MARCO GALLETTI
LA LUCE CHE ILLUMINA I SOGNI (2005)

ITALY
GENRE: POP/PROG
LABEL: INDEPENDENT
WEBSITE: MG Official
REVIEWED: 2005 NOVEMBER 10TH
RATING: 80/100
 

 

Dove eravamo rimasti ? Ah si, avevamo appena finito di decantare la bellezza di "Stil Searching" degli Arcansiel originali e l'ottima compilation uscita più recentemente dei nuovi Arcansiel di Paolo Baltaro ed ecco che Marco Galletti, ex cantante, tastierista nonché ispirato compositore del gruppo, fuoriesce da un oblio durato diversi anni.
I tempi di "Still Searching" sono ormai lontani e ricordo come un po' tutti gli appassionati accolsero quel disco come una delle migliori risposte italiane alla musica (allora molto in auge) dei Marillion.
Solo oggi scopro che Marco a quei tempi non conosceva né i Marillion né tutta la scena neo-progressiva che era magicamente lievitata attorno al gruppo di Fish e questo se da un lato può sorprendere, dall'altro conferma una più pura e diretta influenza genesiana.
Sembra improponibile ma è inevitabile confrontare il Marco di oggi con quello di 15 anni fa, per scoprire che quello attuale ha mantenuto sia il medesimo approccio alla musica sia l'ispirazione delle composizioni di allora. Non
mi riferisco soltanto alla title-track che deliberatamente contiene alcuni elementi (ovvero "oggetti musicali" come Marco ama definirli) di "Your Only Treasure", ma anche al motivo lineare e molto romantico di "Questa luna" ed alle emozioni genuine che sa regalare la conclusiva "Ritorna il sole".
I suoni e gli arrangiamenti sono tuttavia più moderni anche grazie ai miracoli della tecnologia, ma si sono soprattutto allargati i suoi orizzonti artistici, non più relegati negli spazi limitati del prog romantico e sinfonico, ma liberi di lambire, per esempio, la tradizione cantautorale italiana (molto evidente in "Abbracciandoti") e l'elettronica dei maestri teutonici.
"La luce che illumina i sogni" è un disco che vola alto nel cielo ed è assai contagioso: "E Vorrei…" possiede la malinconia ed i suoni del Kitaro fine anni ottanta mentre "L'aria che respiri" stenta un po' all'inizio, per poi lievitare magicamente e con essa anche la nostra immaginazione.
Ma ci sono anche alcuni punti indefiniti …oopps … deboli del disco: il primo ha un titolo preciso, "Nell'infinito cielo", che giudico un corpo estraneo e destabilizzante nell'economia del lavoro perché si abbandona troppo passivamente al pop facile e ritmato. Il secondo è l'uso della batteria campionata che plastifica il suono ed abbassa la temperatura delle emozioni; ne comprendo la necessità in un contesto di one-man project ma non posso esimermi dal sottolineare ancora una volta quanto un suono computerizzato sia capace di ridimensionare un brano convincente.
Nulla di compromesso, comunque: "La luce che illumina i sogni" non deluderà gli amanti delle raffinatezze, delle melodie talvolta "solo" ben assemblate, altre volte decisamente accattivanti e romantiche (nel senso colto del termine) e dei testi che fanno riflettere.
Perché non farsi un giretto sul sito di Marco, magari per approfondire il lato più tecnico della sua musica ed acquistare il cd?
If you're fond of romantic new-prog of early nineties, you certainly know italian band Arcansiel whose leader and composer was Marco Galletti. Marco left the band after the release of "Still Searching" and then he released a solo album called "Boxes For Foxes".
Now Marco is back after fifteen years of silence, ready to start again his musical experience: "La luce che illumina i sogni" is the new album, conceived, played and recorded all by himself without any kind of external contribution.
If this album sounds more modern, full of electronic and unfortunately but necessarily recorded by using a drum-machine, I think the feeling and the good taste of Marco's Dna never changed in time.
But something else has changed after so many years: now his musical horizons are wider and varied. He has kept the Arcansiel "romantic" attitude but he's also influenced by the italian pop music and the electronic german masters. The result is a beautiful and refined piece of clever music.
"E vorrei..", "L'aria che respiri" ed "Abbracciandoti" show a so catching beauty made of mellow atmospheres and refined lyrics.
The album shows two weak points: the first, already mentioned, is the use of a drum-machine. The second has a title, that is , "Nell'infinito cielo", nothing more than a poppy song.
You should visit Marco's website to find some technical's details about his own way to write music (the so-called "Musical Objects") and, of course, to buy the album.

Luca Alberici