Debuttare con un album
di grande qualità ed incisività , costringerebbe chiunque
a confermare, con il secondo, quanto di buono era stato evidenziato, dimostrando
che non si trattava di un caso isolato. Se a questo teorema valido sempre
aggiungiamo il particolare non trascurabile che i tedeschi Silver 2 anni
fa non erano certo dei diciottenni sprovveduti alle prime armi ma già
dei navigati musicisti con esperienze decennali alle spalle, è ancor
più giustificabile un'aspettativa pretenziosa.
Ma purtroppo il class-rock spumeggiante dell'omonimo album dei Silver è
ben altra cosa se paragonato con la noia e la prevedibilità che ho
trovato in questo "Dream Machines", un contenitore di brani che
sembrano più gli scarti non inseriti nell'album precedente o dei
semplici esercizi di genere che se proprio non sono da buttar via (vedi
per esempio la rainbowiana "Silver Dream machine" all'inizio)
è solo grazie alla notevole bravura dietro al microfono di Gary Barden
ed ai precisi e granitici riff di Voss.
E' indicativo il fatto che se nel primo disco si doveva attendere la sesta
traccia per notare una piccola flessione della qualità, qui si deve
sospirare l'arrivo di "Chains" (la numero 3) per respirare finalmente
aria buona.
Il vero problema è che se a questa canzone aggiungiamo solo "Forever"
e "Banished" otteniamo tutto ciò che di buono è
in grado di offrire questo lavoro. Francamente un po' poco !!!
Ma anche lasciando stare l'inevitabile e poco carino confronto con il primo
album, bisogna ammettere che dalla grande esperienza di Barden, Torme, Voss,
Airey, Minneman mi sarei aspettato qualcosa più di un onesto e comunque
dignitoso cd.
Per questo gli affibbio la sufficienza ma attendo il prossimo disco del
rilancio con il mirino della critica già puntato.
Coming out with a sensational
debut album as the eponymous Silver was is certanly a good thing but it
burdens you with a great responsability: you're compelled to release a second
album as good as the previous one.
Unfortunately Silver didn't hit the mark. The sensational class rock of
the debut is far from the ten songs of "Dream Machines": if you
had to wait for the sixth track to hear a quality worsening, now you must
patiently wait for the third track ("Chains") to see the light.
Knowing that behind Silver there are true rock monsters like Barden, Torme,
Voss, Airey and Minneman, I must admit my expectations were higher.
Anyway, it's only a honest and dignified album and I'm still waiting for
the next one. Please no mistakes anymore !!