PAX ROMANA
TRACE OF LIGHT (2005)

FINLAND
GENRE: PROG
LABEL: INDIPENDENT
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REVIEWED: 2006 MAY 5TH
RATING: 70/100
 

 

Quante volte negli ultimi anni abbiamo assistito al ritorno di gruppi formatisi negli anni settanta e che per varie ragioni (tra cui la più frequente lo scarso riscontro commerciale e motivazionale) avevano abbandonato l'attività musicale ? Tanti, forse troppi. I finlandesi Pax Romana sono fra questi ma la peculiarità di questo gruppo è che all'alba degli anni settanta non riuscirono neppure a pubblicare un demotape od un singolo, limitandosi solo ad una breve attività concertistica. Spinti forse da un ritorno di interesse per il prog sinfonico melodico ed in particolare dalla particolare vivacità della scena locale, nel 2002 i Pax Romana tornano con la medesima formazione originale e pubblicano nel 2005 il loro esordio "Trace Of Light".
"Pilgrim" è un ottimo brano d'apertura da cui però si capisce subito che degli anni settanta è rimasto ben poco alla band finlandese: trattasi infatti di puro neo-prog romantico alla Pendragon (questo è il paragone che salta subito all'orecchio) con un grande dispiegamento di trame tastieristiche pulite ed accattivanti e di passaggi chitarristici dallo spiccato senso melodico, questi ultimi chiaramente ispirati al genio di Gilmour e di Latimer.
Il flauto ed il violino talvolta fanno la loro comparsa per arricchire questa formula musicale e conferirle alcuni connotati più folk ma senza consentirgli di apparire a suo modo originale. Il già sentito è di casa ed alcuni passaggi suonano banali e decisamente poppeggianti come in "Moonlight Meadow" dal ritornello facile facile ma dalle piacevoli divagazioni sinfoniche arricchite dal violino.
Chi è alla ricerca della freschezza e della sperimentazione sarà già passato ad altra recensione ma un avvertimento è doverso : il disco non stupirà ma neanche annoierà e tutti i sette brani correranno nel vostro lettore cd con estrema facilità benché la soglia di attenzione dell'ascoltatore si impenni decisamente solo con il brano di apertura già menzionato e col sopraggiungere della sesta traccia, "Deeply Connected", il brano dai contenuti più ammalianti ed eleganti dell'intero lotto. Qui si respira aria di kraut-prog sinfonico condito di violino e si assiste ai momenti più rilevanti di solismo chitarristico di chiara matrice cameliana o floydiana, decidete voi .
Il vero limite del gruppo sembra piuttosto essere il cantato, diviso in maniera equa tra la voce più pulita e tutto sommato discreta di Matti Kervinen e quella più roca e meno convincente di Matti Inkinen.
Nel complesso direi che la Finlandia ha saputo esprimere di meglio nel recente passato, ma non si può negare che i Pax Romana non siano riusciti a ritagliarsi un loro spazio fatto di musica elegante benché derivativa e poco propensa a stupire il navigato fan progressivo.
How many times, in the last few years, we've seen a band originally formed back in the seventies and then come back after three decades of silence ? Yes, many times, maybe too many ! The finnish Pax Romana is one of those bands but with the peculiarity that they couldn't release a debut album before disbanding; they only played some gigs in Finland.
Now they're back with a debut album, at last, maybe taking advantage of the overall new interest for symphonic prog and in particular of the extreme frizzante finnish scene.
"Trace Of Light" features the original line-up and a couple of very good songs. The opener "Pilgrim" is immediately one of their best, though it's so clear that the echoes of the seventies definitely vanished from their musical background: this song shows a pure romantic and modern neo-prog, keyboards-driven in the vein of Pendragon, but also led by beautiful guitar solo near to Gilmour and Latimer style.
Flute and violin sometimes come out giving a folk touch to some tracks, like "Moonlight Meadow", a poppy song with an easy chorus. The violin is a good addiction and let us forget it's a really simple track.
Yes, Pax Romana's style is overall really derivative and recalls other bands each prog fan know so well but all the seven tracks flow so well and never bore the listener. The highest album's peak, together with the mentioned "Pilgrim", is "Deeply Connected", the most ambitious and wonderful track where you can breathe a great german symphonic feeling (enriched with some violin themes) and a breathtaking guitar solo. Pure magic, for me !!
The lyrics are sung both by the clean and mostly neo-prog voice of Matti Kervinen and Matti Inkinen.
Maybe Finland offered something better than Pax Romana in the last few years, but you won't be absolutely disappointed by the refined and well-played music inside "Trace Of Light".

Luca Alberici

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