STRIDE
IMAGINE (2005)

U.S.A.
GENRE: PROG-METAL
LABEL: SENSORY
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REVIEWED: 2006 MAY 4TH
RATING: 70/100
 

 

Si sono ormai conclusi i tempi in cui il metal melodico imperversava negli Stati Uniti e raccoglieva consensi quasi ovunque, quegli anni ottanta durante i quali le chitarre pesanti e suonate velocemente riuscivano cosi bene a sposarsi con le melodie più orecchiabili e radiofoniche. Mi tornano in mente gruppi come i Rising Force di Y.J. Malmsteen, i Lillian Axe ed i Savatage …..
I texani Stride sembrano la perfetta reincarnazione del modo di suonare dei gruppi che ho appena menzionato: formatisi nel 2001, debuttarono nello stesso anno con "Music Machine", un disco volutamente strumentale perché non riuscirono a trovare un frontman all'altezza del compito da svolgere. L'album fu comunque ben accolto dalla critica specializzata.
Nel 2005 esce "Imagine" e finalmente anch'io ho la possibilità di saggiare la loro bravura. I Rising Force mi vengono in mente soprattutto perché il chitarristita Joel Gregoire è tanto funambolico quanto lo era Malmtseen ma anche il cantante Gary Belin non è così distante proprio dall'allora acerbo ma dotatissimo Jeff Scott Soto.
Le atmosfere sono spesso anthemiche ma i ritornelli sono ariosi e melodici, inoltre gli Stride infarciscono i loro brani con una dose più massiccia di cambi di tempo e le tastiere di Rick Flores trovano ampio spazio anche in chiave solistica. Non è dunque strano che spesso venga abbandonato il metal anthemico in favore di un metal più maturo ed ambizioso …insomma alla Dream Theater.
In "Role Model" lasciano da parte l'apporto delle tastiere e quindi magicamente si trasformano in cloni perfetti dei Lillian Axe, con qualche citazione classica.
Insomma, per gli Stride il tempo è come se si fosse fermato negli ottanta ma hanno avuto il merito di comporre nove canzoni di discreta qualità che riescono a vivere di luce propria benché strabocchino di idee già ampiamente sfruttate in passato. Tra queste spiccano l'iniziale "Imagine", "How Far", e "Face The Day".
Non riesco ad immaginarmi quale riscontro commerciale potrà avere questo disco ma se amate i deja-vù fedeli, ben realizzati e questo è il genere con cui siete cresciuti, sono convinto che "Imagine" non vi deluderà.
Do you remember when melodic metal caught a worldwide success ? They were the eighties when the sound of heavy and fast guitars could live together with easy tunes and melodic choruses: I recall bands like Y.J. Malmsteen's Rising Force, Lillian Axe and Savatage for example.
Well, those times are gone but now there's a band from Texas called Stride who never accepted this fact: Stride is just the perfect reincarnation of those mentioned bands. They recorded a debut album called "Music Machine" back in 2001, an all instrumental album because they couldn't find (so they say) a good singer. But finally they have found him, so "Imagine" is now out.
It's not a coincidence I talked about Malmsteen and his Rising Force, because the axeman Joel Gregoire is as fast and skilled as the well-known swedish guitar player. However the comparison doesn't stop here: even the voice of the newcomer Gary Belin is so close to Jeff Scott Soto's.
Most of the atmospheres are anthemic, though the choruses are really melodic; besides the keyboards played by Rick Flores often find the right space even with beautiful solo's. Sometimes their heavy metal becomes more mature and complex, so it's not so hard to cite Dream Theater as another main influence. Finally, when they abandon keyboards (as in "Role Model") they seem like the best Lillian Axe clones.
Overall, nothing new under the sun bt if you grew up with this music, you'll appreciate for sure some fine tracks like "Imagine", "How Far" and "Face The Day". A faithfully and well-played deja-vù.

Luca Alberici

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