal Comune di Novara ha visto nella sua giornata inaugurale lo scorso xx maggio l'esibizione di quattro gruppi di rock progressivo, gli italiani Castello di atlante, Calliope e Arti e Mestieri con i nipponici Asturias.
Certo, in molti avranno pensato che, ad eccezione degli Asturias, i gruppi in scaletta non erano giovani band all'esordio come era nella finalità della manifestazione, ma tant'è, consideriamoli come realtà musicali con alle spalle trent'anni di esperienza ma con una giovinezza e vigore ritrovati.
Heron Prog Vol.1, questo il nome del festival, si è svolto in un'ampia e ben tenuta area verde nella periferia novarese, di fronte ad un pubblico interessato che nel corso della giornata è passato dalle poche decine al centinaio (scarso).
Con ben quaranta minuti di ritardo le danze sono state aperte dai vercellesi CASTELLO DI ATLANTE che fatalmente hanno avuto solo il tempo di eseguire "Non puoi fingere" dal loro ultimo album "Quintessenza" e "La foresta dietro il mulino di Johan" estratto dall'album di esordio "Sono io il signore delle terre a nord". Insomma un "testacoda" temporale esattamente come quello che li ha costretti a scendere dal palco a causa di una funzione religiosa da celebrarsi nella chiesa adiacente al parco e prevista alle 18 in punto. Se era in effetti prevista un'interruzione a quell'ora e proprio per quel motivo, altrettanto non era purtroppo la partenza ritardata della loro esibizione. Peccato, perché avendoli visti spesso nel recente passato, stavano veramente dando il meglio di loro stessi. L'ironia della sorte ha voluto che il batterista del gruppo, Paolo Ferrarotti, fosse proprio il direttore artistico della manifestazione.
Quando i fedeli sono andati in pace e la funzione religiosa è terminata, sono saliti sul palco i torinesi CALLIOPE, o meglio i nuovi Calliope, che sono solo lontani parenti della formazione originale che pubblico' tre dischi agli inizi degli anni novanta. L'unico superstite è il tastierista Enrico Perrucci, ora affiancato da una ciurma di ragazzini dalle discrete doti tecniche ma nulla più. La scaletta dei brani è stata monopolizzata dal materiale più recente, decisamente più orientato al rock italiano ritmato con tendenze hard e solo a sprazzi sinfonico e più elegante. Una prestazione a mio parere senza infamia e senza lode.
Quando il sole comincia a far spazio alle tenebre e si dilegua anche la nutrita comunità di sudamericani che aveva scelto l'ombra del palco per un pic-nic, entrano in scena i giapponesi ASTURIAS, i veri ospiti speciali della giornata anche solo perché gli unici non sotto contratto Elektromantic. Il quartetto composto da chitarra acustica, violino, tastiere e clarinetto ha dato vita all'esibizione più particolare ed anomala della giornata con il loro raffinatissimo progressive/folk cameristico.
Un altro scherzo della sorte ha voluto che di fronte all'esigenza di utilizzare il leggìo, proprio in quel momento si è alzato un vento fastidioso che ha creato non pochi problemi ai simpatici giapponesi.
Sono ormai quasi le 22 ed il piatto forte è pronto: gli ARTI & MESTIERI, reduci dalle loro fortunate tourneè oltreoceano dove, manco a dirlo, hanno raccolto gli applausi di un pubblico venti volte più numeroso di quello di stasera. Non più di settanta persone, a spanne, hanno assistito ad una esibizione con la "E" maiuscola ed in grassetto; una prova di forza, tecnica e grande coesione strumentale. Il gruppo ha eseguito quasi per intero i due album storici degli anni settanta, "Tilt" e "Un giro di valzer per domani" in aggiunta ad alcuni estratti dal materiale nuovo.
La vera dimensione degli Arti & Mestieri è appunto quella di gruppo strumentale che presenta al pubblico un sublime incrocio tra progressive italiano e jazz; quindi l'inserimento di un bravissimo cantante come Iano Nicolò dei Cantina Sociale (voce imponente e teatralità scritta nel suo Dna) è stata una scelta azzeccata per dare il giusto impatto visivo dal vivo ma è chiaro che il suo contributo sarà sempre marginale.
Una menzione particolare va certamente a Furio Chirico, un percussionista che è obbligatorio vedere dal vivo per rendersi conto di quanto potente, preciso e fantasioso sia. Grandissima prova !!
Che dire, un Festival nel complesso riuscito, problemi tecnici, di tempi e di pubblico a parte, nel senso che chi c'era ha soddisfatto la sua fame di prog dal vivo. Un palco spazioso, un ottimo impianto luci …. Insomma un'esperienza organizzativa da ripetere, bravo Paolo !!

Luca Alberici