THIEVES KITCHEN
SHIBBOLETH (2003)

UK
GENRE: PROG
LABEL: INDEPENDENT
WEBSITE: TK Official
REVIEWED: 2003 NOVEMBER 1ST
RATING: 65/100
 

 

"Argot", il disco precedente della band capitanata da Mark Robotham non mi piacque molto e lo scrissi con grande chiarezza ed onestà. Sebbene essere chiaro ed onesto ad oltranza non sia certo una delle priorità a cui tengo maggiormente, sono costretto a ripetermi anche in occasione di "Shibbol", terzo lavoro degli inglesi Thieves Kitchen. Purtroppo rimango ancora disorientato ed annoiato dall'eccessiva lunghezza dei brani, anche se l'equazione brano lungo=noia non è assolutamente una costante (altrimenti scarterei il prog tra i miei generi preferiti) nonchè da una certa confusione con cui vengono sviluppati i vari temi musicali. Stilisticamente i TK sono molto simili ai Flower Kings ed ai Nathan Mahl con i quali condividono la complessità strutturale della musica ed un'avvezzità alla contaminazione jazzistica.
Eppure i due brani iniziali "The Picture Slave" e "De Profundis" sembrano proprio andare in una direzione diversa da "Argot" illudendoci di essere spettatori di un lavoro più maturo, più ragionato; ma puntuale arriva, purtroppo, "Cardinal Red" che è l'esempio più limpido del motivo per cui non vado pazzo per i Thieves Kitchen. Qui la confusione regna sovrana, ben nascosta da una tecnica esecutiva di indubbia levatura, ma ulteriormente amplificata da una scarsità di spunti vincenti.
Anche la lunga "Chovihani Rise" possiede un bel incipit (intendo i primi cinque minuti dei 23 totali) ma poi la noia comincia ad affiorare e tanto per non smentirsi il brano sembra non saper che direzione prendere e rimane lì, sospeso nell'inconsitenza delle migliori intenzioni. "Surface Tension" chiude il cd ma è meglio non approfondire…
Qualcosa quindi è cambiato rispetto ad "Argot": la nuova cantante, Amy Darby (ottima la sua prova !) che ha sostituito l'ininfluente Simon Boys ha donato maggior freschezza e personalità alla band e la qualità media delle composizioni si è alzata di una spanna (scarsa).
Sono abbastanza cocciuto e so quindi che ascolterò il loro prossimo album con la rinnovata consapevolezza che le capacità ci sono ed i miglioramenti anche. Forse basta solo saper aspettare…
I didn't like Thieves Kitchen last album called "Argot" and I honestly wrote it in my cd review last year. In the meantime something changed in the band: the new female singer Amy Darby (great performance, really) replaced Simon Boys and a new album called "Shibboleth" is finally out. On the contrary my honesty is always the same.
Well, this is the background which I listened to the new album with: the first two tracks "The Picture Slave" e "De Profundis" made me realize Thieves Kitchen changed from the musical point of view too. These songs are shorter, more melodic and, above all, they brilliantly start, they develope a precise and satisfying theme and have a natural ending. It doesn't mean they're simple and banal songs, on the contrary they have a rational complexity.
Unfortunately "Cardinal Red" hasn't that ! It's a song full of confusion, it never knows which direction it has to go. "Chovihani Rise" has the same lack but the first five minutes out of the 23 total lasting are really enjoyable.
Overall, I'm happy because I found some encouraging improvements in Thieves Kitchen sound but I'm still not satisfied: maybe it's a long trip towards a totally satisfying release. I hope (i'm almost sure) it will be the next one !!

Luca Alberici