SILVER LINING
THE INNER DRAGON (2004)

FRANCE
GENRE: PROG
LABEL: MUSEA
WEBSITE: SL official
REVIEWED: 2004 JUNE 25TH
RATING: 75/100
 

 

L'ideatore di questo nuovo progetto discografico denominato Silver Lining è Thierry Sportouche, responsabile del magazine francese Acid Dragon. In realtà Thierry si è occupato di scrivere le liriche di questo "The Inner Dragon" e di cantarle con sufficiente perizia; ad accompagnarlo in questa avventura troviamo Pascal Indelicato alle tastiere nonché autore di quasi tutte le musiche, Nicolas Mourachko alle chitarre ed Annie Morel al violino.
L'universo musicale dei Silver Lining non è molto distante dall'inflazionatissimo neo-prog sinfonico di matrice britannica con evidenti contaminazioni folk, sulla medesima lunghezza d'onda di colleghi già affermati come Pendragon e Mostly Autumn. Si comincia con la consueta overture preceduta dal discorso introduttivo per poi immergersi in "Opaline", un ottimo brano dove cominciano a farsi notare le influenze citate in precedenza; in particolare l'assolo di chitarra sembra estratto da uno qualsiasi degli album sempre più rari di Nick Barret e Clive Nolan. La presenza di un narratore (Thierry, appunto) che spesso interviene tra un brano e l'altro per spiegare l'evolversi della storia ed il ruolo dominante affidato alle partiture di violino rende quasi naturale un altro accostamento, quello ai due concept recentemente realizzati dal duo Nolan/Wakeman. Ma con le dovute proporzioni, soprattutto a livello compositivo. Poi ho trovato molto piacevoli alcune aderenze ai Camel come in "The Desert Gates" ed in "Lovestalgia", quest'ultima in verità un po' troppo simile, nel tema prinicipale del brano, a "Spirit Of The Water". Molto efficace, infine, "Finale", otto minuti abbondanti caratterizzati dall'immancabile violino, virtuosismi di basso ed epilogo anthemico ipermelodico in chiaro stile Marillion dei tempi che purtoppo furono.
Dal considerevole numero di artisti che ho citato come muse ispiratrici dei Silver Lining, è chiarissimo che questo disco ha un sapore fortemente derivativo, è ben poco originale oltreché molto prevedibile: in alcune porzioni del disco si ha la certezza della maniera con cui il brano verrà sviluppato e portato a termine. Sono certo che molti di voi saranno infastiditi da tale e tanta prevedibilità, eppure a me questo disco è comunque piaciuto perché nel suo complesso è spesso sostenuto da linee melodiche gradevoli ed efficaci. Come esordio è da piena sufficienza, forse anche qualcosa in più.
The man behind this project called Silver Lining is Thierry Sportouche, the founder of French prog magazine Acid Dragon. Thierry wrote the whole story, he's the narrator and sings (quite well) all the lyrics. The others members of the band are Pascal Indelicato on the keyboards who composed all the music, Nicolas Mourachko on guitars and Annie Morel (violin). In this concept-album called "The Inner Dragon", the Silver Lining approach to music is not so far from the conventional british neo-progressive with some folk traces in the vein of Pendragon and Mostly Autumn. I liked very much tracks like "Opaline" with its pendragonian guitar solo, "The Desert Gates" and "Lovestalgia" with so clear Camel influence especially the second one whose main theme is very close to "The Spirit Of The Water". However my favourite track is "Finale", eight minutes of violin interludes (Annie Morel rules the game in the whole album), bass virtuosisms and an anthemic epilogue reminding me early Marillion at their best. I've cited a large numbers of well known bands in this review, so it's no use to say that "The Inner Dragon" is a deeply derivative album and quite foreseeable, but I really like it because overall ithas been built on lovely and effective melodic lines.
As a debut album it deserves my full pass mark, maybe something more.

Luca Alberici

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