- "Chromium"
prosegue il discorso interrotto con il precedente album "Corpus",
sia dal punto di vista stilistico che strutturale. Il trio canadese ci propone
infatti 12 brani che non superano mai i quattro minuti di musica, 12 brevi
spaccati di grande tecnica esecutiva ma che non mettono mai da parte creatività
e (quasi sempre) una discreta facilità d'ascolto. Il gruppo inoltre
non nasconde il proprio amore per i connazionali Rush, per i King Crimson
ed in generale per l'hard-prog tecnico di matrice nordamericana.
L'apertura di "Qwhat" è subito convincente e, come nel
disco precedente, brilla subito il grande coinvolgimento emotivo che trasmette
la sezione ritmica, ovvero il basso pulsante ed estroverso di Donal Fleurent
ed il percussionismo mai banale di Mark Di Claudio.
Nella maggior parte dei casi, una così appariscente esibizione di
tecnica risulterebbe forse un po' sterile, ma sia il minutaggio limitato
che l'intelligente colorazione etnica donata alle composizioni rende l'ascolto
decisamente agile.
E' il caso di "Leviosa", dove la ritmica di chitarra si fa aggressiva
ed affiorano da più parti reminiscenze crimsoniane ma è anche
il caso della ritmatissima "Inversion".
Infine c'è l'ottima "Cumulus" che contende al brano di
apertura il primato come miglior episodio. Qui c'è meno esibizionismo
di tecnica ed una maggior ricerca di atmosfera, peccato che il brano duri
solo tre minuti abbondanti e non sia stata ricamata più a lungo.
L'unico difetto da addebitare al lavoro è che alla fine rimane una
sensazione di incompiuto e di fine a se stesso ove i dodici brani non sembrano
i tasselli di un unico mosaico ma di dodici rappresentazioni diverse. Da
mettere in conto c'è anche qualche episodio che oltrepassa la soglia
della noia come "Chromium" e "Nuclide".
In definitiva, un disco con qualche difetto di forma che conferma i buoni
propositi del debutto, lo eguaglia ma non riesce a superarlo; in ogni caso
difficilmente deluderà gli appassionati del prog cerebrale ed ipertecnico.
- "Chromium"
is the second album by the canadian trio Talisma. It goes on in the same
way of the previous album "Corpus" both from the stylistical and
structural points of view: there are 12 tracks, never exceeding about four
minutes long and performed with an absolute skillness by the trio. Besides
they put some ethnic and folk sounds in their music.
The opening of "Qwhat" is really breathtaking: the ryhthmical
section (bass and drums) confirms the deep harmony and never lacks of creativity.
Other favourite tracks are the crimsonesque "Leviosa" and the
good "Inversion". "Cumulus" is more atmospheric and
confortable: I think it was built around a great idea but it was not developed
as exepted, I mean it's not lenghty enough.
The only negative point is the edge of boredom went beyond by some tracks
as "Chromium" and "Nuclide".
Anyway, "Chromium" is as good as "Corpus" and I'm sure
all the most cerebral and exacting prog listeners should put it inside their
shopping basket.
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!