- Ci risiamo !! Proprio
come successe in occasione di "Spiritual Vertigo" il precedente
disco dei Sonus Umbra, anche il primo approccio con il nuovissimo "Digging
For Zeros" non è stata una esperienza così emozionante.
Ma poi raggiungo il quarto/quinto ascolto e puntualmente cambio idea: in
questo caso mi spingo addirittura oltre sbilanciandomi nell'affermare che
"Digging For Zeros" è il miglior disco della carriera del
Suono dell'Ombra.
Rispetto ai due lavori precedenti va innanzitutto segnalato l'abbandono
di Andres Aullet, sostituito alla voce da Jeff Laramee (che è anche
il batterista) e spalleggiato dai numerosi interventi della brava Lisa Francis,
già unica front-woman del progetto parallelo Kurgan's Bane. Da segnalare
anche l'inserimento di Andy Tillotson.
Nonostante questi avvicendamenti di formazione, lo stile di base dei Sonus
Umbra non è cambiato molto, almeno nella sostanza: non rinunciano
infatti alle ritmiche serrate ed al notevole impatto sonoro (proprio alla
Kurgan's Bane per intendersi), e neanche alle liriche dirette e senza troppi
giri di parole di Luis Nasser; ma non rinunciano neanche al loro caratteristico
contrasto tra questa vena più dura e spigolosa e le ambientazioni
più sinfoniche, calde ed acustiche.
In "Digging For Zeros" è piuttosto cambiata la forma della
proposizione, un cambiamento che a mio parere ha decretato il primato di
quest'ultimo lavoro sui precedenti: il disco infatti brilla per maggiore
varietà, più colore ed in generale è più appassionante.
Una mano la dà proprio la struttura concept del disco, con i suoi
20 episodi, alcuni di breve durata ma tutti capaci di dare il proprio contributo
al successo finale. Il disco è un susseguirsi di umori altalenanti,
di sferzate taglienti, ma anche passaggi più d'atmosfera e divagazioni
strumentali, soprattutto di pianoforte.
Qualche eco di New prog è avvertibile, per esempio in "Infestation",
un brano dall'ossatura molto hard ed arricchito nella parte centrale da
un break strumentale pianistico epico/sinfonico in stile Arena con la voce
di Jeff molto vicina a quella di Rob Sowden. In "The Music Of The Primes"
viene fuori anche l'anima floydiana che ha sempre contraddistinto la loro
produzione.
Ma mi fermo qui con la disamina dei singoli brani e non mi sento neanche
di esprimere preferenze particolari: è un disco a cui forse mancano
brani come "Fool's Arcadia" e "Homo Homini Lupus" ma
dove vince l'amalgama, la maggior ricchezza di suoni ed il sapiente dosaggio
di tutte le caratteristiche salienti del suono dell'ombra; è un disco
che ascolterò ancora molto in futuro e, ne sono certo, sempre con
rinnovata soddisfazione.
- Once again !! Just
like It happened to me with Sonus Umbra's previous album "Spiritual
Vertigo", my first approach to the latest "Digging For Zeros"
has not been so satisfactory. Then, about four/five listenings have been
widely enough to change my mind completely: you won't believe it but now
"DFZ" is indeed my favourite SU album.
Something changed in SU's line-up: Andres Aullet left the band, replaced
by drummer Jeff Laramee on vocals (hey Jeff, what a nice voice !!) neck
and neck with Lisa Francis (also in Kurgan's Bane). Finally, there's another
new member: Andy Tillotson (from Might Could) and his acoustic guitar.
Despite these changes, Sonus Umbra's music style remained essentially the
same though richer and more varied: sometimes really hard and heavy both
musically and lyrically (Luis' lyrics lack of turns of phrase !!), sometimes
they use the contrast between the rough lines and the symphonic, warm and
acoustic lines.
If their style doesn't change, why "Digging For Zeros" is my favourite
SU album ? It's a matter of shape: it's a concept album featuring 20 tracks
(most of them no longer than 2 minutes) more varied and emotional. Each
one has something to say in terms of good melodies and beautiful instrumental
themes.
I found some New-prog echoes in "Infestation", a great track starting
really hard and evolving to an epic/symphonic prog in the vein of Arena.
Here, Jeff's voice is very close to Rob Sowden.
Of course the Pink Floyd's influence is here again and "The Music Of
The Primes" is the living proof.
Anyway, I want to stop this track-to-track analysis; I only can tell you
that you won't find true gems like "Fool's Arcadia" and "Homo
Homini Lupus" but you will enjoy listening the entire album from start
to finish, just like a long single track.
My cd player will play this album many times more and I think you should
start, too. This usually means to grow up and evolve in the right direction
….
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!