SIGNS OF ONE
INNERLANDS (2007)

CANADA
GENRE: PROG
LABEL: UNICORN DIGITAL
WEBSITE: Official
REVIEWED: 2008 JUNE 5TH
RATING: 75/100
 

 

I Signs Of One, canadesi purosangue, si accasano con la Unicorn Digital per la realizzazione del loro secondo disco ufficiale intitolato “Innerlands”. Non conoscevo il gruppo, ignoravo dunque anche la bontà e lo stile del loro disco d’esordio, ma confesso che l’ascolto di questo nuovo album mi ha suscitato una certa curiosità ed interesse.
“Innerlands” è il classico disco capace di mettere d’accordo tutti, dagli amanti del new prog melodico a quelli più avvezzi al prog-metal epico ed anche coloro che amano un rock orecchiabile, talvolta pomposo, talvolta d’atmosfera. Non si legga questa considerazione come un aspetto negativo, almeno per me non lo è. Se da una parte il disco vi potrà sembrare un cocktail ricco di troppi ingredienti e quindi un po’ dispersivo, dall’altra non vi sfuggiranno la sapienza con cui questi cinque ragazzi del Quebec sanno scrivere musica e sanno impreziosirla con arrangiamenti di qualità senza rinunciare quasi mai all’effetto sorpresa di qualche stravagante divagazione strumentale di stampo folk.
Gli spettri più evidenti che emergono, soprattutto quando la musica si fa più teatrale e raccontata, sono certamente i Queen ed, in seconda istanza, gli svedesi Act in salsa più sinfonica. Da notare “The Rain Comes” e “Innerlands”, dove la voce pulita e molto espressiva di David Schram contribuisce fattivamente a questo illustre riferimento.
Il vero problema sta nell’incapacità di mantenere gli stessi standard per tutta la durata del disco, che purtroppo perde forza espressiva e freschezza con il passare dei brani a cominciare da “Legend Lives”. E’ da qui che la formula cocktail o minestrone (scegliete voi !) comincia stancare ed a trascinarsi stancamente fino alla fine (beh, l’eccezione c’è sempre, vedi “Us”) con un leggero indurimento dei suoni, l’utilizzo di soluzioni un po’ troppo sfruttate, scopiazzamenti vari ed un enfasi vocale che si fa troppo accentuata.
Poco male, il disco nel complesso convince e chiede a gran voce di essere accomodato nuovamente nel lettore.
COMING SOON

Luca Alberici