SAGA
HOUSE OF CARDS (2001)

CANADA
GENRE: ROCK
LABEL: SPV
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REVIEWED: 2002 APRIL 1ST
RATING: 65/100
 

 

Erano diversi anni che i canadesi Saga non davano più loro notizie, dall’uscita di "Full Circle" nel lontano 1999. Non che ne sentissi proprio la mancanza avendo ascoltato ed apprezzato ben poco la loro produzione dell'ultimo decennio.
"House Of Cards" è stilisticamente la sua naturale prosecuzione: il rock che propongono è in realtà semplice e diretto con le tastiere ovunque presenti e molto pompose e l’aggiunta di qualche fronzolo ogni tanto che è valsa loro, secondo me a torto, l’etichetta di progressive rock band. In realtà hanno sempre vissuto in bilico tra il progressive e l’FM rock senza mai imboccare una strada precisa ed hanno sempre sofferto del paragone con i connazionali Rush di cui incarnano la versione più accessibile e radiofonica. Brani come l’iniziale "God Knows", come "Ashes To Ashes" oppure "Only Human" non sono male, molto orecchiabili e ben costruiti ma che faticano a lasciare il segno, sono freddi e senz’anima. E’ l’esperienza più che ventennale che consente loro di comporre musica comunque accettabile anche se priva di spunti veramente vincenti.
Ciò che rimane quindi è una sensazione di convenzionale ed insipido che mi induce a considerare i Saga come una band di cui, in questo momento, si può fare a meno.
Many people tend to consider Saga as a progressive rock band and I don’t know why. Ok, the word "progressive" may have so different meanings, but when I think about progressive I usually don’t think of Saga.
They play a good keyboards oriented symphonic rock, sometimes poppy, sometimes more elaborate. "House Of Cards" doesn’t deny my belief about them.
They can write good songs without boring their fans only due to twenty-years experience but it’s not a band I can’t live without at the moment.
There are no particular highlights to signal and I can't recommend you to buy it.

Luca Alberici