TRESPASS - IN HAZE OF TIME (2002)

ISRAEL

GENRE: PROG

LABEL: MUSEA

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REVIEWED: 2002 AUGUST 26TH

RATING: 80/100

 

 

Mentre scrivo, le cronache mondiali sono monopolizzate dalle notizie e dai reportage provenienti dalla striscia di Gaza, antico teatro di un conflitto tra israeliani e palestinesi e lontano, almeno così sembra, dall’esaurirsi in tempi brevi. Mentre si combatte a suon di attacchi terroristici (da parte palestinese) e raid aerei di repressione (da parte israeliana) le superpotenze occidentali stanno alla finestra...
L’unica notizia positiva ricevuta di recente da quei luoghi, è l’esistenza dei Trespass, un trio israeliano di Gerusalemme dedito ad un progressive jazz di pregevolissima fattura che, al contrario di quanto il nome potrebbe indurre a pensare non è un Genesis-clone, anzi il prog sinfonico della band di Gabriel rappresenta solo una minima parte dell’impasto sonoro proposto in quest’album.
Il leader, nonché creativo della band, è Gil Stein dotato di ottima tecnica individuale e notevole fantasia esecutiva e lo si capisce dal suono fortemente keyboards oriented che caratterizza ogni singolo brano. Va detto che anche il batterista Gabriel Weissman non scherza proprio: è da brividi la sua performance nella parte centrale di "Gate 15".
Come già detto i Trespass non sono una semplice progressive rock band: vanno spesso e volentieri oltre il prog classico e la sperimentazione li porta ad esplorare anche i territori del jazz più ritmato e della fusion più atmosferica. Brani come "In Haze Of Time" e "Gate 15" sono abbastanza complessi nella forma perché ruotano solo per brevi istanti attorno al tema principale e sono ricchi di variazioni sul tema e stacchi strumentali di grande virtuosismo tecnico.
Ma non vi spaventate, l’equazione bravi musicisti=album troppo tecnico e noioso qui non da risultato: seppur vicino alla complessità tipica degli Elp (Gil Stein ha caratteristiche tecniche molto simili a Keith Emerson) ciascun episodio non eccede mai in virtuosismi gratuiti e la scorrevolezza è garantita.
"Orpheus Suite" e la successiva "Troya" sono forse gli unici brani veramente "progressive" secondo la definizione più tradizionale del termine perché sono impregnati di prog sinfonico con numerosi riferimenti classici nel primo caso mentre più alla Flower Kings nel secondo, con una sezione ritmica robusta ed imponente. Addirittura con "The Mad House Blues" ci concedono il più classico dei gran finale proponendoci un divertentissimo blues dal ritmo irresistibile e suonato divinamente.
Forse "In Haze of Time" non è un disco che si apprezza in pieno immediatamente, nel mio caso si sono resi necessari una manciata di ascolti prima di rendermi conto dell’ottima vena creativa e dell’incredibile caratura tecnica dei componenti. In compenso adesso il cd alloggia più spesso all’interno del mio cd recorder che nella sua custodia.....
Potrei chiudere in modo banale dicendo che la musica sarebbe in grado di unire ciò che la politica, la religione e l’idiozia solitamente dividono, ma non voglio farmi troppe illusioni (anche perché di mezzo c’è proprio l’idiozia) ed anzi preferisco separare nettamente le belle sensazioni provate ascoltando quest’album, dall’angoscia che mi assale quando comincia il telegiornale. Ma così va il mondo...
While I was writing this review TV was reporting on the high tension between Israel and Palestine, a never ending conflict fought through terroristic attacks and air raids by Israel. In the meantime western world is watching ...
Trespass, a three-piece from Jerusalem, is the only recent good new coming from there. The band’s name could hide a deep passion for Genesis but it doesn’t, ‘cause it’s only one of the bands they took inspiration from.
Trespass goes beyond any kind of progressive sub-genres: you’ll find synphonic prog mixed with Jazz touches and Fusion interludes. Everything is played by very good musicians: Gil Stein is a brilliant keys player and Gabriel Weissman drumming on "Gate 15" is absolutely incredible.
"Orpheus Suite" and the following "Troya" are probably the most proggy songs inside here, very synphonic and classic the first one, contemporary a-la Flower Kings the second one.
The cd ends with "The Mad House Blues" a funny blues song..Grand Finale !!!
I could close this review by saying music would be able to join everything policy, religion and idiocy usually divide...but It’s only an illusion so I prefer to keep separately the positive sensations from deep ease that I feel everytime I switch on television.
Such is life !!

Luca Alberici