PHIDEAUX
SPECIAL part 1

 

U.S.A
GENRE: ROCK
WEBSITE: PHIDEAUX official
REVIEWED: 2006 JUNE 11TH
La recente scoperta dell'intera discografia dei Phideaux è stata per me una vera folgorazione, che mi ha confermato ancora una volta che al mondo esistono artisti tanto sconosciuti al grande pubblico quanto meritevoli.
Dietro a questo moniker si cela la figura di Phideaux Xavier, un multistrumentista di Los Angeles …. ebbene si, non è francese come molti avranno dedotto dal suo nome !
Prima di approdare ad una carriera solista che, mentre scrivo, è già arrivata all'invidiabile traguardo di cinque album, Phideaux ha prima militato in una serie di gruppi (uno anche dedito al post-punk!) e successivamente si è dedicato all'attività di produttore.
Come recita la dicitura riportata sui suoi dischi, ovvero "musica scoperta da …", per Phideaux le canzoni non si creano dal nulla, ma esistono già e vanno semplicemente scoperte, eseguite e proposte al pubblico. Il suo obiettivo (da lui stesso dichiarato) è quello di smuovere la sensibilità del pubblico con la realizzazione di "dischi seri da ascoltarsi preferibilmente in cuffia".
L'elemento più stupefacente che contraddistingue la sua scrittura è la capacità con cui riesce a trovare un'amalgama ben congegnata di stili e sonorità anche molto diversi tra loro rendendo quindi arduo qualsiasi tentativo di classificazione. Pur senza osare troppo, ci ha regalato una serie di dischi (come dicevo sinora cinque, ma altri due sono già in preparazione) pregni di un rock americano cantautoriale, molteplici richiami folk, atteggiamenti glamour, tentazioni prog sinfoniche e tante contaminazioni psichedeliche.
Sarebbe sufficiente leggere il blog nel quale Phideaux ha indicato quali siano stati (e tuttora sono) i 20 dischi che porterebbe con sé sull'isola deserta, per capire quanto vasta ed eterogenea sia stata la sua formazione musicale. Tra questi infatti troviamo artisti come Alice Cooper, Pink Floyd, David Bowie, Kiss, Leonard Cohen, Jethro Tull, Joy Division, Genesis, Patty Smith, VDGG e Kate Bush. Nessuno di questi è chiaramente identificabile come influenza netta e distinguibile.
In generale Phideaux ha saputo scrivere musica con la forma canzone quasi sempre rispettata e quindi adatta ad un pubblico senza dubbio vasto ma ha saputo altresì arricchirla sempre più di arrangiamenti di alta classe e di contenuti interessanti e profondi, anche dal punto di vista lirico. Questa sua essenza di artista eclettico e trasformista si è mostrata nel corso della sua produzione discografica in pesi e misure diverse seguendo un percorso artistico in costante crescita, facendosi sempre più apprezzare anche da un pubblico colto ed esigente.
FIENDISH (2003) RATING: 70/100

 

"Fiendish" esce nel 2003 e mostra da un lato già le grandi potenzialità di questo artista che non manca di ammaliarci con composizioni di grande valore ed ispirazione, ma dall'altro mostra ancora una certa mancanza di coraggio nell'osare un po' di più. La formazione ufficialmente accreditata vede solo Phideaux ed il batterista Richard Hutchins, ma circondati da una decina di ospiti.
Che questo disco fosse stato concepito con l'intento dichiarato di essere leggero e non troppo impegnativo lo dimostrano brani come "100 Coda", dall'incedere cadenzato e spunti di rock psichedelico; ma anche "Hellphone" che mostra il suo lato più folk e cantautoriale.
Il succo più piacevole del disco arriva comunque alla fine con le ultime 4 tracce a partire dalla title-track, seguita da "Vultures & Mosquitos" che è meravigliosa nella sua semplicità, eterea e favolistica come i Mercury Rev di "Deserter Song" con splendide aperture tastieristiche; "Soundblast" sfiora anche i territori sospesi dello space rock ma approcciato in maniera dolce e melodica mentre "Space Brother" è un'autentica carezza finale di pianoforte e voce.
Come inizio di carriera direi che sfioriamo già il buon disco, non esente da pecche ma direi che l'unico brano scartabile è solo "Little Monster" e se ho appena appena solleticato la vostra curiosità, vi consiglio di cominciare proprio da "Fiendish" il percorso di conoscenza di questo artista americano. Per due ragioni: la prima, più pratica, poiché lo potete scaricare gratuitamente dal suo sito ufficiale. La seconda è che rimarrete letteralmente affascinati dalla professionalità ed ispirazione di uno stile che porta già in grembo tutte le caratteristiche che contraddistingueranno le sue produzioni successive.

