 
- Ricordo che rimasi 
      solo moderatamente soddisfatto della prima uscita discografica dei Magenta, 
      quel "Revolutions" uscito nel 2001, che per stessa ammissione 
      di Robert Reed (già leader dei Cyan e dei Fyreworks) era stato concepito 
      con l'intenzione di emulare le gesta degli eroi progressivi inglesi degli 
      anni settanta, Yes e Genesis su tutti. Non era certo questo il motivo della 
      mia moderata soddisfazione quanto piuttosto l'eccessiva dispersività 
      delle idee (peraltro tutte molto buone) all'interno di brani troppo lunghi 
      e sfilacciati. Proprio in tal senso, il nuovo album "Seven" rappresenta, 
      a mio parere, un importante passo avanti: pur non rinunciando ad una durata 
      inferiore ai 10 minuti di media, le sette composizioni (intitolate come 
      i peccati originali) sono più sobrie, più agili e dai confini 
      meglio circoscritti. Il disco, inoltre, sfoggia una registrazione molto 
      pulita, corposa ed equilibratissima che esalta le notevoli capacità 
      esecutive dei musicisti.
 Lo stile è ancora una volta un finissimo rock progressivo sinfonico, 
      con qualche deviazione verso il neo-prog ed una costante inclinazione verso 
      il folk inglese. Ci sono dunque ancora numerosi rimandi agli Yes ed ai Genesis, 
      ma non viene nascosta neppure la grande passione che Robert Reed nutre per 
      il Mike Oldfield d'epoca.
 "Gluttony" ed "Envy" sono i miei due peccati preferiti, 
      due brani molto vari e creativi, ricchi di cambi di tempo, fughe chitarristiche 
      di classe assoluta alternate a dolci e rilassanti aperture melodiche di 
      pianoforte e tastiere.
 La sublime voce di Christina merita uno spazio tutto suo: un po' Heather 
      Findlay, un po' Annie Haslam, sempre a proprio agio ed esente da qualsivoglia 
      sbavatura. Una delle mie voci femminili preferite.
 Che dire di più: non fatevi prendere dalla "pigrizia", 
      procuratevi "Seven", una delle migliori uscite del 2004 ed ascoltatelo 
      con "ingordigia". Qualche peccatuccio ogni tanto …
     
- I remember I was only 
      quite satisfied by the first Magenta album "Revolutions" released 
      in 2001. As declared by Robert Reed himself, it was conceived with the clear 
      intention to give a tribute to British progressive heroes of the seventies, 
      Yes and Genesis above all. I'm a huge fan of "that" prog, so it 
      wasn't the reason why I didn't like it too much: I think it was full of 
      brilliant stuff but a little too longer and wasteful. "Seven" 
      is a significant step ahead just for this reason: the seven songs (simply 
      called like the seven original sins) don't last less than ten minutes each 
      but they are more sober, agile with a limited geometry. Besides the recording 
      quality is absolutely satisfactory.
 Once again the music style is a pure symphonic prog, with neo-prog and folk 
      touches somewhere. Yes, Genesis and Mike Oldfield fans will love this album 
      for sure. "Gluttony" ed "Envy" are my favorite sins 
      (ooopps…songs), with satisfactory changes of mood, guitar solos a-la 
      Hackett/Oldfield and relaxing sweet melodies coming from the piano and keyboards. 
      Christina has a beautiful voice, definitely one of my favorite female voice 
      around the prog scene.
 Should I tell you more? No sloth and don't hesitate: buy "Seven" 
      and listen to it greedly ….
Luca 
    Alberici
  Have 
    you a different point of view? Please write 
    me !!!