- Erano diversi anni
che i canadesi Saga non davano più loro notizie, dall’uscita di "Full
Circle" nel lontano 1999. Non che ne sentissi proprio la mancanza avendo
ascoltato ed apprezzato ben poco la loro produzione dell'ultimo decennio.
- "House Of Cards"
è stilisticamente la sua naturale prosecuzione: il rock che propongono è
in realtà semplice e diretto con le tastiere ovunque presenti e molto pompose
e l’aggiunta di qualche fronzolo ogni tanto che è valsa loro, secondo me
a torto, l’etichetta di progressive rock band. In realtà hanno sempre vissuto
in bilico tra il progressive e l’FM rock senza mai imboccare una strada
precisa ed hanno sempre sofferto del paragone con i connazionali Rush di
cui incarnano la versione più accessibile e radiofonica. Brani come l’iniziale
"God Knows", come "Ashes To Ashes" oppure "Only
Human" non sono male, molto orecchiabili e ben costruiti ma che faticano
a lasciare il segno, sono freddi e senz’anima. E’ l’esperienza più che ventennale
che consente loro di comporre musica comunque accettabile anche se priva
di spunti veramente vincenti.
- Ciò che rimane quindi
è una sensazione di convenzionale ed insipido che mi induce a considerare
i Saga come una band di cui, in questo momento, si può fare a meno.
- Many
people tend to consider Saga as a progressive rock band and I don’t know
why. Ok, the word "progressive" may have so different meanings,
but when I think about progressive I usually don’t think of Saga.
- They
play a good keyboards oriented symphonic rock, sometimes poppy, sometimes
more elaborate. "House Of Cards" doesn’t deny my belief about
them.
- They
can write good songs without boring their fans only due to twenty-years
experience but it’s not a band I can’t live without at the moment.
- There
are no particular highlights to signal and I can't recommend you to buy
it.
Luca
Alberici