- Questo "Opus 1"
degli svedesi Opus Est è l'ennesimo ripescaggio dal passato messo
in atto dalla Musea che, in tal senso, è stata sempre molto attenta
ed acuta. Non in questo caso, però: l'album è del 1983 e benchè
goda di una produzione più che degna non riesce mai ad elevarsi neanche
a livelli qualitativi appena accettabili. Ci sono tutte le possibili attenuanti
del caso: il budget limitatissimo, la giovanissima età e quindi l'inesperienza
dei membri del gruppo. Ma qui il problema sembra trovare le sue fondamenta
sull'incapacità della band nel mettere insieme qualche buona idea
costruendoci sopra una canzone. Estraggo a caso "Times" e la conclusiva
"Mirrocle" come episodi esemplificativi per descrivere le scarse
potenzialità che gli Opus est espressero vent'anni or sono: sono
entrambi brani molto immediati e semplici, che si tingono di hard-prog ma
ingentilito dalle onnipresenti tastiere del giovanissimo (allora) Leif Olofsson
e dalla voce di Hakan Nilsson, molto teatrale ed insolita ma che dopo un
paio di strofe diventa insopportabile e noiosa. Non voglio esagerare con
l'ipercritica, perché per esempio "O What Is That Sound"
(che a tratti mi ricorda le sonorità care ai Twelfth night) è
musicalmente ben costruita ed offre alcuni passaggi di pregevole fattura.
Ma è solo un' oasi ben poco estesa in un deserto arido e, diciamolo
pure, noioso e piatto.
Sulla riedizione targata Musea sono presenti tre tracce extra dal vivo che
non aggiungono nulla all'impressione negativa che ho avuto di questo lavoro.
- "Opus 1"
is the first and last album of the swedish band Opus Est, originally released
in 1983 and recently reprinted by Musea label. I liked most of the reissues
by the french label but now I can say nobody is perfect. Mainly the low
budget and the young age of the band can be some of the excuses of this
bad album, in my opinion. I randomly extract "Times" and "Mirrocle"
as exhaustive examples to describe how much I don't like this album: they
are both simple and immediate tracks, showing an hard-prog ruled by the
keyboards of Leif Olofsson and the unusual and theatrical voice of Hakan
Nilsson (but boring, too). I don't want to exceed with negative critics,
because "O What Is That Sound" is musically well concepted and
offers some valuable passages reminding me Twelfth Night stuff.
In this Musea reissue there are also three extra live tracks, but my negative
impression doesn't change. Superfluous !!
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!