RICOCHER
CHAINS (2004)

HOLLAND
GENRE: PROG
LABEL: PROGROCK
WEBSITE: Ricocher Official
REVIEWED: 2005 JUNE 20TH
RATING: 80/100

 

I Ricocher sono certamente uno dei gruppi più conosciuti della scena neo progressiva della terra dei tulipani, nonostante abbiano pubblicato solo tre dischi in cinque anni di carriera. Tre soli album, ma ponderati con attenzione e curati nei minimi particolari con l'intento di soddisfare il palato degli appassionati di Marillion, Pendragon e Arena.
L'ultimo "Chains" non delude le attese anche se i primi ascolti hanno sortito sul sottoscritto lo stesso effetto dell'ultimo e non proprio recentissimo album dei Pendragon, cioè la più classica delle sensazioni di sterile riproposizione del lavoro precedente.
Fortunatamente, ascolto dopo ascolto, il disco cresce e riesce a ritagliarsi una sua precisa identità mettendo alla luce non pochi elementi di cui rallegrarsi.
L'inizio, affidato al trittico di "Virtual Images", mette subito in chiaro quale sia il loro gruppo preferito attualmente in circolazione: gli Arena. Le parti di chitarra in fase di ritmica ricalcano infatti molto da vicino quelle di John Mitchell.
"Bitter Tears" è un buon lento con un giro melodico in perfetto stile neo-progressive romantico, ma più adatto a stuzzicare i facili sentimentalismi che a farsi ricordare veramente.
Con "Sand In Your Eyes" (suddivisa in tre parti) si torna a far sul serio: nella prima parte il ritmo è giocoso e le melodie assai disimpegnate mentre le parti di tastiere del bravo John Van Heugten sono ad ampio respiro. Poi il brano affronta una seconda parte che predilige atmosfere più rarefatte concludendosi con la vera novità del disco, ossia un ottimo assolo di sassofono, strumento che i Ricocher non avevano mai usato in precedenza.
"Whispering Voices" è un altro brano di qualità, molto frizzante, dinamico e giocato tutto sul duetto tastiere/chitarra che è in realtà la vera costante del sound dei Ricocher. Come da copione, il finale si intristisce e la chitarra solista sprigiona tutta la sua carica rotheriana.
Nel suo complesso l'album non presenta alcun cedimento qualitativo evidente ma ciò che lo differenzia da "Cathedral Of Emotions" (persino superandolo) è rappresentato dal tentativo di rendere più varia (anche se non proprio imprevedibile) la loro musica. "Point Of No Return" è forse l'esempio più illuminante dove i Ricocher lasciano da parte la solita spirale di tastiere alla Mark Kelly e puntano più sul pop sinfonico e raffinato con ottime linee vocali per poi accellerare con un epilogo rock da manuale. Ottimo ed abbondante, tanto che ancora mentre scrivo si sta contendendo con "Sand In Your Eyes" il posto di miglior brano del disco.
Se le titubanze iniziali vengono superate significa che ad un disco vengono concesse tutte le chances possibili. Ma queste solitamente si è disposti a concederle solo ai dischi che nascondono la vera qualità. "Chains" dei Ricocher è un esempio … Bravi ragazzi !
Ricocher is one of the best known band from the dutch symphonic prog scene. The band has recorded the mini cd "Quest for The Heartland", "Cathedral Of Emotions" and the latest "Chains". They were all conceived with great attention and cure on any details just to satisfy the tastes of Marillion, Pendragon and Arena fans.
At the beginning "Chains" didn't seem to me so different from the previous album, but if you get over the first listenings you will find that they have improved their sound quite well.
"Vitual Images" sounds like their favorite (I suppose) band, that is Arena. The guitar lines are so close to John Mitchell and the epic/pompous sound reminds me just the Arena style.
"Bitter Tears" is a fine ballad in a perfect romantic neo-prog style, followed by the three parts of "Sand In Your Eyes". It starts with a playful rhythm and pleasant keyboards carpets by John Van Heugten; then the track evolves to a more atmospheric sound with a fine saxophone solo and I think it's the first time they play sax.
As told before the band tried to create a sound a little bit different: I found "Chains" more refined, sometimes very close to symphonic pop and I can say that it's definitely my favorite Ricocher album so far.
"Point Of No Return" is the rightest song to show the result of this improvement: symphonic pop at his best with beautiful vocal lines followed by an exciting symphonic rock acceleration. I still haven't decided which is my favorite track between "Point Of No Return" and "Sand In Your Eyes". Maybe only time will tell….
Fine job, guys !!

Luca Alberici

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