PAIN OF SALVATION - REMEDY LANE (2002)

SWEDEN
GENRE: PROG-METAL
LABEL: INSIDE OUT
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REVIEWED: 2003 FEBRUARY 15TH
RATING: 50/100
 

 

 

Ritenete che siano sufficienti 4 ascolti di un album, due dei quali con l'attenzione necessaria per poter buttar giù una recensione? Forse sono pochi ma vi confesso che non tremavo dalla voglia di saggiare ulteriormente questa nuova prova degli svedesi Pain Of Salvation. Già in occasione della recensione del loro precedente "The Perfect Element" le mie impressioni non furono molto gratificanti e quindi ho accolto questo nuovissimo "Remedy Lane" con una buona dose di scetticismo.
Musicalmente può considerarsi come la naturale prosecuzione di TPE, ma ancor più complesso, più fitto e caotico. Toglie quasi il respiro, invade la mente ed il corpo con scenari apocalittici ed è un disco che non si riesce ad afferrare con le mani per prenderne il controllo.
Lasciamo perdere il mio disinnamoramento graduale per il prog-metal più ruvido ed industriale dal quale mi tengo sempre più diligentemente alla larga: a "Remedy Lane" ho voluto comunque avvicinarmi perché con il disco precedente avevo conosciuto per la prima volta una band ricchissima di potenzialità inespresse e capace, correggendo leggermente il tiro, di portarci ovunque evitando dossi e buche fastidiose. Continuo a pensarla così ma non riesco comunque ad amare questo disco ed addirittura lo considero un passo indietro rispetto a quello precedente; faccio fatica a farmi trasportare emotivamente da un sound sempre troppo pesante ed avarissimo di aperture melodiche.
Solo con la penultima traccia"Second Love" i POS escono completamente ed inaspettatamente dal seminato propinandoci un lentone quasi strappalacrime.
Mi viene un dubbio: il fatto che il disco sia piaciuto a molti, forse mi avrebbe dovuto far riflettere su quanto l'allergia ad un genere musicale come quello suonato dai POS, influenzi il mio giudizio negativo. Ma preferisco andare per la mia strada ed ammettere candidamente che difficilmente riascolterò l'album una quinta volta.
Do you believe that four listenings of an album are enough to write a review? Maybe they aren't but I must admit I wasn't looking forward to give "Remedy lane" another chance.
Musically, the new POS album is the natural follower of "The Perfect Element p.2" but even more complex and harder. You already know I don't like prog-metal very much but last year I appreciated some tracks of "TPE" thinking about Pos as a band with good potentialities. Unfortunately "Remedy Lane" is not a step ahead because I can't find any good songs inside: it's too heavy, too industrial and hard to swallow.
I'm sure I won't listen to it a fifth time!!

Luca Alberici