SYLVAN
ARTIFICIAL PARADISE (2002)

GERMANY
GENRE: NEO-PROG
LABEL: INDEPENDENT
WEBSITE: Sylvan official
REVIEWED 2003 DECEMBER 29TH
RATING: 80/100
E' la prima volta che ascolto i tedeschi Sylvan sulla lunga distanza; avevo fatto la loro conoscenza in occasione di "Signs Of Life", il doppio cd tributo ai Pink Floyd allorchè eseguirono la cover di "High Hopes". Ricordo inoltre che non ne rimasi particolarmente impressionato…
"Artificial Paradise" è il loro terzo e più recente disco , ma il primo ad essere stato completamente autoprodotto. E' un lavoro interessante e maturo che si inserisce nel filone più melodico e sinfonico del rock e contraddistinto da un uso frequente di pianoforte e da un costante tappeto di tastiere che accompagna il tutto. Aggiungiamoci un drumming vario e fantasioso, un lavoro chitarristico di pregevole fattura e non particolarmente complicato ed un cantante dotato di una splendida voce. Se può sembrare esagerato parlare di prog, sebbene in alcuni frangenti ci si avvicini, non la si può nenache definire sterile e superficiale musica da supermercato; piuttosto lo dipingerei come rock sinfonico adulto, farcito di ritornelli quasi sempre azzeccati ed ottime idee.
I primi due brani "Deep Inside" e "That's Why It Hurts" sono da incorniciare perché capaci di far convivere in equilibrio ed armonia uno straordinario potenziale commerciale ed una qualità elevata degli arrangiamenti e delle esecuzioni. Anche "Timeless Traces" è un altro brano efficace dominato da una melodia rotonda e confortevole; senza dimenticare "Strange Emotion" e " Around The World " che mi portano alla mente i Crash Test Dummies soprattutto per la somiglianza della voce di Marco Glühmann. Ciò che invece non mi sarei aspettato dai Sylvan e che costituisce un interessante diversivo nell'economia del lavoro è proprio la lunga omonima suite finale : un brano più complesso, senza evidenti strappi con il resto del materiale ma contraddistinta da numerosi cambi di direzione e qualche sconfinamento (nella sua parte centrale) addirittura nel progressive metal con alcune contaminazioni rap.
La sensazione finale è di aver saggiato un ottimo disco di rock sinfonico, fresco e sufficientemente vario, un compagno ideale per non impegnare troppo la mente, ma fornito di un peso specifico adeguato per annoverarlo fra i miei preferiti del momento.
This one's the first time I listen to a Sylvan entire album; I had only listened to their cover of "High Hopes" taken from "Signs Of Life", the double Pink Floyd tribute cd and, honestly, I didn't really like it.
"Artificial Paradise" is the third, self-produced and most recently album of these guys from Germany . It's an interesting and mature work moving along the melodic and pop side of neo-progressive, with tons of keys and pianos, an exciting drumming and a wonderful singer. The first two tracks "Deep Inside" e "That's Why It Hurts" are probably the highest moments of this album because a great commercial appeal and refine arrangements live together here. Also "Timeless Traces" is a great track, together with "Strange Emotion" and "Around The World" where sound and Marco Glühmann's voice remind me Crash Test Dummies stuff. Finally, the long eponymous track is a little different from the rest because it's more complex with many changes of mood; here the sound sometimes crosses the borders of synphonic pop-rock towards a prog-metal approach with some rap contaminations.
Overall, Sylvan and "Artificial paradise" have been a very nice discovery for me.

Luca Alberici