Il Messico è uno di
quei Paesi emergenti che ormai da diversi anni si è imposto all’attenzione
dei prog fans per aver partorito ottime realtà musicali: pensate ai Cast,
La storia dei Sonus
Umbra inizia proprio a Città del Messico nel 1992 quando ancora si chiamavano
Radio Silence e la cui line-up era abbastanza diversa da quella attuale:
diedero alle stampe nel 1998 un album "Laughter In The Dark" che
però non ottenne i consensi sperati e costrinse Andres Aullet, Ricardo Gomez
e Luis Nasser ad emigrare negli Stati Uniti ed a porre le basi per la nuova
formazione dei Sonus Umbra.
Non avendoli mai ascoltati
come Radio Silence non sono in grado di capire cosa non funzionasse e quindi
cosa li avesse indotti ad un cambiamento così radicale, ma certamente il
trasloco è stato più che salutare. "Snapshots From Limbo" è quanto
di più accattivante e soddisfacente mi sia capitato di ascoltare negli ultimi
mesi. Immaginate il calore ed il colore messicano miscelati con una buona
dose di sinfonismo prog all'americana ed un tocco di dark sound: ne fuoriesce
un distillato molto originale di melodia, sagge orditure e grande varietà
stilistica.
"Seven Masks"
esordisce molto dolcemente scandita dalla bella voce di Andres Aullet e
dalla chitarra acustica di Ricardo Gomez per proseguire con ripetute fughe
tastieristiche e concludersi come era iniziata.
Sono numerosi i richiami
soprattutto ai Pink Floyd delle ultime due decadi ma ho anche riscontrato
più di una similitudine con le ultime fatiche di Salem Hill e Timothy Pure
con cui condividono una freschezza compositiva di alto livello.
E' uno di quei rari
album che non si distinguono per la presenza di pochi episodi al di sopra
della media e della mediocrità del resto ma è invece piacevolmente stupendo
dalla prima all'ultima nota. Una preferenza va comunque espressa ed io la
riservo a "Homo Homini Lupus" il cui refrain mi rievoca addirittura
i primi Police. Ma come faccio a non sottolineare anche brani come la dolcissima
"Soul Dusk" oppure "Erich Zann" dove i Sonus Umbra si
cimentano anche in uno spaccato di space prog strumentale molto vicino ai
Solaris ed ai primi Twelfth Night di "Live At The Target"?
Avete capito che non
posso descrivervi tutti i brani che meriterebbero giusta menzione perché
finirei con l'esagerare con le parole ed in certi casi non riuscendo neanche
a trovare le più appropriate, per cui vi lascio con l'imperativo di acquistare
l'album senza esitare e di condividere con me questa eccitante esperienza
di ascolto.
I
wouldn't have ever thought the "sound of shadow" were so exciting,
but maybe the mexican shadows sound very good. Well, Sonus Umbra from Mexico
(originally) is the living and playing proof. I want to start from the end
highly recommending everyone to buy this album and to listen once, twice,
many many times."Snapshots From Limbo" is a bright example of
clever and well played symphonic progressive rock with some hard rock and
dark sound: there aren't boring tracks and evident comparisons to other
bands. In their music you will find a mixture of mexican warm tunes and
the typical american synphonic prog architectures. It' so hard for me to
extract the best tracks, but "Homo Homini Lupus" (its refrain
reminds me earlier Police) is certainly my favourite: a strong guitar section,
sweet piano interludes and a great sense of melody. Do you like Pink Floyd?
Are you satisfied of the recent Salem Hill and Timothy Pure releases? Do
you simply love progressive rock played with heart, mind and soul? Take
my advice at the beginning of this review.