La
classe non è acqua e Mark Knopfler dimostra di averne ancora in abbondanza
e da vendere in questa sua ultima fatica solista. Chiariamo subito: l’album
non è male e dimostra quante spanne vi siano tra l'ex (per adesso) leader
dei Dire Straits e tutti gli altri suoi colleghi. Il problema è che
l’atmosfera marcatamente country che aleggia in tutti i brani alla lunga
stanca e la qualità non mantiene sempre gli standard a cui ci aveva abituato.
Intendo dire che l'aver sposato con estrema convinzione il country americano
ha relegato l'inventiva di Knopfler all'interno di spazi troppo stretti
ed angusti che non consentono al genio inglese di esprimersi al meglio.
Nessuno l'ha costretto naturalmente...
Non
mancano ovviamente gli episodi degni di nota, come "El Macho"
dal ritmo irresistibile, la title-track, dolce ed evocativa, "Balooney
Again" e "Speedway At Nazareth" con un finale in crescendo
ed emozionante.
Il
singolo "What It Is" è difficile da giudicare: ne brutto ne bello,
simile a quanto ha già proposto finora e più adatto forse alle nuove generazioni
che non hanno mai ascoltato i Dire Straits. Bello
e professionale ma senza la scintilla knopfleriana a cui eravamo abituati.