SONUS UMBRA - SNAPSHOTS FROM LIMBO (2002)

MEXICO/U.S.A.

GENRE: PROG

LABEL: MOONCHILD

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REVIEWED: 2002 JUNE 24TH

RATING: 85/100

 

Il Messico è uno di quei Paesi emergenti che ormai da diversi anni si è imposto all’attenzione dei prog fans per aver partorito ottime realtà musicali: pensate ai Cast, 
La storia dei Sonus Umbra inizia proprio a Città del Messico nel 1992 quando ancora si chiamavano Radio Silence e la cui line-up era abbastanza diversa da quella attuale: diedero alle stampe nel 1998 un album "Laughter In The Dark" che però non ottenne i consensi sperati e costrinse Andres Aullet, Ricardo Gomez e Luis Nasser ad emigrare negli Stati Uniti ed a porre le basi per la nuova formazione dei Sonus Umbra.
Non avendoli mai ascoltati come Radio Silence non sono in grado di capire cosa non funzionasse e quindi cosa li avesse indotti ad un cambiamento così radicale, ma certamente il trasloco è stato più che salutare. "Snapshots From Limbo" è quanto di più accattivante e soddisfacente mi sia capitato di ascoltare negli ultimi mesi. Immaginate il calore ed il colore messicano miscelati con una buona dose di sinfonismo prog all'americana ed un tocco di dark sound: ne fuoriesce un distillato molto originale di melodia, sagge orditure e grande varietà stilistica.
"Seven Masks" esordisce molto dolcemente scandita dalla bella voce di Andres Aullet e dalla chitarra acustica di Ricardo Gomez per proseguire con ripetute fughe tastieristiche e concludersi come era iniziata.
Sono numerosi i richiami soprattutto ai Pink Floyd delle ultime due decadi ma ho anche riscontrato più di una similitudine con le ultime fatiche di Salem Hill e Timothy Pure con cui condividono una freschezza compositiva di alto livello.
E' uno di quei rari album che non si distinguono per la presenza di pochi episodi al di sopra della media e della mediocrità del resto ma è invece piacevolmente stupendo dalla prima all'ultima nota. Una preferenza va comunque espressa ed io la riservo a "Homo Homini Lupus" il cui refrain mi rievoca addirittura i primi Police. Ma come faccio a non sottolineare anche brani come la dolcissima "Soul Dusk" oppure "Erich Zann" dove i Sonus Umbra si cimentano anche in uno spaccato di space prog strumentale molto vicino ai Solaris ed ai primi Twelfth Night di "Live At The Target"?
Avete capito che non posso descrivervi tutti i brani che meriterebbero giusta menzione perché finirei con l'esagerare con le parole ed in certi casi non riuscendo neanche a trovare le più appropriate, per cui vi lascio con l'imperativo di acquistare l'album senza esitare e di condividere con me questa eccitante esperienza di ascolto.
I wouldn't have ever thought the "sound of shadow" were so exciting, but maybe the mexican shadows sound very good. Well, Sonus Umbra from Mexico (originally) is the living and playing proof. I want to start from the end highly recommending everyone to buy this album and to listen once, twice, many many times."Snapshots From Limbo" is a bright example of clever and well played symphonic progressive rock with some hard rock and dark sound: there aren't boring tracks and evident comparisons to other bands. In their music you will find a mixture of mexican warm tunes and the typical american synphonic prog architectures. It' so hard for me to extract the best tracks, but "Homo Homini Lupus" (its refrain reminds me earlier Police) is certainly my favourite: a strong guitar section, sweet piano interludes and a great sense of melody. Do you like Pink Floyd? Are you satisfied of the recent Salem Hill and Timothy Pure releases? Do you simply love progressive rock played with heart, mind and soul? Take my advice at the beginning of this review.
A beautiful album more to relish than to listen…

Luca Alberici