SHAKARY - THE LAST SUMMER (2002)

SWITZERLAND

GENRE: NEO-PROG

LABEL: SELF

WEBSITE: SHAKARY OFFICIAL

REVIEWED: 2002 OCTOBER 27TH

RATING: 85/100

 

Dopo esattamente due anni di attesa, finalmente ecco il sospirato come-back degli svizzeri Shakary, capitanati dall’accoppiata Scandy-Lele Hoffmann.
Se "Alya" era stato accolto dai fans e dalla critica con uno squillar di trombe e come un disco molto particolare ed ardito dal punto di vista sia musicale che della durata, questo nuovo "The Last Summer" riporta la band svizzera ad un più confortevole cd singolo e ad un neo-prog meno ambizioso, più scorrevole, ma proprio per questo motivo meno dispersivo e più compatto.
Il songwriting degli Shakary nasce quasi sempre da un’idea di Scandy e viene poi farcito dagli splendidi assoli di Hoffmann. L’impostazione classica delle parti di tastiere affiora a più riprese e fa da guida illuminante per gli altri componenti del gruppo; è particolarmente evidente nella lunga suite finale "Dream in L.A." e nella splendida "Sparkles In The Dark" che è senza dubbio la traccia più brillante dell’intero lavoro. Grande voce, tastiere ridondanti ed un lungo ed emozionante assolo di Hoffmann. E se questo non vi basta aggiungeteci pure le cornamuse di Ilario Garbani nel finale.
Michael Branzino non è molto appariscente e neanche dotato di capacità vocali strabilianti ma devo dire che ho molto apprezzato proprio la sua voce molto profonda e mai invadente. Inoltre la sua pronuncia inglese è molto più anglosassone e quindi meno fastidiosa di quella di qualche suo collega molto vicino.
L’album dispensa momenti di buona ispirazione e continui incroci di tastiere, chitarra e flauto: oltre al già menzionato highlight "Sparkles in the Dark" brillano di luce propria anche "Different Places" e "Two Days Left".
E’ quindi un vero peccato che "Love Warchild Of 64" penalizzi quello che poteva essere un album senza passi falsi, essendo un episodio privo di qualsiasi appeal e che io personalmente skippo immancabilmente per passare al brano successivo.
Ma potrei concludere questo commento senza aver speso 2 parole in più per Lele Hoffmann ? Sono un vero adoratore del suo guitar-style sin dai tempi di "Hologram" dei Clepsydra perché i suoi assoli aprono scenari di vastissime proporzioni e dai panorami suggestivi, sono tante piccole finestre sul neo-prog anni '80 che emozionano profondamente e che farebbero sembrare oro anche tutto ciò che tanto pregiato non è. In questo senso l’assolo in "Two Days Left" è di una bellezza straripante da brividi lungo la schiena.
In quattro parole definirei "The Last Summer" molto derivativo, ma bello, convincente ed un passo avanti rispetto ad "Alya" !
After 2 years from the debut "Alya", swiss neo-prog heroes Shakary are back with a new album. If fans and critics talked about "Alya" as a wonderful complex (it was a double cd) and ambitious prog work, "The Last Summer" takes back Shakary to a simpler single cd and to a more immediate sound. I like this new album more than "Alya" just for this reason.
The songwriting always came from a Scandy idea, developed by Lele Hoffmann fine and melodic guitar-playing. I think Lele is one of the best neo-prog guitar solo maker. Don't you believe it's true? Try to listen to his solo in the middle of "Two Days Left" and you'll feel hundreds of shivers along your back !!
Others great highlights are certainly "Sparkles In The Dark", "Different Places" and the long final suite "Dream in L.A.". It'a pity there's a so bad song as "Love Warchild Of 64" beacuse "The Last Summer" could have been a perfect neo-prog album without it.
Absolutely recommended to all neo-prog fans.

Luca Alberici