 
- Chiamo a rapporto 
      i fans di gruppi come Iona, Clannad, Karnataka, Mostly Autumn e simili per 
      annunciar loro che dall'estate 2004 in Inghilterra è attivo un altro 
      gruppo dedito al folk-rock di ispirazione celtica. Sono i Kara, formazione 
      triangolare capitanata dal chitarrista e tastierista Colin Mold, che nel 
      febbraio del 2006 ha realizzato il suo debutto omonimo ed autoprodotto.
 La definizione che danno di se stessi recita più o meno cosi: una 
      fusione tra rock classico, musica celtica e World music nel tentativo di 
      creare uno stile unico e personale. Tutto vero forse ad eccezione solo del 
      tentativo, secondo me fallito, di apparire originali ed unici nel genere.
 Il disco è molto gradevole, ben suonato, discretamente prodotto ed 
      arrangiato e contiene tutti gli ingredienti al posto giusto: però 
      tutto si può dire tranne che siano riusciti a distinguersi per originalità 
      e freschezza della proposta.
 Pensate agli Iona un po' meno rifiniti, ai Karnataka ed ai Mostly Autumn 
      più soft e con la chitarra meno presente, anche ai Camel più 
      recenti se volete, aggiungete alcune tentazioni pop ed ottenete più 
      o meno lo stile musicale dei Kara.
 La voce di Kirsta Johnston è molto aggraziata ed espressiva ed il 
      suo timbro è simile a quello di xxxx xxx degli olandesi Flamborough 
      Head.
 Fra le canzoni migliori ci tengo a ricordare soprattutto l'apertura di "Sanctuary", 
      "Homeland" e le due parti di "Kingdoms" sebbene "Eye 
      Of The Great God" sia quella che preferisco grazie soprattutto ad una 
      maggior presenza della chitarra sia in fase di rifinitura che solista. Purtroppo 
      altrove Colin è più latitante o almeno più misurato 
      nei suoi interventi ed è proprio questo a mio parere il limite principale 
      che spesso non fa decollare tutti i brani del disco.
 Insomma, adesso sapete cosa aspettarvi dai Kara e la scelta se degnarli 
      o meno della vostra attenzione è molto semplice. Se amate i gruppi 
      citati prima come termine di paragone, in questo debutto dei Kara troverete, 
      tutto sommato, una buona riproposizione delle stesse sonorità.
     
- This is something like 
      a whistle for all the fans of bands like Iona, Clannad, Karnataka, Mostly 
      Autumn and closest relatives. Since the summer of 2004 there's a new folk-rock 
      inspired band called Kara, a three-piece led by the guitarist/keyboardist 
      Colin Mold. They describe their music as a blend of classic rock, celtic 
      music and World music aiming to create a unique style. Well everything is 
      true, maybe except the final aim.
 This debut album released in 2006 is a really pleasant work, well played, 
      produced and arranged also featuring all the requested ingredients but I 
      can't subscribe to their point of view about the unique sound. Don't misunderstand, 
      it's not a weak point in my opinion.
 Try to think of a rounded-off version of Iona, a softer version (with less 
      guitar) of both Karnataka and Mostly Autumn and then add both some Camel 
      tastes and some pop attitudes: the result is more or less Kara's music.
 Kirsta Johnston's voice is excellent, graceful and tuned. My favourite tracks 
      are "Sanctuary", "Homeland" and both parts of "Kingdoms" 
      though "Eye Of The Great God" is absolutely the best track thanks 
      to a more presence of Colin's guitar.
 All in all, the Kara debut album is a good second reading of music already 
      played by the aforementioned bands, so now you know what to expect from 
      it.
Luca 
    Alberici
  Have 
    you a different point of view? Please write 
    me !!!