AGENESS "Imageness" (1998) Finland, Musea |
Gli
Ageness rappresentano un discreto esempio di neo-prog sinfonico finlandese
che percorre lo stesso sentiero già battuto da Iluvatar, Jadis
ed Iq: "Imageness", il loro quarto album, è forte di
melodie quasi sempre accattivanti sorrette da una base ritmica solida
e virtuosa (mi riferisco soprattutto al bassista Jarri Ukkonen) e colme
in ogni angolo di tastiere scintillanti e di interventi di organo. Ageness
is a quite good finnish example of symphonic prog band moving along the
same roots of Iluvatar, Jadis and Iq. "Imageness" is their fourth
album bearing up of good melodies, keyboards and organ passages and a
virtuous rhythmic section ( especially the bassist Jarri Ukkonen). |
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Luca Alberici 05/04/2005 | RATING:
60/100 |
FOLQUE "Vardoger" (1977) Norway, Pan records |
Fra la miriade di gruppi votati al folk tradizionale, nessuno aveva mai osato dichiarare così palesemente i propri intenti, mentre questi ragazzi norvegesi, in circolazione addirittura dall'inizio degli anni '70 hanno pensato bene di chiamarsi molto semplicemente Folque, scoprendo chiaramente le carte che si sarebbero giocati. "Vardoger", uscito nel 1977 ci propone una manciata di brani cantati in lingua madre da Lisa Helljesen, pregni di sonorità che traggono ispirazione dalla tradizione musicale norvegese. La semplicità ed il disimpegno regnano sovrane (anche gli sbadigli talvolta) sebbene l'utilizzo di mandolini, violini ed altri strumenti più caratteristici che si affiancano alle più canoniche chitarra, basso, keys e batteria contribuiscano a dare spessore ed estrema gradevolezza ad alcune porzioni di lavoro. Niente di memorabile ma è comunque un disco utile per scoprire le radici del folk nordeuropeo più genuino e primordiale. Among the hundreads of folk bands around the world nobody declared so clearly its music style. This band from Norway, simply called Folque, started to make music in early seventies and "Vardoger" has been released in 1977. Of course music takes inspiration by traditional norwegian tunes, played using mandolins, violins together with the more conventional guitars, keys, bass and drums. The lyrics in mother tongue are sung by Lisa Helljesen. It's not an unforgettable album (sometimes a little boring) but it certainly deserves to be heard to find folk music of nothern Europe at its first steps. |
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Luca Alberici 25/08/2003 | RATING:
70/100 |
GOTTHARD "Homerun" (2001) Switzerland, |
Ho ascoltato questo nuovo lavoro dopo che un mio amico, nonché grande fan della band svizzera, mi ha manifestato il suo disappunto e la sua delusione per il nuovo corso, a suo dire, + pop e meno sanguigno rispetto agli album precedenti. E’ vero, "G" è stato l’ultimo cd veramente elettrico: nel successivo "Open" si intravedeva già il cambiamento che si è poi concretizzato pienamente in questo "Homerun". Non sto parlando di stravolgimento radicale del loro sound ma sembra molto evidente l’intenzione (o la necessità ??) di conquistare platee più vaste con un suono più accessibile. L’aver condiviso questa considerazione, tuttavia, non modifica l’opinione generale che mi sono fatto di "Homerun": i brani sono ben assemblati, piacevoli e ben suonati. Non sono molti gli highlights come l'opener iniziale e "Fly Eagle Fly".Niente di mai sentito e di sconvolgente sia ben chiaro, ma l’impressione che rimane è di un album superiore alla media e che conferma i Gotthard fra i principali attori nel panorama rock mondiale. Da non snobbare e da ascoltare con piacere. |
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Luca Alberici 02/11/2001 | RATING:
70/100 |
HEON " Electro-Acoustic Requiem" (2003) Canada, Unicorn |
La
tecnologia applicata alla musica ha fatto autentici passi da gigante,
tanto da consentire al chitarrista canadese Martin Heon di pubblicare
"Electro-Acoustic Requiem", un album realizzato con il solo
ausilio della sua chitarra elettrica. I suoni sono stati campionati, filtrati,
forse anche geneticamente modificati, sino a farli assomigliare in certi
casi ad altri strumenti. Un'operazione senza dubbio ambiziosa e nata forse
con l'intento di gettare le basi per un'evoluzione sonora proiettata in
un futuro neanche troppo lontano dai giorni nostri. Martin
Heon is a canadian guitar-player and (I'm sure) very close to applied
technology. His debut album "Electro-acoustic requiem" has been
recorded using electric guitar only. The six chords sound has been distorted,
filtered and probably also genetically modified. Sometimes it seems to
hear completely different instruments, so it's certainly an interesting
and ambitious experiment, but it's also very difficult to rate for me.
