FIENDISH (2003) | RATING: 70/100 |
"Fiendish"
esce nel 2003 e mostra da un lato già le grandi potenzialità
di questo artista che non manca di ammaliarci con composizioni di grande valore
ed ispirazione, ma dall'altro mostra ancora una certa mancanza di coraggio
nell'osare un po' di più. La formazione ufficialmente accreditata vede
solo Phideaux ed il batterista Richard Hutchins, ma circondati da una decina
di ospiti.
Che questo disco fosse stato concepito con l'intento dichiarato di essere
leggero e non troppo impegnativo lo dimostrano brani come "100 Coda",
dall'incedere cadenzato e spunti di rock psichedelico; ma anche "Hellphone"
che mostra il suo lato più folk e cantautoriale.
Il succo più piacevole del disco arriva comunque alla fine con le ultime
4 tracce a partire dalla title-track, seguita da "Vultures & Mosquitos"
che è meravigliosa nella sua semplicità, eterea e favolistica
come i Mercury Rev di "Deserter Song" con splendide aperture tastieristiche;
"Soundblast" sfiora anche i territori sospesi dello space rock ma
approcciato in maniera dolce e melodica mentre "Space Brother" è
un'autentica carezza finale di pianoforte e voce.
Come inizio di carriera direi che sfioriamo già il buon disco, non
esente da pecche ma direi che l'unico brano scartabile è solo "Little
Monster" e se ho appena appena solleticato la vostra curiosità,
vi consiglio di cominciare proprio da "Fiendish" il percorso di
conoscenza di questo artista americano. Per due ragioni: la prima, più
pratica, poiché lo potete scaricare gratuitamente dal suo sito ufficiale.
La seconda è che rimarrete letteralmente affascinati dalla professionalità
ed ispirazione di uno stile che porta già in grembo tutte le caratteristiche
che contraddistingueranno le sue produzioni successive.
GHOST STORY (2004) | RATING: 75/100 |
Nel
2004 esce "Ghost Story". La formazione non si limita più
solo a Phideaux ed a Rich Hutchins alle percussioni ma si allarga alle figure
di Mark Sherkus alle tastiere ed organo e di Sam Fenster al basso. Phideaux
si libera dunque dal peso del multistrumentismo, concentrandosi maggiormente
solo sulle chitarre e sulla voce.
La sua innata attitudine alla diversificazione ed al trasformismo lo portano
a realizzare un disco differente da "Fiendish" di cui abbandona
la leggerezza ed il potenziale commerciale in favore di una proposta dai suoni
più ricercati , ma anche più rockeggiante, elettronica, in taluni
frangenti new wave inglese e psichedelica.
I primi cinque brani esprimono tutto questo ma devo constatare che, a parte
le eccezioni delle discrete "Everynight" e di "Feel The Radiation",
le altre non hanno incontrato in pieno il mio personale favore.
Ma "Ghost Story" è soprattutto l'album nel quale per la prima
volta Phideaux mostra la sua predilezione per il rock progressivo: "Beyond
The Shadow Of Doubt" è senza ombra di dubbio (appunto !) legata
al prog per la qualità dei suoi arrangiamenti, per gli inserti di chitarra
ed ancor di più per l'utilizzo dell'organo di Mark Sherkus. Sono tre
indizi che fanno una prova schiacciante. E che prova meravigliosa !!
E' proprio da questo brano, oltretutto, che il disco decolla veramente ed
inanella un filotto di gemme che porta dritti alla conclusione del lavoro.
"Ghost Forest" ha un giro di basso che fa molto new wave pop inglese;
"Universally" è di una bellezza struggente, è triste
e malinconica come il delicato arpeggio di chitarra che l'accompagna e sul
quale si inserisce un caldissimo organo. Immaginatevi un miscuglio tra i Blackfield
di Steven Wilson ed i Pineapple Thief acustici. La conclusiva "Come Out
Tonight" ha un incedere fiabesco a mo' di filastrocca dove ancora una
volta è il suono dell'organo ad essere grande protagonista.
Un ulteriore passo avanti …
FINE PRIMA PARTE ....
FIENDISH (2003) | RATING: 70/100 |
"Fiendish"
came out in 2003. It already showed Phideaux's high potential with a couple
of inspired tracks featured. The line-up features Phideaux and drummer Richard
Hutchins only, but supported by several guests.
This album was born with the declared intention of being easy and quite commercial:
tracks like "100 Coda" and "Hellphone" are folky with
some psychedelic trace. I think the best stuff comes with the final four tracks
from the title-track on: "Vultures & Mosquitos" is simply wonderful,
so ethereal, plenty of keyboards themes, in few words a true fable in music
just like Mercury Rev did with their "Deserter Song". "Soundblast"
nearly touches the space-rock territories but in a sweeter and more melodic
way. Finally "Space Brother" is a sweet caress of piano and voice.
"Fiendish" is overall a strong effort though not free from some
weak moments (see "Little Monster") and just an excess of simplicity.
Your Phideaux's knowledge root should start from here for two reasons: first
of all this album is downloadable for free from his own website, besides here
you'll find a couple of fascinating and inspired tracks.
GHOST STORY (2004) | RATING: 80/100 |
"Ghost
Story" was official released in 2004. Phideaux and Rich Hutchins are
not alone anymore: the line-up also features Mark Sherkus on keyboards/Organ
and Sam Fenster on bass. So Phideaux gets rid from the weight of multinstrumentalism
and he can concentrate on guitars and vocals.
His natural attitude of being a quick-change artist bring himself to release
a different album: here he leaves the easy listening and the commercial potential
and moves to more refined and progressive sounds, more electronic and sometimes
very close to the british new wave.
The first five tracks agree with this description, though I really liked so
much "Everynight" and "Feel The Radiation" only.
Anyway, "Ghost Story" is above all the album where Phideaux takes
out from the top-hat a stunning symphonic prog suite: "Beyond The Shadow
Of Doubt" is beyond any shadow of doubt very close to progressive music
for the great arrangements, for the guitar inserts and much more for the impressive
job of Mark Sherkus on keyboards. These are three signs making a clean evidence.
Besides it's just from this wonderful track on that the album really takes
off until its ending. "Ghost Forest" has an impressive bass work,
"Universally" is divinely sad and melancholic just like the guitar
arpeggio and hammond organ accompanying it. Try to imagine a cross between
Blackfield and the acoustic Pineapple Thief. "Come Out Tonight"
is another gem.
A further step ahead and deeply recommended ….
TO BE CONTINUED ....
Luca Alberici
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