- Sono trascorsi
ben 6 anni dall'uscita di "Journey On The Inside" e l'attesa di
chi come il sottoscritto ha sempre ammirato la band norvegese si stava facendo
sempre più snervante oltrechè preoccupante. Infatti la mancanza
di notizie fresche e la totale staticità del loro sito ufficiale
mi ha indotto più volte a pensare che i Kerrs Pink si fossero sciolti.
Invece rieccoli spuntare con l'organico arricchito dai due Lasse (Johansen-keys
e Tandero-guitar) e da numerosi ospiti.
Purtoppo va detto che tutti questi anni di silenzio (ed immagino di lunghe
riflessioni ed attenta preparazione del lavoro) non sono serviti molto alla
buona riuscita di "Tidings". I cari Kerrs Pink dei primi 2 album,
così irresistibilmente prog-folk, freschi ed ispirati sono un lontano
ricordo ed il dignitosissimo "Journey On The Inside" che conteneva
già i semi germogliati del cambiamento a favore di un prog più
classico e sinfonico , non per quanto appena scritto era da considerarsi
un passo falso.
"Tidings" purtroppo non ha lo stesso fascino e neppure lo stesso
spessore artistico dei suoi predecessori ed il songwriting appare spesso
sottotono e poco illuminato. Ma ciò che mi è dispiaciuto di
più è l'aver constatato una drastica diminuzione del tasso
progressivo della loro musica.
Eppure le prime note di "Hour glass" sembravano confortanti con
Harald Lytomt subito in cattedra a dettare i giusti tempi con la sua chitarra.
Il brano si smarrisce molto presto fra cambiamenti di ritmo confusi e di
scarsa incisività . La successiva "Tidings From some Distant
Shore" è un brano ben riuscito ma con il palese difetto di confondersi
con troppa facilità fra la miriade di brani dal sapore celtico-bucolico
già scritti dai colleghi a loro più vicini come Mostly Autumn,
karnataka e compagnia folkeggiante. Se ancora non conoscete la musica dei
Kerrs Pink, non fatevi attirare dalla bella copertina di questa loro ultima
fatica o da qualche recensione affrettata e troppo compiacente, e cominciate
dall'inizio. Sono certo che, avendo saggiato "Tidings" per ultimo,
sottoscriverete in pieno questo mio commento non troppo lusinghiero. Peccato.
- Norwegian
proggers Kerrs Pink released their last album"Journey On The inside"
six years ago. I was worried about a split-up of the band because nobody
had news about them and their official website seemed to be offline.
Anyway now they're back with two additional members (Lasse Johansen-keys
and Lasse Tandero-guitar) and several guest musicians.
They have had 6 years of time to write new stuff, to choose the best tracks
to include and to realize if something was going wrong. So my Eve-expectations
were very high. Is "Tidings" the final result ? Mmmm, I don't
like it.
I mean, It's not a bad album but it doesn't satisfy my prog hungry so much
as their brilliant previous albums: it's less progressive and songwriting
lacks of interesting solutions.
"Hour Glass" lets the cd start in a positive way but it loose
its way very soon with some boring changes of moods. "Tidings From
some Distant Shore" is a good track, with a soften atmosphere, but
it sounds too close to hundreads of celtic-folk tracks already written in
the recent past.
If you don't already know Kerrs Pink music my advice is to start from the
beginning of their history: when you finally listen to this album you'll
agree with my not so positive point of view.
Luca
Alberici