Con questo debutto
discografico, i Seven Reizh sono stati certamente una delle matricole più
importanti della folta scuderia Musea del 2001. Questo gruppo francese composto
da Claude Mignon, Gerard Le Dortz e da una serie di ospiti, si è prefissato
il nobile obiettivo di non dimenticare le loro origini sia musicali che
linguistiche e di promuovere la cultura tradizionale bretone. Il tutto è
stato realizzato mischiando le sonorità facenti parte del patrimonio culturale
con il genere musicale che più si presta a farsi contaminare, cioè il progressive
rock. Ma mentre in passato erano già stati fatti molti tentativi di questo
tipo utilizzando come terreno un prog più sinfonico e classico, i Seven
Reizh hanno preferito enfatizzare il contrasto scegliendo un neo-prog più
moderno e robusto, in sostanza più orientato verso gli Arena piuttosto che
Pink Floyd o Camel.
"Strinkadenn 'Ys"
è un concept album basato sull’inflazionatissima leggenda di Ys (ancora
?!?), un’antica città-isola sprofondata a largo delle coste bretoni e sul
cui sfondo si snodano le travagliate vicende di Enora. E’ un progressive/folk
concept quindi, monumentale nella durata e magniloquente nella sua orchestrazione
con i singoli episodi legati tra loro da un filo conduttore comune; è un’opera
affascinante che rievoca luoghi leggendari e misteriosi.
Sono convinto che qualsiasi
progressive fan troverà in "Strinkadenn 'Ys" materiale di suo
gradimento sin dalle prime note dell’opener "Selaou" che parte
con un attacco di chitarra graffiante e melodica (alla John Mitchell) assumendo
poi sembianze più atmosferiche ed evocative grazie alla splendida voce di
Bleunwenn. Una presentazione di grande effetto che anticipa in modo esauriente
le caratteristiche morfologiche di tutto l’album.
In verità i brani dove
il lato più folk è il solo protagonista come "Sovajed a-feson"
non aggiungono molto ai pentagrammi di stampo celtico già riempiti nel recente
passato e quindi costituiscono la parte più inflazionata e meno interessante
del lavoro. Ma dove prog e tradizione bretone si incontrano si assiste ad
un esplosione di fini melodie rese entusiasmanti proprio dall’enfasi sinfonica
della struttura neoprogressive.
In tal senso segnalerei
episodi come "Linvadenn" e la conclusiva "Mail eo monet da
Ys" la cui pomposità mi ricorda gli Asia più recenti (quelli di "Arena"
e zone limitrofe).
Insomma siamo al cospetto
di un album che, al contrario di Ys, non entrerà mai nella leggenda ma che
non merita assolutamente di sprofondare nell’oblio; da acquistare ad occhi
bendati e da riporre nel reparto prog/folk della vostra collezione a fianco
di "Harbour Of Tears" dei Camel, "Spirit Of The Autumn Past"
dei Mostly Autumn e pochi altri.
Se lo merita.
"Strinkadenn ‘Ys"
by french band Seven Reizh has been one of the most important Musea releases
of last year. The band mainly consists of Claude Mignon and Gerard Le Dortz
with many guest appareances and they have the really respectable target
of not forgetting Breton cultural and musical tradition, trying to spread
it worldwide.
They hit the traget mixing
breton music with neo-progressive rock and the result is a breathtaking
album full of beautiful melodies and instrumental passages.
I'm sure that every prog fan
will find here everything he wants from music: strong but melodic guitar
section (in Arena style), camelish influence (Harbour of tears album) and
celtic sounds.
My personal highlights are
the opener "Selaou", "Hybr'Ys", "Linvadenn"
and the pomping (a-la Asia) "Mail eo Monet da Ys".
Differently from Ys, maybe
this work will never become legendary but it deserves to be heard and recalled
as a very good album.
Buy and put it inside the
prog/folk division of your cd collection, near to Camel "Harbour Of
Tears", Mostly Autumn "Spirit Of The Autumn Past" and few
more.