WILLOWGLASS
WILLOWGLASS (2005)

UK
GENRE: PROG
LABEL: INDEPENDENT
WEBSITE: Official Site
REVIEWED: 2005 AUGUST 24TH
RATING: 75/100
 

 

Il detto: "Chi fa da sé fa per tre" sembra trovare sempre più riscontro pratico nel mondo del rock progressivo, visto il proliferare di gruppi creati dalla mente e dal braccio di un solo uomo.
Sebbene la tecnologia faccia ormai i miracoli, talvolta questi progetti palesano evidenti limiti, in parte dovuti alle differenti capacità esecutive del multitrumentista di turno alle prese con i diversi strumenti; si può essere, infatti, un ottimo tastierista ed un mediocre chitarrista, ma il peggio è quando il tuttofare si astiene del tutto dal suonare la batteria ricorrendo -ahime'- ad una fastidiosa batteria campionata.
Beh, devo dire che il termine "talvolta" usato prima non riguarda affatto i Willowglass, alias Andrew Marshall che si occupa in piena scioltezza delle tastiere, delle chitarre, del flauto e delle parti di basso, lasciando saggiamente a tal Dave Brightman il compito di picchiare (invero con molta grazia) sulle pelli di una vera batteria.
La bella copertina, opera di Lee Gaskins (Pylgrim, Werwolf) è in grado da sola di descrivere il contenuto musicale di questo esordio autoprodotto che sin dalle prime note di "Peace" ed a seguire di "Remembering" si dimostra subito molto familiare e ben inquadrabile entro confini precisi.
Andrew non nasconde certo la sua grande passione per il prog bucolico e rilassato: tutte le dieci tracce proposte sono impregnate di soffici melodie abbastanza accessibili che trasmettono un senso di pace interiore e sano ottimismo.
I nobili riferimenti sono quelli che rimandano soprattutto al prog romantico di Genesis e Camel con un leggero tocco di neoprog più moderno ad alleggerire ancor più il tono delle composizioni.
"Tower Of The King's Daughter" è costituita da un'ossatura molto semplice e lineare, ma con il passare dei minuti cresce d'intensità e sinfonismo. Mi ha piacevolmente ricordato uno dei brani tratti dall'unico disco dei grandi Neuschwanstein e quindi vi lascio immaginare quanto larga sia l'influenza genesiana.
"A Blinding Light" richiama molto le atmosfere di "The Snow Goose" dei Camel: le tastiere sono morbide ed avvolgenti e la chitarra di Andrew Latim….oopps Marshall ricama con estrema delicatezza e precisione.
Comunque, non inganni la generale spensieratezza e leggerezza delle trame musicali, perché Andrew riesce sempre a donare una salutare sostanza ai brani, talvolta con inserti di flauto e praticamente sempre con ottime partiture di chitarra, che sembra proprio essere il suo strumento preferito.
E' un disco ancora dal sapore dimostrativo, perfetto per presentarsi al pubblico e mettere in mostra le buone capacità compositive ed esecutive del suo autore, ma a cui manca ancora sia una sua personalità che la classica manciata di brani realmente al di sopra della media che gli avrebbe permesso di essere ricordato come qualcosa di più di un esordio decisamente promettente. Avanti così.
Willowglass is a new one-man band coming from England and another one quite inspired and brilliant. The man behind all the instruments (except drums) is Andrew Marshall: he plays all the guitars, bass and flute. Fortunately he had the good idea to leave drumming to a living drummer (Dave Brightman) not asking help to a hateful drum machine.
The beautiful cover painted by Lee Gaskins (also the painter of Pylgrim and Werwolf covers) faithfully mirrors the music inside this album: Andrew is certainly a great fan of british art & folk progressive rock and he takes inspiration from the art of Genesis and Camel as well as a touch of modern neo-prog to give the songs more melody. "Peace" and "Remembering" are the first and clear examples, followed by "Tower Of The King's Daughter", a really simple and relaxed song at the beginning, but able to grow and reach satisfactory symphonic peaks.
"A Blinding Light" reminds me the vein of Camel's masterpiece "The Snow Goose", thanks to mellow keys and good guitar themes played by Andrew Latim ….opps Marshall !!
I think this album is a very good way for Andrew to introduce himself to the prog world: it still lacks of unforgettable tracks but he's on the right way.

Luca Alberici

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