- I Kataya sono un gruppo finlandese costituito da soli tre elementi, Matti Kervinen, Sami Sarhamaa e Teijo Tikkanen assai accreditati nella scena musicale finlandese come compositori di musiche per documentari televisivi. I tre sono accompagnati da alcuni ospiti (sax soprano, voce).
Spuntano praticamente dal nulla e sono autori di un debutto discografico uscito nel maggio del 2008, “Canto Obscura”, che non ha goduto di una distribuzione e di una promozione adeguata.
La loro proposta si colloca nell’ambito del folk-ambient-progressive strumentale. Immaginate un incrocio tra Karnataka, Mostly Autumn, Seven Reizh, con un tocco di Pink Floyd e Camel nelle parti più rock. L’album è interamente strumentale, cioè senza testi cantati ma con alcuni vocalizzi femminili che fanno spesso capolino in buona parte dei dodici brani del disco.
Inutile dire che la proposta musicale dei Kataya non fa dell’originalità la sua arma vincente ma risulta comunque convincente grazie ad una qualità compositiva di prim’ordine. Il disco spazia con disinvoltura da episodi eterei ed atmosferici tipicamente ambient ispirati, come loro stessi dichiarano, dalle foreste selvagge della Finlandia, al connubio ben riuscito con il rock-folk sinfonico.
Bello, piacevolissimo da ascoltare ed abbastanza vario, ma un po’ troppo frammentato. La maggioranza dei dodici brani sono troppo brevi, appena abbozzati e talvolta un po’ troppo fini a se stessi; avrebbero secondo me meritato uno sviluppo più articolato. In questo senso mi permetto di consigliare al gruppo di proseguire il cammino iniziato con “Canto Oscura” ripartendo da episodi come “Ahava”, “Putkivaara” e “Avojaloin”, i veri esempi di come ambient e folk-rock sinfonico possono convivere con estrema naturalezza.
Sufficienza piena ed anche qualcosa in più, per adesso.
- COMING SOON
Luca
Alberici
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