- Il fatto che la scena
sinfonica olandese sia fra le più prolifiche ed interessanti, ciò
non significa che tutti gli attori che la interpretano ne siano all'altezza.
I Plackband (in olandese è l'equivalente del nostro nastro adesivo)
non sono dei ragazzini alle prime armi e la loro travagliata storia sa di
già sentito tanto quanto la loro musica. Nati verso la metà
dei settanta, pubblicano verso la fine della decade solo una manciata di
canzoni sotto forma di extended play senza riuscire ad approdare ad un vero
debutto ufficiale. Si sciolgono e si ricongiungono solo nel 2000, riuscendo
finalmente due anni dopo a pubblicare questo "After The Battle",
contenente (come ovvio) materiale vecchio e nuovo.
L'album comincia in maniera più che incoraggiante con la strumentale
"The Battle" che ben inquadra lo stile musicale che contraddistingue
la band, ovvero un prog sinfonico di scuola Genesis che trova soprattutto
negli Iq e nei Pallas due calzanti e più recenti termini di paragone.
"See The Dwarfs" è costruita su un registro gardenpartiano
iniziale molto piacevole ma insiste con eccessiva monotonia sul tema del
ritornello, peraltro cantato con scarsa incisività dall'ugola non
proprio dotata di Kees Bik … ed il brano fatalmente si trova ridimensionato.
"End Of The Line" e "Sign Of The Knife" (quest'utima
decisamente alla Pallas) sono forse le tracce più esemplificative
del male che affligge i Plackband: tanto impeccabili le rispettive aperture
con una melodia ad ampio respiro che tocca i tasti giusti di qualsiaisi
sensibilità sinfonico/romantica, quanto irritante lo sviluppo dei
due brani e (di nuovo) la prestazione vocale di Kees Bik. Quando a risalire
in cattedra è la sezione strumentale (guidata da Michel Van Wassem,
tastiere e Ronald Brautigam, chitarra) il brano magicamente riprende quota.
Due brani che potevano essere indimenticabili e che invece vorremmo dimenticare
in fretta perché autentiche occasioni mancate.
Putroppo questo male (non proprio oscuro) segna il destino della maggior
parte degli undici brani, alcuni di questi addirittura scadenti da qualsiasi
prospettiva li si valuti, vedi l'imbarazzante "Ghost Town" e la
superflua traccia bonus "Remember Forever".
Di fronte ad un debutto discografico (perché, come detto, di questo
trattasi), ove gli spunti interessanti comunque ci sono ma sono più
numerosi gli aspetti negativi, di solito si trovano le giustificazioni nell'età
acerba dei musicisti e nella scarsa esperienza che spesso non consente un
assemblaggio armonico delle idee. Ma di fronte ad un debutto di attempati
quasi sessantenni ? Spero che il detto "Finché c'è vita,
c'è speranza" sia sempre valido perché le potenzialità
ci sarebbero ….
- The dutch symphonic
rock scene is one of my favourite in Europe and who read these pages knows
it very well. In any case It doesn't mean I like all the dutch prog bands
and I think Plackband is not certainly the most inspired dutch band.
The story of Plackband has been told many times before by the prog storytellers:
they started in the mid-seventies and released few tracks as an EP. Soon
after they disbanded to join together again at the beginning of the new
century.
At last, two years later they released the debut album called "After
The Battle" featuring (of course) both old and new stuff.
The album has an encouraging starting with the fine instrumental "The
Battle" showing their symphonic prog in Genesis, Iq and Pallas vein.
"See The Dwarfs", "End Of the Line" and "Sign Of
The Knife" are the true reasons why I can't appreciate this work: they
have all beautiful openings with great keyboards and guitar works by Michel
Van Wassem and Ronald Brautigam but they lose very soon the right way. Besides
Kees Bik's voice is everything but satisfactory.
I'm really angry 'cause these three tracks could have been unforgettable
prog songs, instead I would like to forget them because they're true missed
opportunities.
Unfortunately most of the songs suffer from this dark illness; "Ghost
Town" and the bonus track "Remember Forever" are even uninteresting
songs from any point of view.
What can I say ? Plackband is a band with good potentialities, but I think
we have to wait for the next release to hear a beautiful track from start
to finish.
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!