Primo album solista
per l’apprezzato tastierista degli Iq che riunisce così 20 anni di composizioni,
dai suoi primi passi nel music-business alle diverse collaborazioni con
i "soliti" amici come John Wetton, i Jadis ed ovviamente gli attuali
compagni di avventura negli Iq.
I fans non devono tuttavia
aspettarsi un album alla Iq poiché il sound è orientato su un prog più sinfonico
ed Aor, in una parola più commerciale.
L’iniziale "The
Field Of Fallen Angels" parte alla grande con un’introduzione di flauto
e prosegue con un lavoro di chitarra ritmica che mi ricorda gli ultimi Rush.
In "A Part Of Me" canta John Wetton ed il suo apporto timbrico
all’economia del brano è molto evidente. "The Days Of Our Lives"
possiede una linea melodica molto romantica ma anche un po’ troppo scontata
e prevedibile e conta sulla presenza di Tony Wright al sassofono. Il disco
si prende poi una pausa con "The Final Solution" brano abbastanza
monotono ed insignificante. "Fusion" è una strumentale scritta
negli anni ’70 quando Martin suonava nei The Lens ed è quindi naturale che
le parti di chitarra siano state eseguite da Mike Holmes, co-fondatore della
band. Sempre dal passato viene ripescata "The Overload" che venne
composta da Martin e Peter Nicholls all’epoca di "Subterranea"
e che fu fortunatamente esclusa dalla track-list.
L’album è molto elegante
e ben prodotto e si colloca fra i miei preferiti di questo momento anche
se dubito che lascerà di sé un impronta indelebile.
L’auspicio è che Martin
ci conceda presto un bis ma ad una condizione: il titolo dovrà essere più
intelligente ed azzeccato di "Classical Music and Popular Songs"
(??!??!!?).