PLACKBAND
AFTER THE BATTLE (2002)

HOLLAND
GENRE: PROG
LABEL: Xymphonia
WEBSITE: Plackband Official
REVIEWED: 2005 AUGUST 10TH
RATING: 60/100
 

 

Il fatto che la scena sinfonica olandese sia fra le più prolifiche ed interessanti, ciò non significa che tutti gli attori che la interpretano ne siano all'altezza.
I Plackband (in olandese è l'equivalente del nostro nastro adesivo) non sono dei ragazzini alle prime armi e la loro travagliata storia sa di già sentito tanto quanto la loro musica. Nati verso la metà dei settanta, pubblicano verso la fine della decade solo una manciata di canzoni sotto forma di extended play senza riuscire ad approdare ad un vero debutto ufficiale. Si sciolgono e si ricongiungono solo nel 2000, riuscendo finalmente due anni dopo a pubblicare questo "After The Battle", contenente (come ovvio) materiale vecchio e nuovo.
L'album comincia in maniera più che incoraggiante con la strumentale "The Battle" che ben inquadra lo stile musicale che contraddistingue la band, ovvero un prog sinfonico di scuola Genesis che trova soprattutto negli Iq e nei Pallas due calzanti e più recenti termini di paragone.
"See The Dwarfs" è costruita su un registro gardenpartiano iniziale molto piacevole ma insiste con eccessiva monotonia sul tema del ritornello, peraltro cantato con scarsa incisività dall'ugola non proprio dotata di Kees Bik … ed il brano fatalmente si trova ridimensionato.
"End Of The Line" e "Sign Of The Knife" (quest'utima decisamente alla Pallas) sono forse le tracce più esemplificative del male che affligge i Plackband: tanto impeccabili le rispettive aperture con una melodia ad ampio respiro che tocca i tasti giusti di qualsiaisi sensibilità sinfonico/romantica, quanto irritante lo sviluppo dei due brani e (di nuovo) la prestazione vocale di Kees Bik. Quando a risalire in cattedra è la sezione strumentale (guidata da Michel Van Wassem, tastiere e Ronald Brautigam, chitarra) il brano magicamente riprende quota. Due brani che potevano essere indimenticabili e che invece vorremmo dimenticare in fretta perché autentiche occasioni mancate.
Putroppo questo male (non proprio oscuro) segna il destino della maggior parte degli undici brani, alcuni di questi addirittura scadenti da qualsiasi prospettiva li si valuti, vedi l'imbarazzante "Ghost Town" e la superflua traccia bonus "Remember Forever".
Di fronte ad un debutto discografico (perché, come detto, di questo trattasi), ove gli spunti interessanti comunque ci sono ma sono più numerosi gli aspetti negativi, di solito si trovano le giustificazioni nell'età acerba dei musicisti e nella scarsa esperienza che spesso non consente un assemblaggio armonico delle idee. Ma di fronte ad un debutto di attempati quasi sessantenni ? Spero che il detto "Finché c'è vita, c'è speranza" sia sempre valido perché le potenzialità ci sarebbero ….
The dutch symphonic rock scene is one of my favourite in Europe and who read these pages knows it very well. In any case It doesn't mean I like all the dutch prog bands and I think Plackband is not certainly the most inspired dutch band.
The story of Plackband has been told many times before by the prog storytellers: they started in the mid-seventies and released few tracks as an EP. Soon after they disbanded to join together again at the beginning of the new century.
At last, two years later they released the debut album called "After The Battle" featuring (of course) both old and new stuff.
The album has an encouraging starting with the fine instrumental "The Battle" showing their symphonic prog in Genesis, Iq and Pallas vein.
"See The Dwarfs", "End Of the Line" and "Sign Of The Knife" are the true reasons why I can't appreciate this work: they have all beautiful openings with great keyboards and guitar works by Michel Van Wassem and Ronald Brautigam but they lose very soon the right way. Besides Kees Bik's voice is everything but satisfactory.
I'm really angry 'cause these three tracks could have been unforgettable prog songs, instead I would like to forget them because they're true missed opportunities.
Unfortunately most of the songs suffer from this dark illness; "Ghost Town" and the bonus track "Remember Forever" are even uninteresting songs from any point of view.
What can I say ? Plackband is a band with good potentialities, but I think we have to wait for the next release to hear a beautiful track from start to finish.

Luca Alberici

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