PHIDEAUX
THE GREAT LEAP (2006)

U.S.A.
GENRE: ROCK
LABEL: BLOODFISH
WEBSITE: PHIDEAUX official
REVIEWED: 2007 JARY 10TH
RATING: 80/100

 

L'ascolto dell'intera discografia solista di Phideaux Xavier mi ha permesso di scoprire un validissimo artista ed un illuminato compositore, che ha saputo fare dell'eclettismo e della padronanza tecnica i suoi principali punti di forza. Non ho la percezione della considerazione sinora raggiunta dall'artista newyorkese, né conosco i dati di vendita dei suoi 5 album, ma la mia convinzione è che se ancora non è arrivato, il successo non tarderà ad arrivare.
Il suo target non è una platea ristretta e selezionata, ma un pubblico molto eterogeneo composto sia dal giovanissimo fagocitatore di onde radio che dall'ascoltatore rock attento e dai gusti raffinati, fino all'appassionato ed esigente ricercatore di un suono adulto ed orchestrato.
Il nuovo disco, "The Great Leap", non fa altro che confermare quanto elevata sia la mia considerazione per il suo lavoro e per quello del fido Rich Hutchins, il cui apporto anche in fase compositiva è assai rilevante. Phideaux ha proseguito dove si era fermato il disco precedente "313", privilegiando ancora una volta il suo lato più cantautoriale, i brani semplici e diretti ma arricchiti con un parco strumenti molto vasto (dall'Hammond al violino al sitar elettrico) ed i soliti richiami ad una psichedelia leggera.
Inutile nascondervi che come per il precedente "313", mi sia dispiaciuto notare di nuovo l'assenza di una suite progressivo-sinfonica in stile "Beyond Any shadow Of Doubt" o "Chupacabras" che cosi tanto mi avevano estasiato. Tuttavia vi assicuro che il dispiacere è passato subito dopo aver scoperto alcune vere chicche come "You And Me Against a World Of Pain", ricca di cambi di tempo e complesse orchestrazioni, come la darkeggiante "Abducted", "Tannis Root" e la trascinante "One Star".
Nessun dubbio, siamo di fronte ad un altro grande disco benché forse non ai livelli di "Ghost Story" e "Chupacabras". E se aggiungessi che "The Great Leap" è solo la prima parte di una trilogia e che il secondo episodio, "Doomsday Afternoon", è di imminente uscita ? Attendiamo insieme con ansia …
INTRODUCTION
I have been listening to the whole Phideaux discography for the last two years and I must say I've been learning to know a great artist and an enlightened songwriter. "The Great Leap" is the latest album and the first part of a trilogy. It confirms and strengthens my conviction.
SOUNDS LIKE ...
It's hard to labelling his music, you know. "The Great Leap" follows the traces of the previous "313", that featured short and quite simple songs, an acoustic approach as well as some touches of light psychedelic music.
POINTS OF INTEREST
It's not a matter of genre or influence: Phideaux Xavier is a great composer and careful to details, arrangements and orchestrations. As told before, songs are quite simple but divinely played with a wide instrument park (violin, Hammond and electric sitar, for example).
WEAK POINTS
Just only one: "The Great Leap", just like "313" lacks again of the symphonic/progressive rock side of Phideaux's musical background. Translating: I'm still waiting for another "Beyond Any shadow Of Doubt" or "Chupacabras". But I'm also patient !!
FAVOURITE TRACKS
"You And Me Against a World Of Pain"
"Abducted"
"Tannis Root"
"One Star"
RECOMMENDATION
No doubt ! "The Great Leap" is another strong effort and of course it deserves my high recommendation.

Luca Alberici

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