KERRS PINK
TIDINGS (2003)

NORWAY
GENRE: PROG
LABEL: MUSEA
WEBSITE
REVIEWED: 2003 MAY 23RD
RATING: 65/100
 

 

 

Sono trascorsi ben 6 anni dall'uscita di "Journey On The Inside" e l'attesa di chi come il sottoscritto ha sempre ammirato la band norvegese si stava facendo sempre più snervante oltrechè preoccupante. Infatti la mancanza di notizie fresche e la totale staticità del loro sito ufficiale mi ha indotto più volte a pensare che i Kerrs Pink si fossero sciolti. Invece rieccoli spuntare con l'organico arricchito dai due Lasse (Johansen-keys e Tandero-guitar) e da numerosi ospiti.
Purtoppo va detto che tutti questi anni di silenzio (ed immagino di lunghe riflessioni ed attenta preparazione del lavoro) non sono serviti molto alla buona riuscita di "Tidings". I cari Kerrs Pink dei primi 2 album, così irresistibilmente prog-folk, freschi ed ispirati sono un lontano ricordo ed il dignitosissimo "Journey On The Inside" che conteneva già i semi germogliati del cambiamento a favore di un prog più classico e sinfonico , non per quanto appena scritto era da considerarsi un passo falso.
"Tidings" purtroppo non ha lo stesso fascino e neppure lo stesso spessore artistico dei suoi predecessori ed il songwriting appare spesso sottotono e poco illuminato. Ma ciò che mi è dispiaciuto di più è l'aver constatato una drastica diminuzione del tasso progressivo della loro musica.
Eppure le prime note di "Hour glass" sembravano confortanti con Harald Lytomt subito in cattedra a dettare i giusti tempi con la sua chitarra. Il brano si smarrisce molto presto fra cambiamenti di ritmo confusi e di scarsa incisività . La successiva "Tidings From some Distant Shore" è un brano ben riuscito ma con il palese difetto di confondersi con troppa facilità fra la miriade di brani dal sapore celtico-bucolico già scritti dai colleghi a loro più vicini come Mostly Autumn, karnataka e compagnia folkeggiante. Se ancora non conoscete la musica dei Kerrs Pink, non fatevi attirare dalla bella copertina di questa loro ultima fatica o da qualche recensione affrettata e troppo compiacente, e cominciate dall'inizio. Sono certo che, avendo saggiato "Tidings" per ultimo, sottoscriverete in pieno questo mio commento non troppo lusinghiero. Peccato.
Norwegian proggers Kerrs Pink released their last album"Journey On The inside" six years ago. I was worried about a split-up of the band because nobody had news about them and their official website seemed to be offline.
Anyway now they're back with two additional members (Lasse Johansen-keys and Lasse Tandero-guitar) and several guest musicians.
They have had 6 years of time to write new stuff, to choose the best tracks to include and to realize if something was going wrong. So my Eve-expectations were very high. Is "Tidings" the final result ? Mmmm, I don't like it.
I mean, It's not a bad album but it doesn't satisfy my prog hungry so much as their brilliant previous albums: it's less progressive and songwriting lacks of interesting solutions.
"Hour Glass" lets the cd start in a positive way but it loose its way very soon with some boring changes of moods. "Tidings From some Distant Shore" is a good track, with a soften atmosphere, but it sounds too close to hundreads of celtic-folk tracks already written in the recent past.
If you don't already know Kerrs Pink music my advice is to start from the beginning of their history: when you finally listen to this album you'll agree with my not so positive point of view.

Luca Alberici