GHOST STORY (2004) RATING: 75/100

 

Nel 2004 esce "Ghost Story". La formazione non si limita più solo a Phideaux ed a Rich Hutchins alle percussioni ma si allarga alle figure di Mark Sherkus alle tastiere ed organo e di Sam Fenster al basso. Phideaux si libera dunque dal peso del multistrumentismo, concentrandosi maggiormente solo sulle chitarre e sulla voce.
La sua innata attitudine alla diversificazione ed al trasformismo lo portano a realizzare un disco differente da "Fiendish" di cui abbandona la leggerezza ed il potenziale commerciale in favore di una proposta dai suoni più ricercati , ma anche più rockeggiante, elettronica, in taluni frangenti new wave inglese e psichedelica.
I primi cinque brani esprimono tutto questo ma devo constatare che, a parte le eccezioni delle discrete "Everynight" e di "Feel The Radiation", le altre non hanno incontrato in pieno il mio personale favore.
Ma "Ghost Story" è soprattutto l'album nel quale per la prima volta Phideaux mostra la sua predilezione per il rock progressivo: "Beyond The Shadow Of Doubt" è senza ombra di dubbio (appunto !) legata al prog per la qualità dei suoi arrangiamenti, per gli inserti di chitarra ed ancor di più per l'utilizzo dell'organo di Mark Sherkus. Sono tre indizi che fanno una prova schiacciante. E che prova meravigliosa !!
E' proprio da questo brano, oltretutto, che il disco decolla veramente ed inanella un filotto di gemme che porta dritti alla conclusione del lavoro. "Ghost Forest" ha un giro di basso che fa molto new wave pop inglese; "Universally" è di una bellezza struggente, è triste e malinconica come il delicato arpeggio di chitarra che l'accompagna e sul quale si inserisce un caldissimo organo. Immaginatevi un miscuglio tra i Blackfield di Steven Wilson ed i Pineapple Thief acustici. La conclusiva "Come Out Tonight" ha un incedere fiabesco a mo' di filastrocca dove ancora una volta è il suono dell'organo ad essere grande protagonista.
Un ulteriore passo avanti …

FINE PRIMA PARTE ....

I was really stunned by the recent discovery of the whole discography by Phideaux and , once more, it was the confirm of how many good artists are working in music business without getting the right feedback.
Behind the name "Phideaux" there's Phideaux Xavier, a glamour-look multinstrumentalist from Los Angeles ….. yes, I'm not wrong, he's not French !!
Before starting his solo career (five albums already out), Phideaux had played bass for some bands (one of them was a post-Punk band !) and also had some experiences as producer.
As you can read on cd booklets ("music discovered by …") it seems that Phideaux doesn't write music but tracks already exists and they only must be discovered. His aim is to play serious music for headphone listeners.
Phideaux's writing (or discovering) is sometimes simple, sometimes more complex, ranging over many different styles: you can find US rock with several folk traces, symphonic progressive rock and some touches of psychedelic rock.
It's really hard to categorize his music. If you read his blog you'll find how many (and different ) artists he took inspiration from: Alice Cooper, Pink Floyd, David Bowie, Kiss, Leonard Cohen, Jethro Tull, Joy Division, Genesis, Patty Smith, VDGG and Kate Bush. Undoubtely a really wide musical background.
All those different influences come out in different ways and gradually album by album, following an amazing root of improvement.
I've never listened to the first solo album "Friction" released in 1993, so my reviews will start from the second one entitled "Fiendish" on.
FIENDISH (2003) RATING: 70/100

 

"Fiendish" came out in 2003. It already showed Phideaux's high potential with a couple of inspired tracks featured. The line-up features Phideaux and drummer Richard Hutchins only, but supported by several guests.
This album was born with the declared intention of being easy and quite commercial: tracks like "100 Coda" and "Hellphone" are folky with some psychedelic trace. I think the best stuff comes with the final four tracks from the title-track on: "Vultures & Mosquitos" is simply wonderful, so ethereal, plenty of keyboards themes, in few words a true fable in music just like Mercury Rev did with their "Deserter Song". "Soundblast" nearly touches the space-rock territories but in a sweeter and more melodic way. Finally "Space Brother" is a sweet caress of piano and voice.
"Fiendish" is overall a strong effort though not free from some weak moments (see "Little Monster") and just an excess of simplicity.
Your Phideaux's knowledge root should start from here for two reasons: first of all this album is downloadable for free from his own website, besides here you'll find a couple of fascinating and inspired tracks.

GHOST STORY (2004) RATING: 80/100

 

"Ghost Story" was official released in 2004. Phideaux and Rich Hutchins are not alone anymore: the line-up also features Mark Sherkus on keyboards/Organ and Sam Fenster on bass. So Phideaux gets rid from the weight of multinstrumentalism and he can concentrate on guitars and vocals.
His natural attitude of being a quick-change artist bring himself to release a different album: here he leaves the easy listening and the commercial potential and moves to more refined and progressive sounds, more electronic and sometimes very close to the british new wave.
The first five tracks agree with this description, though I really liked so much "Everynight" and "Feel The Radiation" only.
Anyway, "Ghost Story" is above all the album where Phideaux takes out from the top-hat a stunning symphonic prog suite: "Beyond The Shadow Of Doubt" is beyond any shadow of doubt very close to progressive music for the great arrangements, for the guitar inserts and much more for the impressive job of Mark Sherkus on keyboards. These are three signs making a clean evidence.
Besides it's just from this wonderful track on that the album really takes off until its ending. "Ghost Forest" has an impressive bass work, "Universally" is divinely sad and melancholic just like the guitar arpeggio and hammond organ accompanying it. Try to imagine a cross between Blackfield and the acoustic Pineapple Thief. "Come Out Tonight" is another gem.
A further step ahead and deeply recommended ….

TO BE CONTINUED ....

Luca Alberici

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