- Ben tre anni sono trascorsi
da "The Seventh House", lavoro con il quale gli Iq avevano cercato
di fare un passo avanti esplorarando soluzioni stilistiche differenti dopo
il grande successo commerciale di "Ever" e "Subterranea".
Ma il fallimento decretato da pubblico e critica li ha convinti che forse
era il caso di fare nuovamente due passi indietro: il nuovo "Dark Matter"
ha proprio il sapore del ripensamento oppure della conspevolezza di aver
fatto un passo più lungo della gamba. Da qualunque prospettiva lo
si valuti, "Dark Matter" è comunque un buonissimo album,
capace di dispensare le giuste emozioni, sfruttando la formula musicale
a cui la band inglese è più incline.
"Sacred Sound", lo dice il titolo stesso, esibisce le sonorità
classiche degli Iq anni novanta: è palese il loro inconfondibile
marchio di fabbrica, quello depositato ai tempi di "Ever" e poi
ampiamente sfruttato nel successivo "Subterranea". Al primo e
solitamente più genuino ascolto, il brano mi è sembrato un
po' troppo carico di autocitazioni ma sulla distanza le ottime partiture
di tastiere di Martin Orford non hanno mancato di affascinarmi. Il disco
prosegue poi sullo stesso buon livello del primo brano con la rilassante
e gradevolissima "Red Dust Shadow" mentre l'esplosiva "You
Never Know" sfoggia un Peter Nicholls in gran spolvero (ed è
tutto dire) in aggiunta ad un bell'assolo di Mike Holmes, quest'ultimo,
dopo "Subterranea", sempre troppo parco nel dispensare solismi.
In tono minore la successiva "Born Brilliant", la cui metrica
(putroppo solo quella!) è identica a "Further Away". Chiude
"Harvest Of Souls", una suite di 24 minuti che potevano concentrare
maggiormente togliendo almeno 7-8 minuti, quindi tutt'altro che memorabile
ed abbastanza prevedibile in alcuni passaggi, ma ben riuscita nel complesso;
può essere considerata come un Bignami di "Subterranea"
ad uso e consumo di coloro che non vogliono o non hanno la pazienza di ascoltarsi
per intero un album doppio.
Insomma, un ritorno discografico decisamente convincente che ha il grande
merito di avermi riavvicinato emotivamente agli Iq. Un disco che sembra
studiato a tavolino per recuperare il calore e la considerazione di coloro
che rimasero delusi dall'album precedente. Forse uno spirito critico distaccato
e disinteressato avrebbe dovuto farmi preferire "The Seventh House"
anche solo per il coraggio e l'ambizione dimostrati dagli Iq nel tentare
la carta della maturazione artistica. Ma non è andata così
e quindi, da vecchio appassionato della band inglese, applaudo questa loro
scelta (forse la più facile ed opportuna) di ritornare sui propri
passi.
Ma un dubbio mi rimane: se "Dark Matter" fosse uscito dopo "Subterranea",
ne sarei stato così entusiasta ???
- Iq tried to
go ahead with "The Seventh House" released three years ago, partially
changing their approach after the wide commercial success of "Ever"
and "Subterranea". Unfortunately most of the fans, critics and
myself didn't like that album. So the band decided to make two steps back:
the new album "Dark Matter" just sounds like a change of mind.
The first track "Sacred Sound" has the rightest title: it shows
the sacred Iq's trademark of the nineties, born with "Ever" and
widely overworked with "Subterranea". The keys of Martin Orford
are fantastic as always and rule the game. The relaxing "Red Dust Shadow"
is another good track but "You Never Know" is even better thanks
to a good Peter Nicholls performance and a beautiful guitar solo by Mike
Holmes. "Born Brilliant" is the weakest track of the album, rhythmically
too much closer to "Further Away". The final suite "Harvest
Of Souls" is not unforgettable; in my opinion they could have cut at
least 7-8 minutes out of 24. Everyone who never listened to "Subterranea"
and neither wants to do it , now can listen to "Harvest Of Soul",
a shorter version of that great double album.
Overall, it's not a good thing making two steps back as Iq did, but I like
this album very much and it's enough for me !!
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