OPUS EST
OPUS 1 (1983-2003)

SWEDEN
GENRE: PROG
LABEL: MUSEA
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REVIEWED: 2004 JANUARY 27TH
RATING: 50/100
 

 

Questo "Opus 1" degli svedesi Opus Est è l'ennesimo ripescaggio dal passato messo in atto dalla Musea che, in tal senso, è stata sempre molto attenta ed acuta. Non in questo caso, però: l'album è del 1983 e benchè goda di una produzione più che degna non riesce mai ad elevarsi neanche a livelli qualitativi appena accettabili. Ci sono tutte le possibili attenuanti del caso: il budget limitatissimo, la giovanissima età e quindi l'inesperienza dei membri del gruppo. Ma qui il problema sembra trovare le sue fondamenta sull'incapacità della band nel mettere insieme qualche buona idea costruendoci sopra una canzone. Estraggo a caso "Times" e la conclusiva "Mirrocle" come episodi esemplificativi per descrivere le scarse potenzialità che gli Opus est espressero vent'anni or sono: sono entrambi brani molto immediati e semplici, che si tingono di hard-prog ma ingentilito dalle onnipresenti tastiere del giovanissimo (allora) Leif Olofsson e dalla voce di Hakan Nilsson, molto teatrale ed insolita ma che dopo un paio di strofe diventa insopportabile e noiosa. Non voglio esagerare con l'ipercritica, perché per esempio "O What Is That Sound" (che a tratti mi ricorda le sonorità care ai Twelfth night) è musicalmente ben costruita ed offre alcuni passaggi di pregevole fattura. Ma è solo un' oasi ben poco estesa in un deserto arido e, diciamolo pure, noioso e piatto.
Sulla riedizione targata Musea sono presenti tre tracce extra dal vivo che non aggiungono nulla all'impressione negativa che ho avuto di questo lavoro.
"Opus 1" is the first and last album of the swedish band Opus Est, originally released in 1983 and recently reprinted by Musea label. I liked most of the reissues by the french label but now I can say nobody is perfect. Mainly the low budget and the young age of the band can be some of the excuses of this bad album, in my opinion. I randomly extract "Times" and "Mirrocle" as exhaustive examples to describe how much I don't like this album: they are both simple and immediate tracks, showing an hard-prog ruled by the keyboards of Leif Olofsson and the unusual and theatrical voice of Hakan Nilsson (but boring, too). I don't want to exceed with negative critics, because "O What Is That Sound" is musically well concepted and offers some valuable passages reminding me Twelfth Night stuff.
In this Musea reissue there are also three extra live tracks, but my negative impression doesn't change. Superfluous !!

Luca Alberici

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