KNIGHT AREA - Under A New Sign


Il disco d'esordio degli olandesi Knight Area, "The Sun Also Rises" uscito nel 2004, aveva deliziato non poco i palati degli amanti del rock sinfonico di derivazione britannica (Pendragon, Marillion prima maniera ed IQ). Il titolo di questo nuovo e secondo lavoro, "Under a new Sign", ha fatto pensare ad un cambio di rotta che invece si è solo parzialmente concretizzato tra i "solchi" delle sette tracce presenti. In effetti le prime due non aggiungono nulla di nuovo, quasi a voler tranquillizzare i fans più conservatori: sia "A Different Man" che "Exit L.U.M.C." viaggiano sui soliti schemi new-prog assai familiari, quindi è inutile sottolineare che anche qui, come nel disco precedente, i cliché continuano ad abbondare ma sono fortunatamente sopraffatti da un'invidiabile bellezza estetica, sapienza compositiva e da un'ottima qualità dell'incisione. E' l'arrivo di "Mastermind" che ci permette di saggiare la vera ed unica novità, benché non cosi destabilizzante, il "new sign" del gruppo come ci ricorda il titolo del disco, rappresentato da un generico indurimento dei suoni, da una maggiore presenza e potenza della chitarra ritmica e dall'innalzamento del tono epico. Insomma, più Arena e Dream Theater che Iq e Pendragon e la stessa impressione si ripeterà anche più avanti in "Dreamweaver". Fra le pieghe di questa quasi impercettibile evoluzione stilistica, le tastiere di Gerben Klazinga rimangono comunque piacevolmente "invadenti" in tutte le tracce, mantenendo quindi ancora ben salda e riconoscibile la configurazione di band new-prog melodica e, neanche a farlo apposta, la title-track riporta nuovamente ai fasti del primo disco con un attacco in perfetto stile IQ (tastiere e basso sono inconfondibili) ed un intrigante sviluppo del brano vagamente jazz-fusion, insomma un po' fuori dai soliti schemi. Beh, l'avrete intuito: niente di nuovo dall'Olanda, paese con una ben consolidata quanto discontinua tradizione new-prog. Il vecchio trucco, come al solito, sta nell'individuare chi, nella familiarità dei suoni e nell'indubbia derivatività, riesca a convincere, a dare consistenza e piacevolezza di ascolto ad una proposta che alle soglie del 2008 ha ormai ben poco di nuovo da offrire. I Knight Area si confermano la miglior espressione olandese (se non addirittura europea) in questo campo, a tal punto che una rigida selezione vi porterebbe inevitabilmente ad ascoltarli e, secondo me, ad apprezzarli. Consigliato, ma, inutile ricordarlo, solo ad un pubblico selezionato.

INTRODUCTION

Knight area's debut album, released in 2004, had delighted all the symphonic rock lovers, myself included, with its british sound in the vein of Pendragon, Marillion and Iq. The title of this second album, "Under A New Sign", could make you think of some changes, but I couldn't find them.

SOUNDS LIKE ...

…. Their first album. Melodic symphonic rock is their guiding light again, even if I found for the first time a harder guitar sound and epic atmospheres in the vein of Arena. Two examples are "Mastermind" and "Dreamweaver".

POINTS OF INTEREST

Everything is almost perfect from different points of view. Recording is clean, executions are skilled and fluent. Again, they wrote seven convincing tracks, no one disappointed me. I think it is enough from an undoubted derivative work.
Besides KA can count of great musicians, including a really gifted singer.

WEAK POINTS

The lack of originality. Each instrumental part reminds me another one from the bands I mentioned before. As a matter of fact, It's your choice to consider it a weak point or not. Personally I don't care about it.

FAVOURITE TRACKS

"A Different Man"
"Mastermind"
"Under A New Sign"
"A Different Man Part II"

RECOMMENDATION

If you are fond of symphonic rock and you want to do a strict selection of European bands playing this music, I think you'll meet Knight Area for sure and, believe me, you'll love their music. Recommended.

Luca Alberici

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