When Martin creates soft and ambient melodies I can love his job, much
less when he's intricate, convulse and hard to swallow. |
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Luca Alberici 11/10/2003 | RATING:
50/100 |
METALLICA " St. Anger" (2003) Usa , Vertigo |
Mah,
che dire, è come se i Metallica avessero voluto ripartire da capo,
lasciandosi alle spalle l'hard rock robusto, iperprodotto e sempre più
accessibile che aveva caratterizzato le loro ultime realizzazioni. Tuttavia
"St Anger", l'ultima fatica dei californiani, non può
neanche essere paragonato allo speed metal di "Kill 'Em All"
con il quale semmai condivide solo l'aggressività e la ruvidezza
dei suoni. Qui siamo addirittura alle soglie (sovente oltrepassate) del
metal industriale, convulso e metalmeccanico: gli arrangiamenti sono volutamente
poco curati ed il drumming di Lars Ulrich ha lo stesso effetto di una
catena di montaggio a pieno regime. Come se non bastasse James Hetfield
canta con la rabbia di un operaio a cui verrà probabilmente rimandata
la pensione. Solo in "My World" che mostra con orgoglio lo stesso
giro di chitarra di "Battery" ho trovato l'unica traccia dei
vecchi Metallica. I
think Metallica wanted to start again from their first steps, leaving
behind them the more and more accessible hard rock they recently played
in their last works. This is the only explanation. Nevertheless "St.
Anger" can't be compared to "Kill 'Em All" or "Ride
The Lightning": there's the same aggressivity and roughness but on
the edge (often overtaken) of the worst industrial metal. The arrangments
are not intentionally so cured and Lars Ulrich drumming seems like an
assembly line. Besides, please forget James Hetfield singing "The
Unforgiven"; now he sings just like a working class man who probably
won't receive enough money for his retired time. |
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Luca Alberici 7/11/2003 | RATING:
40/100 |
MORIA FALLS "The Long Goodbye" (1995) UK , Verulamium |
I
Moria Falls sono un quintetto inglese, che nel 1995 esordisce con questo
"The Long Goodbye" che si destreggia con discreto gusto e perizia
tecnica in un ambito strettamente neo-progressive melodico alla Pendragon
e Marillion prima maniera. Buone le tessiture tastieristiche
di David White ma ancor meglio sono le trame chitarristiche di Glen Sanderman
che si conferma come la vera guida artistica del gruppo, mentre l'elemento
di palese disturbo è rappresentato dalla voce assolutamente incolore
di Miff. Moria
Falls is a five-piece coming from England. "The Long Goodbye"
is the first album, released in 1995, moving along a melodic neo-progressive
rock in the vein of Pendragon and early Marillion.
