I La Tulipe Noire provengono
dalla Grecia, luogo tanto studiato a scuola quanto ambitissima meta turistica
durante le vacanze. "Faded Leaves", uscito alla fine di luglio
del 2002 per l’attivissima Musea records, è la loro terza fatica discografica
dopo "In The Gates Of Dream" del 1996 e "Shattered Image"
del 1999 e porta quindi una ventata di autunno progressivo fuori stagione.
Le sonorità care ai
La Tulipe Noir sono quelle tipiche del neo-progressive romantico ovvero
melodie semplici, molto scorrevoli e talvolta melense. Un genere che ha
avuto e continua ad avere molto successo ma che ha diviso ancor di più i
puristi del prog da quelli che non disdegnano contaminazioni più commerciali.
Comunque la si pensi
io rimango convinto che non sia affatto semplice confezionare un album neoprog
di buona fattura e "Faded Leaves" ne è la dimostrazione nel bene
e nel male: Ima, la cantante è molto brava ed anche gli arrangiamenti e
la qualità della registrazione soddisfano i requisiti minimi, mentre sulla
qualità delle composizioni c’è qualche ombra su cui cercherò di far luce.
Per esempio, non butterei nel cestino nessun brano ed anzi più o meno tutti
vanno a collocarsi comodamente al di sopra della sufficienza; "Silence"
inizia divinamente con un tappeto di tastiere ed un melodia vocale triste
e molto sofferta ma anche la successiva "Castle On The Sand" è
stata plasmata su uno spunto melodico vincente. Il vero problema è che il
disco è impregnato di queste tonalità da depressione psicologica o da tragedia
di massa e la mia impressione è che i Tulipe Noir non riescano o non abbiano
mai intenzione di cercare la via d’uscita. L’umore prevalente è sempre il
medesimo (forse l’unico tentativo di apertura si intravede in "A Beggar’s
Tale"), ossessivo e pedante senza mai una momento di respiro, una virgola
fuori posto o almeno un salutare intermezzo. Mi permetto di dire che forse
una maggiore brevità delle composizioni sarebbe riuscita a rendere meno
palese quest’ultimo difetto.
Quindi non sentitevi
a disagio ma piuttosto in buona compagnia, se ogni tanto la noia prenderà
il sopravvento e vi verrà spontaneo anticipare la fine di qualche brano
passando direttamente a quello successivo.
Mi considero un neo-prog
fan e conto di rimanerlo anche dopo aver conosciuto i Tulipe Noir che in
fondo tanto male non suonano e non meritano neppure di essere ignorati.
Le idee infatti ci sono, non eccellono né per quantità né per qualità ma
il vero problema è il metodo con cui sono state amalgamate e poi confezionate.
Un buon disco di neo-prog...ma
nulla più.
La
Tulipe Noir is a neo-prog band coming from Greece, one of the most studied
country at school and an aspired holydays destination. "Faded Leaves"
is their third album after "In The Gates Of Dream" (1996) and
"Shattered Image" (1999). I can’t compare it with the previous
ones because it’s my first approach to La Tulipe Noir music.
It’s
not very hard to describe their music because they play a quite conventional
neo progressive in the vein of Collage, Clepsydra and related. They have
the necessary qualifications for a neo-prog band: the singer Ima is really
melodic, the sound is clear and well arranged, but the songwriting is not
as good.
The
starting is really impressive with "Silence" and "Castle
On The Sand", two enjoyable, athmospheric and sad songs; besides I
can’t find any tracks to throw away, but they all are alike each others.
Each song always transmits the same feelings, as sadness and seems to tell
us stories of tragedy...a little boring on the whole.
May
I take the liberty of pointing out that shorter songs could have helped
to give a bigger variety to compositions ?
No
doubt about they play very well and have good ideas to put in music..but
it’s a matter of how they mix them together and show us.