VLADIMIR BADIROV PROJECT
GREETING FROM NOSTRADAMUS (2004)

UZBEKISTAN
GENRE: PROG-JAZZ
LABEL: UNICORN
WEBSITE: V. Badirov Official
REVIEWED: 2004 DECEMBER 21TH
RATING: 70/100
 

 

E' difficile pensare a Vladimir Badirov, originario dell'Uzbekistan, come ad un'artista normale e così facilmente classificabile che fa delle percussioni il suo pane quotidiano da quando aveva quindici anni e che, dopo aver militato in numerose band folk locali, ha poi l'onore di fare da spalla a Peter Gabriel nel corso del suo "Growing Up" tour. Lo è ancor di più dopo aver ascoltato questo esordio del suo nuovo progetto artistico, nel quale fa confluire tutte le sfaccettature della sua musica, frutto di anni di studio ed esperienza sul campo.
"Greeting From Nostradamus" è un disco per amanti di jazz-folk-rock etnico, ma anche per i semplici patiti delle sfumature e delle strumentazioni caratteristiche del paese di provenienza. Le percussioni di Vladimir sono circondate dai più convenzionali basso, chitarre e flauto ma anche da splendidi interventi di violino, nay (un flauto tipicamente uzbeko), clarinetto, trombe e tromboni. L'amalgama sonora è perfetta: nessuno sbilanciamento eccessivo verso soluzioni troppo ostiche o verso solismi esagerati; non si assiste mai neppure ad un uso sconsiderato delle percussioni che non troverete mai egoisticamente protagoniste in alcun brano. Semmai talvolta infastidisce il frequente ricorso alle campionature della batteria.
In un contesto medio abbastanza ispirato, brillano soprattutto il funky-rock disimpegnato di "Greeting From Nostradamus", "The Heart" dal fine sapore mediorientale, l'enigmatica "Shaman" ed "Artificial Paradoxes", il brano più convenzionalmente rock del disco, con l'ottima chitarra di Alex Tamaev che mi ricorda il Jeff Beck più sperimentale di "Guitar Shop". Un disco oggettivamente affascinante e nel complesso abbastanza accessibile ad un pubblico di media vastità.
It's so hard to think of Vladimir Badirov as a conventional artist. He comes from Uzbekistan and he has been playing drums since he was fifteen. He played for several local bands and he also succedeed in playing as support act during the Peter Gabriel "Growing Up" tour.
"Greeting From Nostradamus" is the first release of his latest project: it's an album for jazz-folk-ethnic rock lovers and for everyone who like listening traditional instruments inside a rock context. Apart from drums and percussion, bass and guitar, you can find beautiful passages of nay (a typical flute from Uzbekistan), trumpet, clarinet and trombone. All these instruments are very well balanced inside the tracks. I rather don't like drums programming somewhere used by Vladimir.
The overall inspiration of songwriting is good but I especially like the funky rock of the title-track, "The Heart", the enigmatic "Shaman" and "Artificial Paradoxes" where Alex Tamaev's guitar reminded me the most experimental Jeff Beck of "Guitar Shop".
A fascinating and quite accessible album who deserves not to be missed.

Luca Alberici

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