David White and his keyboards are everywhere but I mostly like the guitar
themes played by Glen Sanderman who I supposed to be the leading guide
of Moria Falls. Finally I don't think Miff is a good singer. |
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Luca Alberici 27/02/2005 | RATING:
55/100 |
MYSTERE DE NOTRE DAME "s/t" (1996) Italy , WMMS |
Questo esordio della band italiana, uscito nel 1996, fonde e fa coesistere il prog-metal più classico e melodico (alla Dream Theater) con il più immediato ed istintivo heavy metal. L'album è ben registrato ed assemblato con professionalità, inoltre il cantante potrebbe tranquillamente essere scambiato per il fratello minore di Geoff Tate o per il cugino di James Hatfield, ma il problema è che non vengono mai raggiunti quei picchi di creatività che fanno veramente la differenza; anzi i clichè si sprecano e non basta far iniziare "The Absurd" con un' introduzione di buon effetto e poi rovinare tutto con il solito riff power metal che abbiamo già ascoltato centinaia di volte. "Out Of The Row" è forse l'unico brano che per intero mi ha trasmesso qualcosa di positivo, per il resto solo frammenti isolati. Rimangono le buone intenzioni e lo sfoggio di una buona tecnica ma manca la degna realizzazione. This debut cd of Mystere De Notre Dame (from Italy not France) was released in 1996 and mixes classic and melodic prog-metal (a-la Dream Theater) with the stronger heavy metal sound. The sound quality is absolutely excellent, the guitar playing is clean and skilled and the singer could be the Geoff Tate' s youngest brother or the James Hetfield's cousin. Nevertheless there are too much cliches and most of the songs lack of creativity. I only liked "Out Of The Row", a really inspired song. The best and good intentions are not enough, I'm sorry guys ! |
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Luca Alberici 06/10/2003 | RATING:
60/100 |
ROZ VITALIS "Painsadist" (2003) Russia, Independent |
I
Roz Vitalis provengono dalla Russia. "Painsadist" è la
loro seconda fatica autoprodotta dopo "L'ascensione" uscito
l'anno scorso. Il cd dura solo 37 minuti e ci propone essenzialmente una
musica elettronica dominata dalle tastiere e da innumerevoli effetti campionati
di Ivan Rozmainsky. Le sette tracce presenti alternano momenti più
rilassati ed atmosferici (e quindi di più facile digestione) ad
altri più convulsi e dissonanti (solo travestiti di sperimentazione).
Non amo particolarmente questo tipo di musica e non cambio certo idea
con questo disco, ma devo ammettere di aver incontrato soprattutto nella
seconda parte del cd, qualche spunto di sicuro interesse. "Exodus"
e la conclusiva title-track sono brani più che accettabili, quest'ultima
molto solenne ed ecclesiastica. Roz
Vitalis comes from Russia and "Painsadist" is their second album
after "L'ascensione" of the last year. In this Ep you can basicly
find 37 minutes of electronic music ruled by Ivan Rozmainsky's keyboards,
programming and several sound effects. Some of the seven tracks are more
relaxed and supported by fine atmospheres, while others are more dissonant
and convulse. I don't like this kind of music very much but I must admit
to have enjoyed especially the second half of this work (see "Exodus"
and the final title-track). |
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Luca Alberici 19/09/2003 | RATING:
55/100 |
JOE SATRIANI "Strange Beautiful Music" (2002) Usa, Sony music |
Joe Satriani è un mostro di bravura e non lo scopro certo io: è stato e continua a confermarsi uno dei migliori melody maker del pianeta, capace di estrarre dalle sei corde motivi affascinanti, ritmatissimi e molto coinvolgenti ma mai privi di arrangiamenti di qualità. "Strange Beautiful Music" è un deja-vu, un ritorno al passato, una specie di riassunto di quanto esibito nei primi 3-4 album, dopo un paio di tentativi più recenti e non perfettamente riusciti di indirizzare il suo chitarrismo verso territori più soul-blues (vedi l'omonimo album e "Engines Of Creation"). Notevoli soprattutto "Oriental Melody", "Starry Night" e "Sleep Walk", tutti brani semplici, diretti, che forse ricordano troppo il suo vecchio repertorio, ma centrano sicuramente l'obiettivo. Ma troviamoglielo il difetto: i sessanta minuti di durata forse sono eccessivi ed una potatina di di 3 o 4 canzoni non avrebbe per nulla compromesso il buon risultato finale. Everybody
knows Joe Satriani's skillness while playing the 6-chords, so I won't
lose my time telling you this. Joe was and currently is one of the best
melody maker living on earth: he can take out from his guitar rhytmical
and lovely tunes full of wonderful arrangments. |
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Luca Alberici 27/10/2003 | RATING:
75/100 |
DOMENICO SOLAZZO "Carpigstroke" (2003) Belgium, Independent |
Conoscendo
