MOONGARDEN
ROUND MIDNIGHT (2004)

ITALY
GENRE: PROG
LABEL: GALILEO
WEBSITE: Moongarden official
REVIEWED: 2005 MARCH 15TH
RATING: 70/100
 

 

I Moongarden sono tornati e la notizia non può che rallegrare quanti hanno apprezzato i tre album sinora realizzati dal gruppo mantovano, senza peraltro considerare i progetti paralleli ed altrettanto validi del loro leader Cristiano Roversi.
Già dalla copertina si evince che "Round Midnight" è un disco di rottura con il passato ed anche dopo un veloce ascolto non si può certo negare che i Moongarden non abbiano finalmente trovato un proprio stile, forse ancora lontano dall'essere unico, ma sicuramente distintivo, che definirei sommariamente come un'interpretazione un po' più intimista e melodica del moderno post-rock.
"Round Midnight" non ha più quelle tinte giocose e disimpegnate degli inizi ad eccezione di qualche eco lontano nel finale di "Nightmade Concrete" e nella genesiana "Oh, By The Way, We're So Many In This City…" dove la voce di Luca Palleschi si impregna di timbriche gabrieliane. In verità si sono anche smarrite le tracce della soffice ed intima leggerezza di "The Gates Of Omega".
E' un disco che guarda più al futuro che al passato e solo per questo dimostra molto coraggio: è più controverso, sofferto, dalle trame musicali più ostiche, sfuggenti ed ambiziose, all'interno delle quali persino la voce sopraffina di Luca Palleschi rimane imbrigliata.
I bellissimi assoli di chitarra di David Cremoni (quelli si, sempre di scuola neo-prog) nobilitano quasi tutti i nove brani e rappresentano forse l'unico vero legame con il passato; tuttavia l'evoluzione stilistica dei nuovi Moongarden è così evidente che in talune circostanze i suoi solismi fanno fatica ad integrarsi con il contesto.
Oltre ai brani già menzionati, sono ottime sia l'iniziale title-track dal ritornello abbastanza immediato che la successiva "Wounded", mentre "Killing The Angel" (vagamente alla Finisterre) non convince molto.
Se finora sono rimasto un po' troppo sul descrittivo, aggirando abilmente l'incombenza di dovermi sbilanciare con un giudizio complessivo è perché il mio rapporto con questo disco è stato subito difficile: sotto la mia lente "Round Midnight" è stato dapprima una delusione, poi un discreto disco, infine un buon disco ma che non riesce tuttora ad entusiasmarmi.
Mi viene in soccorso il sempre odioso confronto con la media dei prodotti di recente uscita; i Moongarden ne escono vincitori ai punti, ma rimane l'imbarazzo di dover ammettere che o qualcosa mi sfugge oppure che "Round Midnight" non riuscirà mai ad entusiasmarmi.
Moongarden is back with a new album that will make happy everyone who liked their previous three albums.
But "Round Midnight" is an album breaking with the past and nobody can deny that Moongarden is looking for a personal style: the new prog attitude of "Moonsadness" is really far from here, but also the most recent "The Gates Of Omega" with its intimate lightness can't be compared to this new effort.
So, "Round Midnight" bravely looks to the future with more complex and post-rock melodic lines (though not so hard to swallow). I think the only links to the past are the Genesis-like "Oh, By The Way, We're So Many In This City…" with a great vocal performance by Peter Gabr…oopps Luca Palleschi, "Nightmade Concrete" and the overall guitar works by David Cremoni. Others favourite tracks are the opening title-track and "Wounded".
Yes I know , this seems to be a review about a wonderful album: as a matter of fact I've been in trouble with "Round Midnight" since my first approach to it. From the beginning to the end I found only few unforgettable moments and I couldn't deeply fall in love with it. I appreciate when a band change the way and explore something new, so my expectation wasn't to listen the second part of the wonderful "The Gates Of Omega".
Here I found high skills, refined music and high ambitions but after fifteen listenings my enthusiasm doesn't grow …..

Luca Alberici

Have you a different point of view? Please write me !!!