US
THE GHOST OF HUMAN KINDNESS (2004)

HOLLAND
GENRE: PROG
LABEL: SELF
WEBSITE: Us Official
REVIEWED: 2005 JUNE 19TH
RATING: 75/100
 

 

Con il nuovo disco (il terzo della loro carriera), gli olandesi Us hanno scelto la strada della continuità stilistica, magari poco coraggiosa, ma benaugurante per chi ha apprezzato il loro lavoro precedente "Eamon's Day".
"The Ghost Of Human Kindness" è composto da cinque tracce, alcune molto lunghe ed articolate, che ripropongono un rock sinfonico dalle tonalità prevalentemente acustiche ed abbastanza accessibili. Il copioso utilizzo della chitarra acustica è una loro caratteristica molto personale che rende la musica degli Us quantomeno riconoscibile tra le molte proposte di questo genere che in Olanda sembra trovare largo spazio e consensi.
Gli Us si sono sempre dimostrati molto abili proprio nel creare suite lunghe ed elaborate ma sempre molto fluide, tutt'altro che pesanti o troppo pretenziose. Ancora una volta si respira quel dolce profumo di Genesis, Yes ed in generale del prog sinfonico inglese anni settanta.
E' però sufficiente ascoltare i primi minuti del cd per notare che qualcosa in sede di incisione deve essere andato storto: i primi tre brani sembrano estratti da dischi diversi ed incisi con budget veramente irrisori. La voce va spesso in distorsione ed il suono non respira e sembra ovattato. Leggendo le note del booklet, scopro che effettivamente i 4/5 delle registrazioni erano andate perdute per colpa di un hard disk capriccioso e poi parzialmente recuperate.
Peccato, perche la prima parte del lavoro ("Full Circle" e "Domes" per un totale di 34 minuti) è proprio quella più ispirata e convincente e sono certo che con una maggiore resa sonora avrebbe fatto figura ancora migliore. In questi due brani troviamo l'essenza della musica degli Us, ossia un crescendo sonoro che parte da atmosfere acustiche che poi si intensificano in un suono più pomposo e sinfonico, reso ancor più interessante dal basso di Jos Wernars in grande evidenza e dall'ottima voce di Stephan Christiaans. In sintesi due brani da incorniciare anche dal punto di vista lirico.
Purtroppo già con "Grand Canyon" comincia la fase calante del lavoro: questa è una ballata acustica che non convince affatto nella struttura, nel ritornello troppo dolciastro ed in generale nelle parti vocali.
Poi l'album riprende leggermente quota con il romanticismo neo-prog di "The Dream" e si conclude con l'altra suite omonima, che tuttavia non riesce ad eguagliare la bellezza cristallina di "Full Circle".
Qualità sonora a parte, "The Ghost Of Human Kindness" raggiunge livelli di gradimento più che buoni ma manca di continuità e quindi si ferma su un gradino più basso rispetto allo splendido "Eamon's Day".
"The Ghost Of Human Kindness" is the third album by this dutch band simply called Us. The band chose the easiest way of a clear stylistic continuity which is maybe the braveless but the best way for everybody who deeply loved their previous album "Eamon's Day". I'm personally one of the lovers of that album.
The new album is built again around five tracks, some really long lasting and elaborate, showing an acoustic symphonic rock very well written and played. I think the wide use of acoustic guitar is just their personal way to play symphonic prog and it's enough to be recognized among the so thick dutch sympho-prog scene.
They are true masters by creating long and mellow suites plenty of different moods, absolutely not hard to swallow or too pretentious. Once again you can breathe the sweet perfume of Yes and Genesis and overall the art-rock from the seventies.
The first two tracks ("Full Circle" and "Domes") are 34 minutes of almost perfect music which I consider the true essence of Us sound: they start with a mellow acoustic atmosphere and then the sound fills of keys textures and pulsing bass. Besides Stephan Christiaans voice is impressive as always.
Unfortunately something went wrong in the recording process: the band experienced an hardisk breakdown, so they were compelled to recover most of the tracks. The result is an overall not so brilliant sound.
The less inspired part of the album starts with "Grand Canyon", a quite good acoustic ballad, followed by the better new progressive of "The Dream". Unfortunately also the eponymous final suite can't equalize the beauty of "Full Circle".
Apart from the sound quality, "The Ghost Of Human Kindness" reaches a good level but if you want to find Us music at his best I recommend to start with the previous album "Eamon's Day".

Luca Alberici

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