MAGIC PIE
MOTIONS OF DESIRE (2005)

NORWAY
GENRE: PROG
LABEL: PROGRESS RECORDS
WEBSITE: Magic Pie Official
REVIEWED: 2005 SEPTEMBER 30TH
RATING: 85/100

 

Tra le numerose ed ottime realtà progressive che animano la scena norvegese, i Magic Pie sono forse i meno norvegesi o se preferite i meno nordici, nel senso che in "Motions Of Desire", il loro debutto, non troviamo né le caratteristiche contaminazioni folk né le consuete atmosfere cupe e ... "nordiche", appunto.
Piuttosto il disco si pone come priorità assoluta quella di "suonare" il più possibile anni settanta, in virtù di una strumentazione rigorosamente vintage e di una registrazione abbastanza essenziale ma tutt'altro che sporca.
I sei ragazzi della provincia di Oslo non tergiversano e ci propongono subito in apertura il brano più rappresentativo del loro Dna musicale: "Change" è un calderone delle più svariate colorazioni musicali dove predomina l'art-prog sinfonico, una spruzzata di hard-rock ed alcune calde virate verso il blues. I cambi di ritmo sono spesso repentini ma decisamente lineari e confortevoli.
La title-track cambia già le carte in tavola perché si incanala sui binari più leggeri del new prog più melodico mentre "Full Circle Poetry" inizia con un piglio funky per poi accellerare, nella parte centrale, con riff di chitarra robusti e decisamente intricati che ricordano i Dream Theater petrucciani.
Un aspetto non del tutto positivo andrebbe ricercato nel fatto che spesso saltano di palo in frasca con troppa disinvoltura, ma i singoli blocchi musicali sono così soddisfacenti che raramente ciò reca disturbo.
L'hard rock alla Deep Purple/Uriah Heep è un altro dei loro amori e se in buona parte dei brani lo troviamo appena accennato, trova finalmente il suo massimo sfogo nelle tre parti di "Illusion & Reality" e nell'incipit di "Without Knowing Why". In quest'ultima la certezza di aver finalmente inquadrato l'indirizzo stilistico si rivela una pia illusione, perché il brano non si esaurisce qui e cambia nuovamente faccia: un giro di tastiere, atmosfere cosmiche e finale mozzafiato di stampo decisamente sinfonico. Ottimo brano !!
L'ultima "Dream Vision" sembra addirittura avulsa dal contesto del disco. Una canzone essenzialmente new prog dalle reminiscenze Pallas con virtuosismi di chitarra sia acustica che elettrica.
Se mi avessero detto che avrei amato così tanto un album che viene da più parti dipinto come la risposta norvegese alla musica di Flower's Kings, Echolyn e Spock's Beard, non ci avrei creduto. Anch'io confermo la veridictà di questi illustri (??) paragoni ma aggiungo che probabilmente da questi hanno preso solo gli aspetti migliori o almeno quelli maggiormente graditi dal sottoscritto, in prima linea il fatto che non smarriscono mai la retta via della costante ricerca della melodia coinvolgente, coniugando minuto dopo minuto il giusto tasso di complessità con un'oggettiva bellezza estetica.
"Motions Of Desire" sarà una presenza sicura fra i dieci migliori dischi dell'anno. E' dunque necessario che lo raccomandi ??
Magic Pie is a band coming from northern Europe but, musically, it's one of the less nordic as we get used to think.
I mean, you won't find traces of norwegian folk tunes neither the typical overall dark atmospheres.
"Motions Of Desire" has priority of sounding as a progressive rock album sounded in the seventies, by using vintage instruments and an essential studio production, though not poor or rough.
These six guys from near Oslo (mmmh … I should ask my norwegian cousin if she knows them) seems to love deeply the old symphonic prog, the hardest side of rock (especially Deep Purple and Uriah Heep, in my opinion) but I think they're very close to modern neo-prog (please, listen to the title-track and you'll think I'm right).
Believe me, I couldn't find any weak tracks among the eight featured here, but I give my preference to the long lasting opener "Change" where you can find the actual musical dna of the band: symphonic art-prog and several touches of hard rock and blues. Then I'm very fond of "Without Knowing Why" and all the three parts of "Illusion Of Reality".
After all that I'm sure I'll put "Motions Of Desire" among my ten albums of this year, so my recommendation is totally unnecessary.

Luca Alberici

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