Fra il sempre più
crescente numero di proposte progressive provenienti dal Sudamerica, gli
argentini Nexus sono sicuramente i meno sudamericani. Mi spiego: la loro
musica è più facilmente accostabile a quella di band come
Landmarq ed Arena che a quella dei più vicini (geograficamente) Cast,
Fragil, Iconoclasta e compagnia: in altri termini "Metanoia" è
privo di qualsiasi elemento folk caratteristico del loro paese e poggia
su basi solide costituite da un prog sinfonico abbastanza robusto e sempre
puntuale nell'offrirci spunti altamente gratificanti.
L'unico elemento che tradisce la loro provenienza latina sono le liriche
in lingua originale cantate dalla bravissima Mariela Gonzalez che a mio
parere vince nettamente il confronto con le sue colleghe musicalmente più
vicine. La sua voce è molto melodica, incisiva, puntuale e ben inserita
nel contesto musicale.
Dopo un'introduzione strumentale, il disco entra nel vivo con "Metambo",
una song alla "Subterranea" in termini di pomposità e magniloquenza
e quindi in perfetto stile Iq.
Veramente notevole la prestazione di tutti i componenti del gruppo con particolare
menzione nei confronti dei 2 veri motori pulsanti della band, il chitarrista
e Lalo il tastierista.
Certamente non mancano difetti più o meno evidenti ed ingenuità
varie: per esempio l'eccessiva durata del cd gioca un pò contro la
valutazione nel suo complesso e l'ostinata insistenza di alcuni passaggi
strumentali (palesi in "The World's Temptation" per esempio) rendono
l'ascolto un po' pesante. Ma fortunatamente l'album riprende sempre quota.
"In The Hands Of God", oltre ad essere il brano + lungo con i
suoi 15 minuti, è senza dubbio il vero highlight di "Metanoia".
In questa lunga suite c'è un po' tutto ciò che caratterizza
la loro musica: una vena prog-metal alla Arena, soprattutto nell'assolo
di tastiere centrale ma anche un prog + classico e sinfonico come nell'assolo
di chitarra finale che li avvicina ai Genesis della saccheggiatissima "Firth
Of Fifth".
Siamo quindi al cospetto di un album maestoso ed importante, forse più
adatto al mercato europeo e che profuma di genio ed inventiva, dove la pura
esibizione di tecnica strumentale e la ricerca del motivo orecchiabile si
sposano in completa armonia reciproca e rendono l'ascolto estremamente godibile.
Li aspetto con ansia alla conferma del secondo disco. Molto
bravi !!
Among the growing number of southamerican progressive bands,
Nexus from Argentina are probably the less southamerican. I mean, their
music is much closer to european prog than to southamerican. If Mariela
Gonzalez hadn't sung with her native tongue, everybody could have confused
Nexus for an european band. There aren't folk traces, latin warm sounds,
so "Metanoia" is the perfect argentinian answer to Arena, Landmarq
and Genesis music.
The above-mentioned Mariela Gonzalez sings very very well and in my opinion
she absolutely wins the match against female prog colleagues.
After a short instrumental inroduction, the album starts very fast with
"Metambo", very pompous and magniloquent: a good start very close
to Iq "Subterranea".
No doubt about Lalo (keyboards) and the guitarist are Nexus leaders, main
composers and main "Metanoia" actors.
"In The Hands Of God" let us listen to Nexus at their best: it's
a long suite full of changes of mood and situation: sometimes closer to
Arena, sometimes more classic (the final guitar solo reminds me Genesis
"Firth Of Fifth")
Only few weak points: the cd is too long lasting and sometimes instrumental
parts are quite boring (see "The World's Temptation").
A very tasteful and absolutely recommended new prog band.