- Un artwork di scuola
progressiva anni settanta, la presenza di soli quattro brani, di cui tre
dal minutaggio molto elevato, contenenti un minestrone (in senso positivo)
di strumentazioni rigorosamente vintage, tra cui spiccano un onnipresente
mellotron ed un Moog, fanno di questo "Hinterland" uno dei dischi
del 2005 più derivativi ed agevolmente riconoscibili stilisticamente.
Dietro ai norvegesi Wobbler si cela la figura di Lars Fredrik Froislie,
tastierista dei White Willow ed il suo smisurato amore verso i mostri sacri
del prog che ha contribuito a partorire questo progetto parallelo e, presumo,
estemporaneo.
Ascoltando le note della lunghissima title-track mi vengono in mente subito
gli Anglagard e le loro complesse architetture sonore che sapevano essere
contemporaneamente dure, oscure, ma anche deliziosamente sinfoniche ed a
tratti folkeggianti. Sembrerà ovvio, ma di riflesso e da un passato
più remoto, emergono anche i fantasmi di King Crimson, Gentle Giant
ed in generale di buona parte della scuola progressiva classica.
Ammetto di sentirmi in imbarazzo a valutare questo disco, indeciso tra una
valutazione striminzita dovuta alla sua sostanziale inutilità ed
una valutazione molto buona per il grande gusto e capacità tecnica
con cui questi ragazzi hanno ripercorso la storia del prog tingendola dei
colori tipicamente scandinavi. Di certo va apprezzata la grande capacità
di rilettura dei classici ma anche l'indubbia genuinità con cui i
Wobbler riescono ad essere ruffiani e derivativi.
Me la cavo con una valutazione che sta in mezzo con il più classico
degli avvertimenti: se avete capito cosa "Hinterland" vi potrà
riservare, nel bene o nel male, sappiatene fare buon uso.
- "Hinterland"
could be described as one of the less original progressive works of 2005:
the artwork reminds the prog seventies but also the large use of vintage
instruments especially Moog and Mellotron.
Behind the norwegian band Wobbler you can find the White Willow's keyboards
player Lars Fredrik Froislie together with his deep love for the prog giants
of the past.
Listening to the long lasting title-track my mind went to Anglagard music,
to their complex themes, sometimes hard and obscure, but delightfully symphonic
and folk at the same time. Of course my mind also went to a more distant
past, which the ghosts of King Crimson, Gentle Giant and ELP come from.
I'm a little in trouble to choose what kind of judge to give to this album,
I mean a low rating for its historical uselessness or an high rating for
the good taste and ability which the band went back over the progressive
rock history.
Finally my love for progressive rock prevails and I opt for an half-way
rating but it's right you know what you should expect from "Hinterland".
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!