I polacchi
Quidam non li scopro certo io, rappresentano la punta di diamante della
fertilissima scena prog sinfonica polacca, un'invidiabile posizione guadagnata
grazie ad un bellissimo disco d'esordio uscito nel lontano 1996 e ad una
riconosciuta capacità tecnica dei membri della band. Il disco dal
vivo ufficiale "Live in mexico" uscito un paio d'anni fa lo conferma
a chiare lettere. L'unico neo è stato "Sny Aniolow", il
loro secondo lavoro in studio che invece non era stato in grado di bissare
la qualità ed il successo dell'esordio.
Ebbene, ci pensa "Time Beneath the Sky" a ricatapultarli con velocità
sull'olimpo del prog europeo e per diversi motivi. Innanzitutto i Quidam
sono notevolmente maturati perché hanno capito che forse era il caso
di divincolarsi dai rigidi dettami di uno stile già scritto pur senza
snaturarsi ed operare strappi troppo radicali : l'album quindi possiede
l'ottima ispirazione del debutto ma gli arrangiamenti sono ancor più
curati, morbidi ed inclini ad una maggiore pacatezza.
Le composizioni seguono fedelmente il filo conduttore comune che contraddistingue
lo stile della band (da sempre molto influenzata dai Pink Floyd e dai Camel)
ma qui c'è maggior varietà ed una più elastica apertura
a differenti contaminazioni, talvolta orientaleggianti ("Letter from
The Desert I") oppure più modernamente psichedeliche alla Porcupine
Tree come in "Credo II" o nella splendida "Quimpromptu"
(l'assolo finale "rotheriano" è da brividi). "No Quarter"
è un brillantissimo rifacimento (in chiave prog-sinfonica e con l'aggiunta
del flauto) del brano dei Led Zeppelin, che considero ancora migliore del
tentativo simile fatto in precedenza di rileggere "Child In Time"
dei Deep Purple.
Ritengo però che il pregio migliore di questo disco sia la grande
continuità di rendimento che mostra dal primo all'ultimo minuto;
solo la conclusiva "(Everything Has Its Own) Time Beneath The Sky"
non mantiene gli standard medi.
Se non sono stato sufficientemente chiaro, lo ribadisco: non commettete
il gravissimo errore di ignorare una delle migliori uscite di prog romantico
del 2002.
Quidam is probably
the most important synphonic-proc act coming from Poland. They gained this
good reputation mainly thanks to a wonderful debut album and to a well known
skilled-playing by the members of the band. I didn't like the second album
"Sny Aniolow", so I worried about their future. Anyway, now I'm
an happy man because "The Time Beneath The sky" is out and it
reassured me they come back to the highest prog peaks.
This is really a wonderful album for many reasons: first of all, now they
are more mature because they understood it was better not to follow neo-prog
schemes so strictly. So the album sounds like the debut but the arrangements
are more cured, mellow and refined.
Pink Floyd and Camel are always their main influences but all the tracks
are more varied and also influenced by oriental contaminations ("Letter
from The Desert I") and modern psychedelic in Porcupine Tree style
as in "Credo II" or in the wonderful "Quimpromptu" (with
an impressive "rotherian" guitar solo at the end). "No Quarter"
is a remake of Led Zeppelin song, but here the song doesn't remain the same,
because it's full of flute passages and it's softer than the original. I
think it's even better than the similar coverage attempt they made with
Deep Purple's "Child In Time" a couple of years ago.
Nevertheless I'm sure the most positive thing is the high quality average
of "Time…" from start to end. Only "(Everything Has
Its Own) Time Beneath The Sky" is a little under the average.
I hope you realized that you can't afford to ignore one of the best 2002's
synphonic prog releases.