PAATOS
KALLOCAIN (2004)

SWEDEN
GENRE: ROCK
LABEL: INSIDE OUT
WEBSITE: PAATOS official
REVIEWED: 2004 OCTOBER 16TH
RATING: 75/100

 

Nella vita è preferibile essere solari, positivi e sempre più inguaribili ottimisti; si vive meglio e si affronta la vita con più slancio ed energia. Ma nella musica e nell'arte in generale le cose cambiano: le migliori espressioni artistiche sono state spesso dettate ed ispirate da sentimenti negativi come la malinconia, la depressione ed il pessimismo. E' questo il caso di "Kallocain", opera seconda dei Paatos, un disco molto malinconico e non propriamente progressivo ma che piacerà sicuramente al pubblico progressivo, da sempre avvezzo alle traduzioni in musica di questa particolare attitudine. Poi ci si ricorda che i Paatos sono svedesi e che quindi l'aria cupa ed ombrosa che aleggia pesantemente sul lavoro è scritta nel codice genetico di molti gruppi scandinavi. Rispetto a "Timeloss", il primo disco, le canzoni si sono molto accorciate e parzialmente svuotate di alcune soluzioni più ostiche: sono rimasti i frequenti loop elettronici ed una prevalente atmosfera psichedelica, messa sicuramente in risalto da Steve Wilson (Porcupine Tree) che ha prodotto il lavoro. Le ritmiche sono statiche, cadenzate ed oscure, con frequenti concessioni sia alla folk che alla pop-music raffinata e sono convinto che se brani come "Holding On", "Absinth Minded" oppure "Look At Us" potessero godere di una promozione su larga scala entrerebbero nei cuori dei ragazzi di questa nuova generazione un po' disturbata. La voce di Petronella Nettermalm è uno degli elementi più positivi del disco, quasi sempre sussurata ed eterea che da il meglio di sé nelle splendide "Stream" e "Won't Be Coming Back". Ascoltando la conclusiva "In Time", l'accostamento ai Sigur Ros potrà apparire un po' forzato (e certamente lo è perché qui non si rasenta mai la depressione islandese) ma non certo inverosimile.
Nel complesso, quindi, l'album mi ha convinto ed ammaliato, scorre con estrema facilità ed i brani sono tutti di buon livello, sebbene manchino di elevatissimi picchi di creatività. Ascolto consigliato soprattutto in cuffia e molto adatto in queste grigie giornate autunnali di ottobre.
It's really better to live our lives with a positive and optimistic approach, facing each day with a fit of enthusiasm and energy. But generally things can change if we talk about art and music: some of the best art works of history have been inspired by feelings like melancholy, sadness and pessimism. That's the case of "Kallocain", the second Paatos album, ruled by dark and gloomy atmospheres in perfect swedish (or scandinavian) style. The tracks are shorter and overall less complex than in the first album, but we find again a strong use of electronic loops and a prevalent psychedelic feeling (Steve Wilson produced the album and his touch is absolutely recognizable). The music flows with stillness, rhythms are slow with usual folk-pop touches. I think that songs like "Holding On", "Absinth Minded" or "Look At Us" could head the international charts thanks to a wide promotion. The female voice of Petronella Nettermalm is really fantastic: it's always whispered and so clean, reaching its best performance on "Stream" and "Won't Be Coming Back". Finally, "In Time" is a closing song in the vein of the most depressed Sigur Ros.
I liked "Kallocain" very much, so it deserves to be heard especially by using headphones and so suitable for these grey days of October.

Luca Alberici

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