I Pallas sono tornati
!! E’ questa la novità più importante dopo un silenzio discografico durato
circa due anni e mezzo. Il difficile compito a cui erano chiamati era di
ribadire quanto esibito sul precedente album "Beat The Drum" e
due parole vanno subito spese per l’artwork del cd: rinnovato sia il logo
che la grafica in generale, il risultato finale è un booklet esteticamente
ben fatto ed accattivante in ogni sua parte.
Ma è la musica ciò
che veramente conta e con l’introduttiva "The Big Bang" ci si
aspetterebbe di essere colpiti da un’esplosione sonora ed invece è pura
atmosfera. La title track ci consente di capire le differenze stilistiche
con il disco precedente: la vena sinfo-progressiva si è mantenuta inalterata
ma il suono è più epico e la struttura dei brani è più complessa ed articolata
anche se non si può certo parlare di progressive metal come indicato sul
retro del cd. "For The Greater Glory" prosegue sulla stessa linea
ma con una epicità ancora più marcata: l'inizio del brano sembra annunciare
l'arrivo in pompa magna di un battaglione di cavalleria e le tastiere pompose
e il grande basso in evidenza ne fanno il vero highlight dell’album in agguerrita
concorrenza con il brano precedente.
Come inizio veramente
niente male, ma mi sento però di ribadire ciò che scrissi in occasione della
recensione di "BTD": Alan Reed è l’unico elemento di disturbo
della produzione dei Pallas ed è insopportabile il fastidio che provo nell’ascoltare
i suoi tentativi di raggiungere le tonalità più acute. A tal proposito,
provate ad ascoltare "Towers Of Babble", che infatti è il brano
meno brillante dell’album per i motivi appena enunciati.
Con "Who's To
Blame" tornano i Pallas che conoscevamo, alle prese con un brano più
semplice ed immediato con un refrain non molto attraente ma circolare. "Generations"
è invece l’unica canzone veramente fuori dal coro: qui vengono lasciate
da parte epicità ed atmosfere pompose per lasciar spazio ad una trama semplice
e lineare scandita da chitarra acustica e tastiere (mi ricordano molto gli
ultimi Porcupine Tree).
Non vi è dubbio che
i Pallas siano maturati e quest’ultimo album ne è la prova concreta; dal
punto di vista strettamente musicale (songwriting ed esecuzioni) rappresentano
quanto di meglio si possa pretendere al momento, ma permangono alcuni elementi
negativi che non mi consentono di salire troppo con il voto finale (e non
mi riferisco solo ad Alan Reed).
Pallas
are back !! Scottish prog band is here to stay and to improve what they
were able to do on "Beat the Drum". And they did very well !!
"T.c.& t.c." is not far from "B.T.D." but more epic
and mature.
The
exciting title track and "For the Greater Glory" are some of the
best things I heard in the last years but I also like "Generations"
a modern song leading Pallas to future. The weakest side of the album is,
as always, Alan Reed’s voice: Alan is at his ease only when he sings lower,
'cause he can’t keep higher tonalities. Fortunately music can take our mind’s
off his voice. Recommended.