abbastanza bene i gusti musicali di Domenico Solazzo, un ragazzo belga
ma di chiare origini italiane, dopo aver ricevuto la sua opera prima,
intitolata "Carpigstroke", non mi sono stupito oltremodo del
suo contenuto artistico che definirei enigmatico, inquietante, minimalista
e decisamente insolito. La registrazione purtroppo è poco più
che amatoriale e non depone certo a favore di quello che per adesso può
essere considerato solo un semplice esperimento. Il miscuglio sonoro è
costituito da una chitarra più spesso acustica ma anche elettrificata,
batteria, da una serie di effetti campionati e dall'uso frequente di voci
filtrate, che vanno ad aggiungersi alle parti vocali, invero poco brillanti,
di Domenico. I
Know quite well the musical tastes of Domenico Solazzo (a belgian guy
with clear italian origin), so I wasn't surprised of the artistic content
of his debut album called "Carpigstroke". It's enigmatic, disquieting,
minimalistic and so unusual. Unfortunately the recording is not enough
good to consider it something more than a first experiment. I met the
best moments when Domenico tried a more "classical" and athmospheric
approach as in the ummagammian "Protect", "Collect"
and "Neglet". I liked it much less when he gives a clearer shape
and substance to some tracks as "Affect" for example. |
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Luca Alberici 15/12/2003 | RATING:
NR |
VOX TEMPUS "Demo" (2004) U.S.A. , Independent |
I
Vox Tempus nascono dalle ceneri degli Equinox: Eric Ragno (anche nei Takara)
alle tastiere, Dan Reed (anche nei Millenium) alla voce, Ray Mantor alla
chitarra, Jim Turba al basso e, fiato alle trombe, la partecipazione straordinaria
di Greg Bissonette alla batteria. I cinque americani ci danno in antipasto
tre brani che figureranno nella track-list del loro imminente debutto
e l'impressione è abbastanza positiva: i Vox Tempus suonano un
progressive metal molto melodico, abbastanza convenzionale e mai troppo
complicato. L'architettura è sorretta da una sezione ritmica molto
solida arricchita con interventi tastieristici ariosi e ben eseguiti.
I ritornelli, dall'appeal molto commerciale, sono cantati divinamente
dall'ugola deluxe di Dan Reed. "What About" è quello
in cui si avvicinano al prog metal più puro e complesso dei Dream
Theater di qualche anno fa. Vox
Tempus was born from the ashes of Equinox: Eric Ragno (he also played
for Takara) on keys, Dan Reed (also in Millenium) on
vocals, Ray Mantor on guitars, Jim Turba on bass and Greg Bissonette on
drums as special (very special) guest. The five americans give us a quite
good hors-d'oeuvre of their forthcoming debut album: the three songs show
us a really melodic progressive metal, never too complex, except "What
About" more in the vein of early Dream Theater.
Overall the rhythm section is quite strong always riched with good keyboards
carpets. Dan Reed's vocal performance is absolutely incredible. |
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Luca Alberici 07/06/2004 | RATING:
NR |
WHEATSTONE BRIDGE "Demo" (2003) U.S.A., Independent |
Gli americani Wheatstone Bridge nascono nel 2002 per volonta' del batterista Ernie Plank e del chitarrista David Wilson ai quali si unisce ben presto il bassista e cantante John Taylor. Nei 21 minuti di questo demo, ci propongono una fusione di stili abbastanza varia anche se in taluni casi abbastanza confusionaria: la chitarra graffiante, frenetica e molto pesante rievoca atmosfere doom/thrash metal tipiche di Black Sabbath ma l'architettura con cui la band costruisce i brani è ben più complessa ed imprevedibile, grazie all'inserimento di numerosi cambiamenti di ritmo ed umori, sonorità hard-prog direttamente dai seventies e qualche traccia di jazz-fusion. Purtroppo la qualità dell'incisione non è delle migliori, piatta e poco pulita. Tre sole tracce non mi sono sufficienti per dare un giudizio definitivo, ma danno comunque l'idea di una band alla ricerca di uno stile abbastanza originale che ha solleticato il mio interesse. Da rivedere sulla lunga distanza. Wheatstone Bridge is a band from U.s.a., born in 2002 thanks to the drummer Ernie Plank and the guitarist David Wilson. Then John Taylor (bass, vocals) joined the band. With this 21 minutes demo they offer us a blend of so different styles: the foreground is ruled by a so heavy and doom guitar in the vein of early Black Sabbath but the architecture which the band builds the songs with is more complex and unforeseeable. There are some beautiful traces of hard-prog (from the seventies) and jazz-fusion. Three songs only are not enough to give a definitive rating to this demo ("Application I" is my favourite) but I certainly found a band in search of an interesting and so original style. Let's wait for the whole album… |
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Luca Alberici 10/04/2004 | RATING:
NR |