Potrei introdurre la
presentazione degli Osiris con le stesse parole utilizzate recentemente
per l’ultimo album degli Artsruni poiché la provenienza geografica è quasi
la stessa (Bahrein in questo caso) anche se in realtà i primi passi sono
stati mossi a Houston negli Usa dove il leader Mohammed Alsedaqi frequentava
l’Università. Anche l’etichetta è la stessa (Musea) mentre l’approccio musicale
è sostanzialmente differente. Se gli Artsruni si distinguono per un progressive
rock molto legato alle tradizioni folk del proprio paese, gli Osiris hanno
preferito divincolarsi dalle loro radici proponendo un neo-progressive rock
dalle tonalità molto anglosassoni, assolutamente privo di sonorità endemiche
e tradizionali. Una proposta più facilmente etichettabile, quindi, che trae
evidente ispirazione principalmente dai Camel e Genesis (periodo fine anni
’70) e dai primi Marillion.
Posso ritenermi più
che soddisfatto di questo "Beyond Control", un album dal vivo
registrato nel 1991, che non è stato volutamente ritoccato in studio per
mantenere intatto l’impatto live e contenente materiale tratto dai loro
3 album in studio oltre a ben 4 inediti. La qualità del suono non è dunque
a 5 stelle ma sufficiente ad evidenziare le capacità esecutive degli Osiris
e la presenza di 2 tastieristi da un tocco di sinfonismo molto marcato e
riempie molto i vuoti musicali che spesso si creano sul palco. Sono soddisfatto
perché solitamente evito di fare la conoscenza di una nuova band ascoltando
un loro disco live come primo biglietto da visita, preferisco infatti cominciare
con un album in studio per coglierne le sfumature, la qualità degli arrangiamenti
e quant’altro. I brani sono tutti di buon livello (chi più chi meno) e denotano
una maturità compositiva non indifferente ed un’intrinseca originalità nonostante
i continui riferimenti alle band citate sopra.
"Reflections"
tratta dall omonimo album del 1991 è una canzone tipicamente neo-prog con
un incedere alla "Garden Party" scandito dalle tastiere molto
vicine al Mark Kelly d’epoca. Un denso tappeto di tastiere fa da prologo
ad "Until We Meet" su cui si inseriscono un delicato pianoforte
e la chitarra solista di Mohammed Alsedaqi, quest’ultima impegnata nel disegnare
una melodia quadrata e molto catchy: un paradiso per gli appassionati di
prog strumentale.
Concludo con una buona
notizia: sui crediti del cd si apprende che gli Osiris hanno in cantiere
la realizzazione di ben due nuovi album in studio di cui hanno già dato
anticipazione in questo live album con la più che promettente "Medley
from Tales of the Divers". Aspetto, aspetto....e nel frattempo mi ascolto
più che volentieri questo concerto.
I
could introduce Osiris to you using the same words written about Artsruni.
Infact they come from almost the same geographic area (Bahrein), even the
label is the same (Musea) while the musical style is different from the
armenian band.
Osiris
don’t care about their tradition and play an english neo-progressive of
the eighties taking inspiration mainly from Camel, Genesis and early Marillion.
It’s the first time I listen to their music and I usually prefer to listen
to a studio album as the first one. Anyway it’s a live album released after
three studio ones but it’s not a problem. The sound isn’t so good because
they didn’t intentionally correct mistakes using any kind of overproduction
but there are two keyboards player and all the tracks are really good and
played very well. "Reflections" (taken from the homonymous 1991
album) is a typical neo-prog song in the vein of "Garden party"
with a good keyboards work. Even "Until We Meet" is a good instrumental
song with a sweet piano and an impressive Mohammed Alsedaqi guitar working:
it’s heaven on earth for instrumental prog fans.
Osiris
are planning to release 2 brand new studio albums and the 4 unreleased tracks
of "Beyond Control" are an advanced introduction. Let’s wait and
see. In the meantime I enjoy of this live album.